Storia di una gatta che divenne umana
Sono nata e cresciuta in un piccolissimo villaggio della Scozia, un posto dove tutti quanti si conoscono fra di loro. Da piccola sono stata amorevolmente cresciuta dalla colonia di gatti che aveva fatto del villaggio la propria dimora, eppure, una volta maturata, ho sentito il bisogno di allontanarmene un pochino. Non che potessi andare chissà dove, intendiamoci, solo che i bipedi esercitavano su di me un fascino molto più grande di quanto quel raggruppamento di felini potesse fare. Mi piaceva un sacco quando si faceva il mercato in piazza, mi mettevo in un angolino e guardavo tutte le persone camminare, parlare e scambiarsi le cose. Se avevo un po’ di fortuna poi riuscivo anche a farmi dare qualcosa da mangiare!
Col tempo imparai a memoria i volti degli abitanti del villaggio, ma ce n’era uno che io proprio adoravo: Derek! Un ragazzo magrolino che vendeva caldarroste… Se ne stava sempre vicino al suo muretto a girare e rigirare le castagne sulla brace, non so dire se gli piacesse o meno farlo, ma per me era il migliore di tutti! Le girava come nessuno avrebbe mai potuto girare delle castagne. Col tempo mi sono avvicinata a lui, quando potevo mi ci accucciavo accanto e lo guardavo. Anche lui si abituò alla mia presenza e facemmo amicizia, il giorno in cui mi grattò per la prima volta la collo non me lo dimenticherò mai… La sera lo seguivo a casa e mi mettevo di nascosto sul davanzale della sua casetta per vedere che cosa avrebbe fatto dopo il lavoro. Mi sentivo al caldo anche io osservando l’ambiente accogliente in cui viveva. Col tempo gli incontri divennero più assidui e quando Derek aveva del tempo libero, lo trascorrevamo insieme a giocare, era bellissimo stare in sua compagnia! Io non desideravo altro e fu così che mi accorsi che per me lui era diventato il mio padroncino. Avrei fatto qualsiasi cosa per accontentarlo!
Un giorno però accadde una cosa strana e terribile. Mentre me ne stavo al davanzale a osservare la sua vita senza di me, il mio corpo cambiò forma, divenni bipede! Fortunatamente era notte e nessuno se ne accorse, ma per me fu un’esperienza orribile. Per tre giorni non riuscii più a tornare alla mia forma naturale e per tre giorni fui costretta a stare lontana dal mio padroncino, fu un’agonia!
Trascorso quell’interminabile periodo, tornai la stessa di sempre e corsi dal mio guardiano delle caldarroste, continuando ad approfittare di ogni istante utile per stargli vicino. Ma la sciagura era dietro l’angolo.
Trascorso un mese mi successe di nuovo quella cosa lì… Persi tutto il pelo e divenni umana. Questa volta però non ero affatto sola, Derek assistette alla mia trasformazione e ne rimase letteralmente sconvolto, non riuscivo a decifrare bene cosa ci fosse nel fondo dei suoi occhi, so solo che non prometteva nulla di buono. Lo inseguii finché mi fu possibile, ma non potevo rischiare di farmi vedere da altre persone e così lasciai che la solitudine riprendesse il possesso di me. Mi rifugiai nella foresta vicina al villaggio e mi rintanai da qualche parte a piangere. Con lentezza trascorsero altri tre giorni, ma quando tornai al villaggio Derek non c’era più. Nessuno sembrava sapere nulla della sua scomparsa, dissero che aveva fatto le valige di fretta e furia ed era corso via… Nessuno era riuscito a fermarlo. Fu così che decisi di iniziare il mio viaggio per ritrovarlo. Ho camminato tanto e ho percorso tanta strada, per sopravvivere ho dovuto dar fondo a tutte le mie conoscenze in fatto di frutta e verdura, infatti quando mi ritrovavo bipede mi era praticamente impossibile cacciare, non ne avevo la velocità e l’agilità, non avevo la prontezza di riflessi giusta e, a dire il vero, non ci vedevo bene… Ho provato a ricordare quello che le signore compravano al mercato e appena vedevo qualcosa di analogo su un albero o una pianta, io lo mangiavo! Non sempre era roba buona, ma mi sono saputa adattare.
E’ passato quasi un anno da quando è cominciata la mia ricerca e ricordo tutti i posti in cui sono stata, così come ricordo a perfezione il viso del mio padroncino, la sua voce e il suo odore e, ovviamente, ho ancora tutta l’intenzione di ritrovarlo!
°Che cosa è successo?
Non so nemmeno se è successo qualcosa, in effetti. So solo che se qualcuno mi chiede della mia vita prima di Avalon io non so che cosa rispondergli. Ricordo solo di essere fuggita dal mio villaggio natale, in Scozia, però non saprei dire perché. Spero solo di non avere nessuno alle calcagna!
Se è accaduto qualcosa, deve essere stato durante quella strana sera in foresta. E' stata quella la volta in cui, forse per la prima volta, mi sono ritrovata in un luogo e in una situazione senza conoscerne il motivo. Fortunatamente da allora non mi è più ricapitato, però ho il grande timore che possa succedere ancora.
Mi sono resa conto di non conoscere tante cose di me e penso anche di non volerle nemmeno sapere, mi ritrovo solo a sentirmi molto disorientata e confusa tutte le volte che ci penso. Ho paura di scoprire cosa ci possa essere dietro.
E' una cosa triste. E' una cosa brutta. Ma da qui riparto senza sapere cosa mi lascio alle spalle, forse un giorno troverò il coraggio di cercare... °
Aspetto:
Occhi: Grigi
Capelli: Biondi
Altezza: 1,60
Peso: 50 kg
Descrizione: Ha diciassette anni, il corpo è ben proporzionato e slanciato. Il viso è tondo e vanta un incarnato molto chiaro e delicato sul quale sono disegnati lineamenti morbidi e dolci. I capelli sono color oro e superano di poco le spalle cadendo delicatamente su di esse in grossi boccoli non ben definiti.
E’ di carattere molto timido, ma allo stesso tempo curioso. Si spaventa con molto poco ma, nel limite delle sue possibilità, cerca sempre di dare il suo aiuto a chi glielo chiede.
Allineamento: Neutrale Buono
Terre d'origine: Scozzesi
Skill approvate: Conoscenze naturali liv 2
Link del cambio razza:
La gattara di Avalon
Vecchia scheda di razza:
Lipsit
Sulle motivazioni e le modifiche sul pg cito semplicemente il responso della caporazza nella suddetta role:
C'era una volta una gatta, c'era una volta una bambina, c'era una volta e poi non c'è più. Finisce tutto in questa foresta. Non ha un perché. Non c'è un reale motivo. Si sa solo che accade. A volte il dono sparisce. Non per meriti o per demeriti, semplicemente perché doveva accadere. Ed è questo che succede. Lipsit vivrà la sua ultima trasformazione da animale a umana. E sarà veloce. Fulminea come lo scatto di un gatto verso la preda designata. Nel giro di pochi secondi si ritroverà a terra. I ricordi nella sua mente saranno soltanto la piacevole eco di un sogno. Sfocata. Soffusa, come i ricordi di quando siamo piccolissimi, e proprio per questo, dolce. Umana. Non più umana e gatto, soltanto umana. Soltanto donna, non più gatta. Solo Lipsit.
Per quanto ci siano dei 'ricordi soffusi' dell'infanzia felina trovo improbabile che Lipsit possa seriamente pensare di aver vissuto da gatta, almeno allo stato attuale delle cose. Quindi chiederei l'approvazione della piccola integrazione che ho fatto!
Ho provato a seguire l'iter descritto
QUI, spero di aver messo tutto!
[Modificato da Lipsit 22/07/2014 11:58]