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Sindar

Ultimo Aggiornamento: 04/08/2014 16:23
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Post: 5
Sesso: Maschile
03/08/2014 12:48

Premetto che in alcuni tratti il bg può essere un po' crudo e cruento ma lo ritengo necessario per la descrizione e la formazione del personaggio, naturalmente in gioco non verranno ripetute scene altrettanto violente.


Bg:


Questa storia, come molte altre, inizia con un letto sfatto.

Ci sono altri avvenimenti, prima di questo: la sua nascita, il suo primo dentino, il suo primo ginocchio sbucciato. Ma sono cose che non hanno alcun valore, adesso.
La storia di Sindar inizia qui: fra le lenzuola stropicciate di un letto non suo, ma che ha fatto proprio con la violenza.



-Kiev, 1124-

S'è dimenata tutta la notte, finchè le forze non l'hanno abbandonata. Sangue e sudore si sono mescolati e goccia a goccia hanno scandito il tempo di una tortura che sembrava non dover avere fine. Non ha detto una parola, lui. Nemmeno una per tutto il tempo.
Bloccandole i polsi con le mani, e divaricandole le gambe con le ginocchia, ha fatto ciò che doveva -e voleva- senza chiedere il permesso.
L'unica tregua concessa ai sensi della bella Aalina Oktaviya arrivava quando lui, per placarla, la colpiva con forza col dorso della mano. Gli anelli la sfregiavano. Ma quei fendenti di carne e ferraglia la facevano svenire risparmiandole, di tanto in tanto, qualche minuto di dolore.

Non s'è nemmeno riposato dopo, Iosif. Ha continuato finchè lei non ha esalato l'ultimo respiro.
Poi s'è alzato, s'è rivestito, e l'ha guardata come fosse cosa di poco conto.
Prima di lasciare la stanza, ha trovato il tempo di svuotare un bicchiere di liquore, tirare rumorosamente su col naso e gettarle addosso un'ultima occhiata priva d'alcun sentimento.

“Non scomodarti, conosco l'uscita. Do svidanija.” la sua voce roca è rimasta sospesa li, fra odori sgradevoli, in quel sussurro atono che ha preceduto lo sbattere della porta. Aalina non s'è mossa. Coi capelli biondi sparsi sul cuscino è rimasta sola. Profanata. Morta.

Dopo essere uscito dall'abitazione, Iosif ha atteso poco distante, semi nascosto fra le ombre di un vicolo. L'ha visto entrare. Ha contato fino a quindici e poi, una volta sentito l'urlo disperato di Boris Oktaviya, si è acceso la pipa ed è andato via.





“Mi piacerebbe dirti di più, Boris. Dico davvero.”
“Non può essere un fantasma.”
“Non lo è infatti. Ma lo diventa chi lo tradisce.”
“Tradire? Quel fottuto bastardo ha ucciso Aalina! L'ha stuprata a morte, capisci?”
“Che gli hai fatto?”
“Questi non sono affari tuoi, Sever.”
“Esatto. E non voglio che lo diventino. Vattene dalla mia bottega, adesso: se ti sei messo contro lo Slavo, non voglio avere più niente a che fare con te.”
“Come osi? Tu sei mio fratello! Sangue del mio Sangue! Devi aiutarmi! Devi!”
“Non so cosa tu abbia fatto per mettertelo contro, ma l'unico aiuto che posso darti è un consiglio: scappa. Scappa e non fare più ritorno a Kiev.”
“È così, dunque? Bene! Andrò a Pololsk! Non mi fermerò finchè non avrò fatto fuori ogni suo parente ancora in vita.”
“Ah, fratello...Non t'è bastato ciò che ha fatto a tua figlia? Tieniti alla larga da lui e prega che con Aalina abbiate pareggiato i conti.”
“Non mi è rimasto più nulla, Sever. Che altro ho da perdere?”
“Lui trova sempre qualcosa da portarti via, fratello. Non sfidarlo oltre.”





-Nanciacum 1127 (//Attuale Nancy, Francia)-

“Dahlia, va' a chiamare Marguerite, passerete la notte nella Chambre 15.”
“Chambre 15, Madame? Ma...”
“Vite! Vite! Allez!* Non farmi perdere tempo e fa quello che ti dico, per una buona volta!”
“Oui, Madame.”

Dahlia corse per il corridoio della Maison sbirciando in ogni stanza, fino a trovare Marguerite intenta a fare un bagno caldo ai fiori di lavanda. Entrò ed incrociò le braccia al petto, sedendosi sul bordo della vasca.
“Madame ha detto che stanotte lavoreremo nella Chambre 15.”
“La 15? Sei sicura?”
“Oh si, dev'esser qualcuno d'importante per meritare quella stanza.”
“E per potersi permettere due gemelle!” replicò quella passandosi la spugna sul braccio, lentamente.
Fu in quel momento che entrarono tre ragazze, sghignazzanti come oche giulive, col classico atteggiamento di chi non sta più nella pelle e vuole rivelare una qualche notiziona.
“Stasera siete nella 15, eh?” disse la prima.
“Oh come v'invidio!!!” aggiunse la seconda imbronciandosi.
“Dicono che sia un uomo affascinante!” rivelò la terza, mordendosi il labbro inferiore tutta concitata.
“Ma chi è?” chiese a quel punto Dahlia.
“Lo chiamano lo Slavo...Pare ci sappia fare a letto. Non si sa molto su di lui, ma a quanto pare è...”

Marguerite non ascoltava già più. Lo Slavo.
Quell'appellativo l'era fin troppo familiare. Si alzò con tanta foga che la vasca si svuotò per metà. Le altre ragazze la guardarono esterrefatte, ma lei non disse nulla e corse via. Raggiunse la propria stanza e prese qualcosa di molto piccolo da un cofanetto nascosto sotto il letto. Si trattava di una minuscola perla bianca, che la sera, prima di raggiungere la Chambre 15, mise sotto la lingua.

“Perchè sei corsa via questo pomeriggio?” domandò Dahlia in un sussurro a sua sorella, prima di bussare.
“Fatti gli affari tuoi.” le rispose Marguerite con l'occhiolino, come rimandando a più tardi quella conversazione. In realtà non le avrebbe rivelato proprio niente, ma farle credere il contrario avrebbe arrestato almeno momentaneamente le sue domande.

“Entrée.”una voce maschile, bassa e roca e con un forte accento slavo, le invitò a farsi avanti.
Le due prostitute entrarono, richiudendosi la porta alle spalle.
La Chambre 15 era la stanza più lussuosa di tutta la Maison ed era riservata soltanto ad ospiti illustri, così illustri che veniva utilizzata una o due volte l'anno al massimo.
Lo Slavo le attendeva in piedi vicino al tavolo. Su questo erano posati due calici ed una bottiglia di vino bianco. Dahlia era emozionata e l'unica differenza fra lei e sua sorella erano le gote che l'emozione le aveva imporporato. Marguerite fingeva, e lo faceva bene. Raggiunsero il cliente e presero i due calici che lui indicò loro con un galante gesto della mano.
“Non fate complimenti, mie signore. Alla vostra.”
Il suo calice già lo teneva in mano, e lo sollevò per brindare a quelle bellezze francesi che in pochi potevano vantare d'aver avuto nel proprio letto.
“Non ho mai visto due creature così incantevoli. E siete identiche, per Dio. Se non fosse il primo bicchiere della serata, giurerei di vederci doppio.” sorrise lui, andando a carezzare il mento di Dahlia, che si passò la lingua sulle labbra con fare seducente, prendendo uno dei due bicchieri.
“Spogliati.”
Comandò Iosif a Marguerite, che il proprio calice lo aveva solo sollevato, e subito rimesso sul tavolo intatto. Lei annuì con aria lasciva, e si denudò.
Lui indossava soltanto un paio di pantaloni in pelle marrone. Era scalzo, con addosso diversi anelli di metallo, qualche catenina e tanti, troppi tatuaggi per poterli contare. Si sdraiò nel letto e, guardando Marguerite, prese per mano Dahlia, guidandola accanto a sé.
“Vien içi, Cherie...”
sussurrò poi alla prima, mentre carezzava i capelli rossi della seconda. Quando entrambe furono sul talamo, lui incrociò le braccia al petto.

“Baciatevi.”sussurrò con un mezzo sorriso che scopriva un dente d'oro. I baffi si mossero verso l'alto, divenendo essi stessi un oscuro ghigno sbilenco.
Dahlia, che era abituata a cose peggiori, già si stava posizionando frontalmente alla sorella, ma questa, che si avvicinò gattonando allo Slavo, gli chiese un bacio d'incoraggiamento.
“No.” rispose secco lui, indicando col mento la gemella “Prima bacia lei.”
Marguerite corrugò la fronte, e si sentì tirare per la mano dalla sorella.
Tentennò: non voleva. Non poteva.
A quel punto Iosif la prese per i capelli della nuca, costringendola a piegare la testa all'indietro. Le annusò il collo e, quando la sua bocca le raggiunse l'orecchio, le sussurrò pianissimo
“Avresti dovuto pensarci prima, mon tresor. Ti sto dando la possibilità di scegliere.”
La prostituta sgranò gli occhi e comprese. Lui sapeva.
La lasciò andare e lei, che non era certo la persona più altruista di questo mondo, prese fra le mani il viso della sorella, che ingenuamente si lasciò baciare.
La gola di Dahlia ebbe un sussulto, come se avesse appena deglutito qualcosa.
Il viso di Marguerite si riempì di lacrime mentre sentiva il corpo dell'altra abbandonarsi fra le sue braccia, con gli occhi chiusi e nessun respiro a muoverle il petto.
Iosif non disse nulla. Si limitò a guardarla per lunghi istanti, mentre la sua schiena veniva scossa da singhiozzi violenti.
“Mi avevi preparato una morte davvero molto dolce.” parlò infine, col suo solito accento da straniero.
“Sei un mostro.” rispose lei, stringendo quel corpo così simile al suo.
“Hai fatto tutto tu, bambina.”
dicendo questo, come se volesse consolarla, la prese con entrambe le mani per le spalle, costringendola a sdraiarsi sulla schiena e lasciar andare il cadavere di Dahlia. Ma non v'era nulla di caritatevole nelle azioni dello Slavo, che con un calcio fece rotolare l'altra giù dal letto. Il tonfo sordo che ne conseguì fece scoppiare di nuovo Marguerite in lacrime. Pianse disperatamente, ma senza più alcun desiderio di lottare. E Iosif prese ciò per cui aveva pagato, finchè l'alba non lo colse stanco e sudato.

“Dì al tuo padrone che parto per la Spagna. Se vuole provare ad ammazzarmi anche la, stavolta lo faccia di persona. Mi sono stancato dei suoi giochetti.”
Marguerite aveva il volto livido di pianto, non aveva smesso per tutta la notte. Non parlò, ma annuì apatica.





-Duos Pontes 1129 (//Attuale Pontevedra, Spagna)-

“Felipe altra Sangrìa per me e per le signore!” urlò Iosif dal tavolo all'angolo.
L'oste lo raggiunse ridendo baldanzoso, portando ben due brocche colme di vino, spezie e frutta.
Servì da bere allo Slavo e alle quattro prostitute che erano con lui, due delle quali gli sedevano sulle gambe.
“Gracias!” rispose quello, con un cenno del capo cerimonioso.
Le donne risero, l'oste rise, tutti risero.
Andarono avanti per un po' e avrebbero continuato a lungo, se Felipe non fosse tornato al tavolo dicendo “Señor, dos hombres chiedono di voi.”
“Estoy ocupado, non vedi?” il tono dello Slavo si fece tagliente ed il viso dell'oste divenne paonazzo. I suoi occhietti scuri si riempirono della paura tipica degli ignoranti, e chissà come trovò il coraggio di aggiungere “Credo si tratti...di affari, Señor.”
A quelle parole, Iosif sorrise e con un cenno del capo invitò le due donne ad alzarsi.
“Guadalupe e Maria, raggiungetemi fra qualche minuto. Maite e Soledad preparatemi un bagno caldo per dopo.”
Date queste disposizioni, aggirò il bancone ed entrò in cucina, quindi prese una porta posta in fondo alla stanza e raggiunse quello che sembrava un piccolo salotto, con una seconda porta che dava all'esterno. Qui, seduti nelle poltroncine presenti, due uomini.

“Veleno? Lame? Come avete pensato di farmi fuori?”
domandò lo Slavo andandosi a sedere davanti a loro, prima ancora di guardarli in viso. Era evidente che già sapeva di chi si trattasse. Il primo a parlare aveva un forte accento russo.
“Pensavo di stuprarti fino ad ucciderti...”
“Occhio per occhio, eh Boris? Beh, per tua sfortuna ho altri gusti.” gli fece l'occhiolino, sorridendo in quel modo sghembo che lo contraddistingue “Dovresti saperlo, no?”
A quelle parole, Boris gli si scagliò addosso inveendo contro di lui, ma l'altro lo trattenne.“Mantieni la calma, fratello.”
“Ti sei portato il cane da guardia, vedo. Sever, come vanno gli affari in bottega?”
“Alla grande, ma non quanto i tuoi, a giudicare dal giro che hai messo su.” rispose quello, ancora trattenendo il fratello con una mano sul petto ed un tono schifato.
“Ho un bel giro di prostituzione, lo ammetto. Ma ciò che rende maggiormente, non ci crederete, è il mercato di schiavi.” rispose lo Slavo, alzandosi ed andando ad aprire la porta. “Sangrìa?” domandò ai suoi due ospiti, quando dall'uscio entrarono Guadalupe e Maria recando una un vassoio di bicchieri e l'altra una brocca piena. Le ragazze sorrisero e servirono da bere per tutti e tre.

“È finita, Iosif.” ringhiò Boris “Uno di noi non lascerà vivo questa stanza.”
“Questo è sicuro.” rispose lo Slavo facendosi improvvisamente serio.

Ciò che accadde dopo, avvenne nel completo silenzio. Egli guardò Server ed annuì, e questi, che per tutto il tempo non aveva lasciato andare il fratello, strinse la presa attorno alla casacca che questo indossava. Boris non ebbe il tempo di reagire, che si sentì pugnalare alle spalle.
In tutti i sensi.
Cadde in ginocchio, mentre fra le sue scapole scorreva il sangue liberato dalla ferita inferta da un coltello a serramanico. Si volse a guardare il fratello, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata, incapace di parlare.
La domanda che stava gridando senza voce era chiara a tutti: perchè?
Sever lo sosteneva per non farlo cadere in avanti.
“Ti avevo avvisato, fratello.”
Iosif prese uno dei bicchieri vuoti e vi fece colare dentro parte di quel sangue. Le ragazze vi aggiunsero pezzetti di frutta e sedettero per terra accanto a lui. Iosif accostò quel bicchiere alla bocca tremante della sua vittima e gli parlò con calma
“Sai, la Sangrìa in origine era servita fra i contadini portoghesi. Il nome deriva da una parola della loro lingua: Sangre.**”
lentamente, versò il contenuto del calice nella gola di Boris, che soffocò con orrendi suoni gutturali.
“Sever, liberati del cadavere e tornatene a casa. Le nostre strade si dividono qui.”
“Iosif, posso chiederti cosa sta all'origine di tutto questo?”
“Do svidanija.” rispose lo Slavo, col tono di chi non avrebbe aggiunto una sola parola di più.




-Bretagna 1132-

Il suono dolce di un arghilofono riempiva la sera di note malinconiche. A suonarlo: uno slavo seduto su uno scoglio.
“Dove hai imparato a suonare quell'arnese?”
La musica s'interruppe.
“In Spagna, dall'italiano che me l'ha venduto.”
“Devi proprio andare, Iosif?”
“Lo sai, Isabel.”
“Tornerai?”
“Perchè dovrei? Non torno mai due volte nello stesso posto.”
“Ma qui ci sono io!”
“Ah! Pensi di essere speciale? Non sei che una delle tante.”
Isabel si alzò in piedi e prese a camminare sulla sabbia fino ad immergere i piedi nudi nell'acqua del mare. Si strinse nelle spalle, abbracciandosi contro il freddo notturno.
“È la mia ultima notte prima di partire, se hai intenzione di passarla a piagnucolare, troverò un'altra con cui trascorrerla.” disse lui dopo averla raggiunta e costretta a voltarsi prendendole il mento fra le dita della mano sinistra.
“No, scusami. È solo che...”
“Cosa?”
“È solo che mi mancherai.”
lo Slavo rise, con la sua voce roca e l'alito che sapeva di alcol e tabacco “Donne...”
“Come farai a non farti prendere dalle guardie e da tutti quelli che vogliono ucciderti?”
“Come ho sempre fatto.”
“Forse dovresti cambiare nome...”
“Si, immagino che lo farò.”
“Che ne dici di Sindar?”
“Sindar?”
“Sindar.”
“E sia. Se serve a farti stare zitta.”




*Veloci! Veloci! Andate!
**Sangue


Nome vero: Iosif Svyatoslav (Иосиф Святослав)
Nome falso: Sindar
Soprannome: Lo Slavo
Origini: Nasce nel 1102 a Pololsk, nello stato monarchico di Rus' di Kiev (//Parte del territorio dell'attuale Russia), durante il periodo di unità che si protrasse per tutto il regno di Vladimir II, sucessore di Svjatopolk II e predecessore di Mstislav I.

Descrizione fisica: Capelli scuri, tendenti al castano, mossi, spettinati e di media lunghezza. Occhi azzurri, vispi, intelligenti. Due grossi baffi nascondono il labbro superiore e rivelano, quando sorride, un dente d'oro (incisivo laterale destro). È alto (1,80m) e la sua altezza è accentuata da una costituzione abbastanza magra e slanciata. Ha muscoli definiti ma un fisico asciutto, e su torace, braccia e bacino presenta diversi tatuaggi. Le sue mani sono piene di anelli di metallo e all'orecchio sinistro pende un grosso cerchio d'oro. Al collo, invece, diverse collanine.

Allineamento: Neutrale Malvagio
Lingue conosciute: Russo – Francese – Spagnolo
Segni particolari: Diversi tatuaggi – Dente d'oro – Suona l'arghilofono (//Ocarina) (Conosce a memoria giusto un paio di canzoni, non è in grado di suonarlo al di fuori di quelle, quindi non credo serva la skill sulle abilità artistiche)

Skill richiesta: Diplomazia liv. I (Ho preferito non soffermarmi sui singoli casi in cui questa capacità viene messa in atto dal pg. Credo si evinca dalle diverse vicende avvenute nei suoi viaggi che è sempre stato dotato di carisma e capace di convincere gli altri ad assecondarlo. Questo si nota sopratutto quando convince Marguerite ad uccidere sua sorella e quando convince Sever a fare altrettanto col proprio fratello.)
[Modificato da .Sindar. 03/08/2014 12:52]
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Post: 1.759
Sesso: Femminile
04/08/2014 10:42

Passo a esprimermi nel merito:


-Kiev, 1124-

S'è dimenata tutta la notte, finchè le forze non l'hanno abbandonata. Sangue e sudore si sono mescolati e goccia a goccia hanno scandito il tempo di una tortura che sembrava non dover avere fine. Non ha detto una parola, lui. Nemmeno una per tutto il tempo.
Bloccandole i polsi con le mani, e divaricandole le gambe con le ginocchia, ha fatto ciò che doveva -e voleva- senza chiedere il permesso.
L'unica tregua concessa ai sensi della bella Aalina Oktaviya arrivava quando lui, per placarla, la colpiva con forza col dorso della mano. Gli anelli la sfregiavano. Ma quei fendenti di carne e ferraglia la facevano svenire risparmiandole, di tanto in tanto, qualche minuto di dolore.

Non s'è nemmeno riposato dopo, Iosif. Ha continuato finchè lei non ha esalato l'ultimo respiro.
Poi s'è alzato, s'è rivestito, e l'ha guardata come fosse cosa di poco conto.
Prima di lasciare la stanza, ha trovato il tempo di svuotare un bicchiere di liquore, tirare rumorosamente su col naso e gettarle addosso un'ultima occhiata priva d'alcun sentimento.

“Non scomodarti, conosco l'uscita. Do svidanija.” la sua voce roca è rimasta sospesa li, fra odori sgradevoli, in quel sussurro atono che ha preceduto lo sbattere della porta. Aalina non s'è mossa. Coi capelli biondi sparsi sul cuscino è rimasta sola. Profanata. Morta.

Dopo essere uscito dall'abitazione, Iosif ha atteso poco distante, semi nascosto fra le ombre di un vicolo. L'ha visto entrare. Ha contato fino a quindici e poi, una volta sentito l'urlo disperato di Boris Oktaviya, si è acceso la pipa ed è andato via.



lo stupro e i riferimenti ad esso su Avalon non sono accettabili quindi, nonostante sia scritto decisamente molto bene e dia il senso dell'allineamento del pg ti chiedo di rimuovere questa parte o di renderla meno esplicita e molto, molto, molto più soft e di fare lo stesso per tutte le parti di bg dove fai riferimento a stupri o violenze sessuali.

E' molto bello caratterizzare un bg e il personaggio ma trovo che ci siano altri modi e anche se storicamente lo stupro e la violenza sessuale erano e, purtroppo sono, consoni di determinati ambienti, almeno nel bg di un personaggio di fantasia non sono accettabili.
Credo che il senso del carattere del pg e dell'allineamento siano resi già perfettamente con il costringere una delle gemelle ad uccidere l'altra.


NEUTRALE MALVAGIO "il Criminale"
Viene definito il Criminale, io direi maggiormente l'opportunista.
Un Neutrale Malvagio non ha remore, non ha morale, non ha pietà. Un personaggio di questo genere è il vero malvagio, se da la sua parola in merito ad una situazione dove può trarre vantaggio la manterrà fino a che i suoi interessi lo spingeranno a farlo.
L'unico motivo per cui agisce è semplicemente il proprio guadagno personale, qualunque esso sia

1. non necessariamente manterrà la sua parola d’onore
2. mente e bara indiscriminatamente
3. ucciderà con piacere un nemico disarmato
4. userà e danneggerà un innocente, uccidendolo se necessario
5. usa la tortura per ottenere informazioni, godendo della cosa
6. può uccidere per il puro piacere di farlo
7. non vede la necessità di aiutare gli altri, se non in virtù di una ricompensa tangibile
8. lavorerà con gli altri per raggiungere i suoi obiettivi
9. verrà corrotto facilmente
10. tradirà un amico, se questo è funzionale ai suoi interessi
11. non ha rispetto per la vita altrui



Per quanto riguarda la skill diplomazia


Skill richiesta: Diplomazia liv. I (Ho preferito non soffermarmi sui singoli casi in cui questa capacità viene messa in atto dal pg. Credo si evinca dalle diverse vicende avvenute nei suoi viaggi che è sempre stato dotato di carisma e capace di convincere gli altri ad assecondarlo. Questo si nota sopratutto quando convince Marguerite ad uccidere sua sorella e quando convince Sever a fare altrettanto col proprio fratello.)




DIPLOMAZIA (3 livelli)

il possessore di questa skill è dotato di un ottimo carisma e riesce tramite il linguaggio a calmare gli animi o ad ottenere delle concessioni che in mancanza di tale skill risulterebbe più complicato avere (ad esempio incontrare un’autorità).

LIVELLO1 a questo livello il possessore della skill è al principio nell’apprendimento dell’abilità del linguaggio, riesce ad avere una presa superficiale sull’attenzione degli astanti ed è in grado di far desistere una persona dal compiere un atto rischioso o nocivo. (quello poi dipende dal punto di vista di chi usa la skill)



Diciamo che nelle conversazioni che sostiene il pg prevarica la mente degli altri e che in linea generale è una sorta di diplomazia connotata in chiave negativa ovviamente ed è passabile ma, come per tutti gli altri, dato che io invece sono legale malvagio sempre, preferisco, viste anche le modifiche che ti ho chiesto, la descrizione di un ulteriore episodio preciso da affiancare ai dialoghi con il quale il pg dimostra la sua abilità.

Posto questo per quanto riguarda l'ocarina al momento di certo i suoni che produrrà sono solo una o due canzoncine decisamente fastidiose all'udito.

Spero di essere stata chiara. E' vero che un neutrale malvagio è il vero criminale e che la violenza gratuita ed in ogni ambito lo caratterizza ma, visto che siamo in un gioco, è meglio cercare di interpretarlo in modo meno ossessivo.

Restano fermi in ogni caso i miei complimenti per la bella idea e per la storia molto particolare. Purtroppo per quanto sopra

BG NON APPROVATO IN ATTESA DI MODIFICHE

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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Post: 5
Sesso: Maschile
04/08/2014 11:36



Essendo l'unico stupro del bg, ho modificato solo il primo (quello che riguarda Marguerite non lo è, infatti. Lei è una prostituta e piange solo perché è morta sua sorella non per violenze carnali)

Per quanto riguarda la skill, ho aggiunto l'episodio in cui Sindar si fa dare la Chambre 15 senza pagare di più.

Spero vada bene ora.



Questa storia, come molte altre, inizia con un letto sfatto.

Ci sono altri avvenimenti, prima di questo: la sua nascita, il suo primo dentino, il suo primo ginocchio sbucciato. Ma sono cose che non hanno alcun valore, adesso.
La storia di Sindar inizia qui: fra le lenzuola stropicciate di un letto non suo, ma che ha fatto proprio con la violenza.



-Kiev, 1124-

S'è dimenata tutta la notte, finchè le forze non l'hanno abbandonata. Sangue e sudore si sono mescolati e goccia a goccia hanno scandito il tempo di una tortura che sembrava non dover avere fine. Non ha detto una parola, lui. Nemmeno una per tutto il tempo.
La bella Aalina Oktaviya è morta così. E lui? Lui s'è alzato, s'è rivestito, e l'ha guardata come fosse cosa di poco conto.
Prima di lasciare la stanza, ha trovato il tempo di svuotare un bicchiere di liquore, tirare rumorosamente su col naso e gettarle addosso un'ultima occhiata priva d'alcun sentimento.

“Non scomodarti, conosco l'uscita. Do svidanija.” la sua voce roca è rimasta sospesa li, fra odori sgradevoli, in quel sussurro atono che ha preceduto lo sbattere della porta. Aalina non s'è mossa. Coi capelli biondi sparsi sul cuscino è rimasta sola.

Dopo essere uscito dall'abitazione, Iosif ha atteso poco distante, semi nascosto fra le ombre di un vicolo. L'ha visto entrare. Ha contato fino a quindici e poi, una volta sentito l'urlo disperato di Boris Oktaviya, si è acceso la pipa ed è andato via.





“Mi piacerebbe dirti di più, Boris. Dico davvero.”
“Non può essere un fantasma.”
“Non lo è infatti. Ma lo diventa chi lo tradisce.”
“Tradire? Quel fottuto bastardo ha ucciso Aalina! L'ha stuprata a morte, capisci?”
“Che gli hai fatto?”
“Questi non sono affari tuoi, Sever.”
“Esatto. E non voglio che lo diventino. Vattene dalla mia bottega, adesso: se ti sei messo contro lo Slavo, non voglio avere più niente a che fare con te.”
“Come osi? Tu sei mio fratello! Sangue del mio Sangue! Devi aiutarmi! Devi!”
“Non so cosa tu abbia fatto per mettertelo contro, ma l'unico aiuto che posso darti è un consiglio: scappa. Scappa e non fare più ritorno a Kiev.”
“È così, dunque? Bene! Andrò a Pololsk! Non mi fermerò finchè non avrò fatto fuori ogni suo parente ancora in vita.”
“Ah, fratello...Non t'è bastato ciò che ha fatto a tua figlia? Tieniti alla larga da lui e prega che con Aalina abbiate pareggiato i conti.”
“Non mi è rimasto più nulla, Sever. Che altro ho da perdere?”
“Lui trova sempre qualcosa da portarti via, fratello. Non sfidarlo oltre.”





-Nanciacum 1127 (//Attuale Nancy, Francia)-

"S'il vous plait, Madame, la stanza migliore e le due gemelle più belle della Maison"
"Chambre 15, Monsieur. E vi manderò a chiamare Dahlia e Marguerite."
"Merçi, Madame."
"Siete certo di potervele permettere? Non avete l'aria d'essere un nobile..."
"Oh sono certo che con una donna intelligente come voi saprà senz'altro stipulare un accordo vantaggioso per entrambi... "
"Non se ne parla, Monsieur. O pagate o niente"
"Mmh, vediamo...come potrei mettere la questione senza sembrare scortese..."
"..."
"Vedete, il punto è che sono quel tipo d'uomo che non ama perder tempo a chiedere. Di solito prendo e basta e, vi assicuro, sono parecchio bravo in questo. Ora, potete farmi la stanza e le ragazze per questi..." un sacchetto di monete viene gettato sul tavolo. "...e come sono arrivato andrò via, oppure potrei uscire ora da quella porta e far si che voi vi moriate dentro con tutte le ragazze nel giro di trenta secondi, arse vive."
Con lo sguardo Iosif indico il vetro di una finestra, dove un passante si era appena chinato per sistemarsi i calzari, ma lo fece nel momento giusto e, quando la Matrona si volse nella stessa direzione, il passante aveva tutta l'aria d'essere un complice dello Slavo, proprio intento a trafficare sotto la finestra.
La donna, che già si stava lasciando spaventare dallo sguardo penetrante del suo interlocutore, e che non era certamente intelligente come lui la definiva, si voltò preoccupata e, a terrorizzarla del tutto, costringendola così ad accettare, valse il solito sorriso sghembo di Iosif, che lasció intravedere il dente d'oro.


...


“Dahlia, va' a chiamare Marguerite, passerete la notte nella Chambre 15.”
“Chambre 15, Madame? Ma...”
“Vite! Vite! Allez!* Non farmi perdere tempo e fa quello che ti dico, per una buona volta!”
“Oui, Madame.”

Dahlia corse per il corridoio della Maison sbirciando in ogni stanza, fino a trovare Marguerite intenta a fare un bagno caldo ai fiori di lavanda. Entrò ed incrociò le braccia al petto, sedendosi sul bordo della vasca.
“Madame ha detto che stanotte lavoreremo nella Chambre 15.”
“La 15? Sei sicura?”
“Oh si, dev'esser qualcuno d'importante per meritare quella stanza.”
“E per potersi permettere due gemelle!” replicò quella passandosi la spugna sul braccio, lentamente.
Fu in quel momento che entrarono tre ragazze, sghignazzanti come oche giulive, col classico atteggiamento di chi non sta più nella pelle e vuole rivelare una qualche notiziona.
“Stasera siete nella 15, eh?” disse la prima.
“Oh come v'invidio!!!” aggiunse la seconda imbronciandosi.
“Dicono che sia un uomo affascinante!” rivelò la terza, mordendosi il labbro inferiore tutta concitata.
“Ma chi è?” chiese a quel punto Dahlia.
“Lo chiamano lo Slavo...Pare ci sappia fare a letto. Non si sa molto su di lui, ma a quanto pare è...”

Marguerite non ascoltava già più. Lo Slavo.
Quell'appellativo l'era fin troppo familiare. Si alzò con tanta foga che la vasca si svuotò per metà. Le altre ragazze la guardarono esterrefatte, ma lei non disse nulla e corse via. Raggiunse la propria stanza e prese qualcosa di molto piccolo da un cofanetto nascosto sotto il letto. Si trattava di una minuscola perla bianca, che la sera, prima di raggiungere la Chambre 15, mise sotto la lingua.

“Perchè sei corsa via questo pomeriggio?” domandò Dahlia in un sussurro a sua sorella, prima di bussare.
“Fatti gli affari tuoi.” le rispose Marguerite con l'occhiolino, come rimandando a più tardi quella conversazione. In realtà non le avrebbe rivelato proprio niente, ma farle credere il contrario avrebbe arrestato almeno momentaneamente le sue domande.

“Entrée.”una voce maschile, bassa e roca e con un forte accento slavo, le invitò a farsi avanti.
Le due prostitute entrarono, richiudendosi la porta alle spalle.
La Chambre 15 era la stanza più lussuosa di tutta la Maison ed era riservata soltanto ad ospiti illustri, così illustri che veniva utilizzata una o due volte l'anno al massimo.
Lo Slavo le attendeva in piedi vicino al tavolo. Su questo erano posati due calici ed una bottiglia di vino bianco. Dahlia era emozionata e l'unica differenza fra lei e sua sorella erano le gote che l'emozione le aveva imporporato. Marguerite fingeva, e lo faceva bene. Raggiunsero il cliente e presero i due calici che lui indicò loro con un galante gesto della mano.
“Non fate complimenti, mie signore. Alla vostra.”
Il suo calice già lo teneva in mano, e lo sollevò per brindare a quelle bellezze francesi che in pochi potevano vantare d'aver avuto nel proprio letto.
“Non ho mai visto due creature così incantevoli. E siete identiche, per Dio. Se non fosse il primo bicchiere della serata, giurerei di vederci doppio.” sorrise lui, andando a carezzare il mento di Dahlia, che si passò la lingua sulle labbra con fare seducente, prendendo uno dei due bicchieri.
“Spogliati.”
Comandò Iosif a Marguerite, che il proprio calice lo aveva solo sollevato, e subito rimesso sul tavolo intatto. Lei annuì con aria lasciva, e si denudò.
Lui indossava soltanto un paio di pantaloni in pelle marrone. Era scalzo, con addosso diversi anelli di metallo, qualche catenina e tanti, troppi tatuaggi per poterli contare. Si sdraiò nel letto e, guardando Marguerite, prese per mano Dahlia, guidandola accanto a sé.
“Vien içi, Cherie...”
sussurrò poi alla prima, mentre carezzava i capelli rossi della seconda. Quando entrambe furono sul talamo, lui incrociò le braccia al petto.

“Baciatevi.”sussurrò con un mezzo sorriso che scopriva un dente d'oro. I baffi si mossero verso l'alto, divenendo essi stessi un oscuro ghigno sbilenco.
Dahlia, che era abituata a cose peggiori, già si stava posizionando frontalmente alla sorella, ma questa, che si avvicinò gattonando allo Slavo, gli chiese un bacio d'incoraggiamento.
“No.” rispose secco lui, indicando col mento la gemella “Prima bacia lei.”
Marguerite corrugò la fronte, e si sentì tirare per la mano dalla sorella.
Tentennò: non voleva. Non poteva.
A quel punto Iosif la prese per i capelli della nuca, costringendola a piegare la testa all'indietro. Le annusò il collo e, quando la sua bocca le raggiunse l'orecchio, le sussurrò pianissimo
“Avresti dovuto pensarci prima, mon tresor. Ti sto dando la possibilità di scegliere.”
La prostituta sgranò gli occhi e comprese. Lui sapeva.
La lasciò andare e lei, che non era certo la persona più altruista di questo mondo, prese fra le mani il viso della sorella, che ingenuamente si lasciò baciare.
La gola di Dahlia ebbe un sussulto, come se avesse appena deglutito qualcosa.
Il viso di Marguerite si riempì di lacrime mentre sentiva il corpo dell'altra abbandonarsi fra le sue braccia, con gli occhi chiusi e nessun respiro a muoverle il petto.
Iosif non disse nulla. Si limitò a guardarla per lunghi istanti, mentre la sua schiena veniva scossa da singhiozzi violenti.
“Mi avevi preparato una morte davvero molto dolce.” parlò infine, col suo solito accento da straniero.
“Sei un mostro.” rispose lei, stringendo quel corpo così simile al suo.
“Hai fatto tutto tu, bambina.”
dicendo questo, come se volesse consolarla, la prese con entrambe le mani per le spalle, costringendola a sdraiarsi sulla schiena e lasciar andare il cadavere di Dahlia. Ma non v'era nulla di caritatevole nelle azioni dello Slavo, che con un calcio fece rotolare l'altra giù dal letto. Il tonfo sordo che ne conseguì fece scoppiare di nuovo Marguerite in lacrime. Pianse disperatamente, ma senza più alcun desiderio di lottare. E Iosif prese ciò per cui aveva pagato, finchè l'alba non lo colse stanco e sudato.

“Dì al tuo padrone che parto per la Spagna. Se vuole provare ad ammazzarmi anche la, stavolta lo faccia di persona. Mi sono stancato dei suoi giochetti.”
Marguerite aveva il volto livido di pianto, non aveva smesso per tutta la notte. Non parlò, ma annuì apatica.





-Duos Pontes 1129 (//Attuale Pontevedra, Spagna)-

“Felipe altra Sangrìa per me e per le signore!” urlò Iosif dal tavolo all'angolo.
L'oste lo raggiunse ridendo baldanzoso, portando ben due brocche colme di vino, spezie e frutta.
Servì da bere allo Slavo e alle quattro prostitute che erano con lui, due delle quali gli sedevano sulle gambe.
“Gracias!” rispose quello, con un cenno del capo cerimonioso.
Le donne risero, l'oste rise, tutti risero.
Andarono avanti per un po' e avrebbero continuato a lungo, se Felipe non fosse tornato al tavolo dicendo “Señor, dos hombres chiedono di voi.”
“Estoy ocupado, non vedi?” il tono dello Slavo si fece tagliente ed il viso dell'oste divenne paonazzo. I suoi occhietti scuri si riempirono della paura tipica degli ignoranti, e chissà come trovò il coraggio di aggiungere “Credo si tratti...di affari, Señor.”
A quelle parole, Iosif sorrise e con un cenno del capo invitò le due donne ad alzarsi.
“Guadalupe e Maria, raggiungetemi fra qualche minuto. Maite e Soledad preparatemi un bagno caldo per dopo.”
Date queste disposizioni, aggirò il bancone ed entrò in cucina, quindi prese una porta posta in fondo alla stanza e raggiunse quello che sembrava un piccolo salotto, con una seconda porta che dava all'esterno. Qui, seduti nelle poltroncine presenti, due uomini.

“Veleno? Lame? Come avete pensato di farmi fuori?”
domandò lo Slavo andandosi a sedere davanti a loro, prima ancora di guardarli in viso. Era evidente che già sapeva di chi si trattasse. Il primo a parlare aveva un forte accento russo.
“Pensavo di stuprarti fino ad ucciderti...”
“Occhio per occhio, eh Boris? Beh, per tua sfortuna ho altri gusti.” gli fece l'occhiolino, sorridendo in quel modo sghembo che lo contraddistingue “Dovresti saperlo, no?”
A quelle parole, Boris gli si scagliò addosso inveendo contro di lui, ma l'altro lo trattenne.“Mantieni la calma, fratello.”
“Ti sei portato il cane da guardia, vedo. Sever, come vanno gli affari in bottega?”
“Alla grande, ma non quanto i tuoi, a giudicare dal giro che hai messo su.” rispose quello, ancora trattenendo il fratello con una mano sul petto ed un tono schifato.
“Ho un bel giro di prostituzione, lo ammetto. Ma ciò che rende maggiormente, non ci crederete, è il mercato di schiavi.” rispose lo Slavo, alzandosi ed andando ad aprire la porta. “Sangrìa?” domandò ai suoi due ospiti, quando dall'uscio entrarono Guadalupe e Maria recando una un vassoio di bicchieri e l'altra una brocca piena. Le ragazze sorrisero e servirono da bere per tutti e tre.

“È finita, Iosif.” ringhiò Boris “Uno di noi non lascerà vivo questa stanza.”
“Questo è sicuro.” rispose lo Slavo facendosi improvvisamente serio.

Ciò che accadde dopo, avvenne nel completo silenzio. Egli guardò Server ed annuì, e questi, che per tutto il tempo non aveva lasciato andare il fratello, strinse la presa attorno alla casacca che questo indossava. Boris non ebbe il tempo di reagire, che si sentì pugnalare alle spalle.
In tutti i sensi.
Cadde in ginocchio, mentre fra le sue scapole scorreva il sangue liberato dalla ferita inferta da un coltello a serramanico. Si volse a guardare il fratello, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata, incapace di parlare.
La domanda che stava gridando senza voce era chiara a tutti: perchè?
Sever lo sosteneva per non farlo cadere in avanti.
“Ti avevo avvisato, fratello.”
Iosif prese uno dei bicchieri vuoti e vi fece colare dentro parte di quel sangue. Le ragazze vi aggiunsero pezzetti di frutta e sedettero per terra accanto a lui. Iosif accostò quel bicchiere alla bocca tremante della sua vittima e gli parlò con calma
“Sai, la Sangrìa in origine era servita fra i contadini portoghesi. Il nome deriva da una parola della loro lingua: Sangre.**”
lentamente, versò il contenuto del calice nella gola di Boris, che soffocò con orrendi suoni gutturali.
“Sever, liberati del cadavere e tornatene a casa. Le nostre strade si dividono qui.”
“Iosif, posso chiederti cosa sta all'origine di tutto questo?”
“Do svidanija.” rispose lo Slavo, col tono di chi non avrebbe aggiunto una sola parola di più.




-Bretagna 1132-

Il suono dolce di un arghilofono riempiva la sera di note malinconiche. A suonarlo: uno slavo seduto su uno scoglio.
“Dove hai imparato a suonare quell'arnese?”
La musica s'interruppe.
“In Spagna, dall'italiano che me l'ha venduto.”
“Devi proprio andare, Iosif?”
“Lo sai, Isabel.”
“Tornerai?”
“Perchè dovrei? Non torno mai due volte nello stesso posto.”
“Ma qui ci sono io!”
“Ah! Pensi di essere speciale? Non sei che una delle tante.”
Isabel si alzò in piedi e prese a camminare sulla sabbia fino ad immergere i piedi nudi nell'acqua del mare. Si strinse nelle spalle, abbracciandosi contro il freddo notturno.
“È la mia ultima notte prima di partire, se hai intenzione di passarla a piagnucolare, troverò un'altra con cui trascorrerla.” disse lui dopo averla raggiunta e costretta a voltarsi prendendole il mento fra le dita della mano sinistra.
“No, scusami. È solo che...”
“Cosa?”
“È solo che mi mancherai.”
lo Slavo rise, con la sua voce roca e l'alito che sapeva di alcol e tabacco “Donne...”
“Come farai a non farti prendere dalle guardie e da tutti quelli che vogliono ucciderti?”
“Come ho sempre fatto.”
“Forse dovresti cambiare nome...”
“Si, immagino che lo farò.”
“Che ne dici di Sindar?”
“Sindar?”
“Sindar.”
“E sia. Se serve a farti stare zitta.”




*Veloci! Veloci! Andate!
**Sangue


Nome vero: Iosif Svyatoslav (Иосиф Святослав)
Nome falso: Sindar
Soprannome: Lo Slavo
Origini: Nasce nel 1102 a Pololsk, nello stato monarchico di Rus' di Kiev (//Parte del territorio dell'attuale Russia), durante il periodo di unità che si protrasse per tutto il regno di Vladimir II, sucessore di Svjatopolk II e predecessore di Mstislav I.

Descrizione fisica: Capelli scuri, tendenti al castano, mossi, spettinati e di media lunghezza. Occhi azzurri, vispi, intelligenti. Due grossi baffi nascondono il labbro superiore e rivelano, quando sorride, un dente d'oro (incisivo laterale destro). È alto (1,80m) e la sua altezza è accentuata da una costituzione abbastanza magra e slanciata. Ha muscoli definiti ma un fisico asciutto, e su torace, braccia e bacino presenta diversi tatuaggi. Le sue mani sono piene di anelli di metallo e all'orecchio sinistro pende un grosso cerchio d'oro. Al collo, invece, diverse collanine.

Allineamento: Neutrale Malvagio
Lingue conosciute: Russo – Francese – Spagnolo
Segni particolari: Diversi tatuaggi – Dente d'oro – Suona l'arghilofono (//Ocarina)

Skill richiesta: Diplomazia liv. I
[Modificato da .Sindar. 04/08/2014 11:41]
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Post: 1.759
Sesso: Femminile
04/08/2014 11:49

Se si può togliere anche questo


“Tradire? Quel fottuto bastardo ha ucciso Aalina! L'ha stuprata a morte, capisci?”



passo ad approvare il tutto.

Solo questa piccola cosina che pare insignificante ma che non lo è visto che abbiamo tolto la parte sopra e che con questa misera frase invece lo riportiamo per intero, meglio lasciarlo fra le righe.


BG NON APPROVATO IN ATTESA DI ULTIMA MODIFICA

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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Post: 5
Sesso: Maschile
04/08/2014 12:01

Questa storia, come molte altre, inizia con un letto sfatto.

Ci sono altri avvenimenti, prima di questo: la sua nascita, il suo primo dentino, il suo primo ginocchio sbucciato. Ma sono cose che non hanno alcun valore, adesso.
La storia di Sindar inizia qui: fra le lenzuola stropicciate di un letto non suo, ma che ha fatto proprio con la violenza.



-Kiev, 1124-

S'è dimenata tutta la notte, finchè le forze non l'hanno abbandonata. Sangue e sudore si sono mescolati e goccia a goccia hanno scandito il tempo di una tortura che sembrava non dover avere fine. Non ha detto una parola, lui. Nemmeno una per tutto il tempo.
La bella Aalina Oktaviya è morta così. E lui? Lui s'è alzato, s'è rivestito, e l'ha guardata come fosse cosa di poco conto.
Prima di lasciare la stanza, ha trovato il tempo di svuotare un bicchiere di liquore, tirare rumorosamente su col naso e gettarle addosso un'ultima occhiata priva d'alcun sentimento.

“Non scomodarti, conosco l'uscita. Do svidanija.” la sua voce roca è rimasta sospesa li, fra odori sgradevoli, in quel sussurro atono che ha preceduto lo sbattere della porta. Aalina non s'è mossa. Coi capelli biondi sparsi sul cuscino è rimasta sola.

Dopo essere uscito dall'abitazione, Iosif ha atteso poco distante, semi nascosto fra le ombre di un vicolo. L'ha visto entrare. Ha contato fino a quindici e poi, una volta sentito l'urlo disperato di Boris Oktaviya, si è acceso la pipa ed è andato via.





“Mi piacerebbe dirti di più, Boris. Dico davvero.”
“Non può essere un fantasma.”
“Non lo è infatti. Ma lo diventa chi lo tradisce.”
“Tradire? Quel fottuto bastardo ha ucciso Aalina!”
“Che gli hai fatto?”
“Questi non sono affari tuoi, Sever.”
“Esatto. E non voglio che lo diventino. Vattene dalla mia bottega, adesso: se ti sei messo contro lo Slavo, non voglio avere più niente a che fare con te.”
“Come osi? Tu sei mio fratello! Sangue del mio Sangue! Devi aiutarmi! Devi!”
“Non so cosa tu abbia fatto per mettertelo contro, ma l'unico aiuto che posso darti è un consiglio: scappa. Scappa e non fare più ritorno a Kiev.”
“È così, dunque? Bene! Andrò a Pololsk! Non mi fermerò finchè non avrò fatto fuori ogni suo parente ancora in vita.”
“Ah, fratello...Non t'è bastato ciò che ha fatto a tua figlia? Tieniti alla larga da lui e prega che con Aalina abbiate pareggiato i conti.”
“Non mi è rimasto più nulla, Sever. Che altro ho da perdere?”
“Lui trova sempre qualcosa da portarti via, fratello. Non sfidarlo oltre.”





-Nanciacum 1127 (//Attuale Nancy, Francia)-

"S'il vous plait, Madame, la stanza migliore e le due gemelle più belle della Maison"
"Chambre 15, Monsieur. E vi manderò a chiamare Dahlia e Marguerite."
"Merçi, Madame."
"Siete certo di potervele permettere? Non avete l'aria d'essere un nobile..."
"Oh sono certo che con una donna intelligente come voi saprà senz'altro stipulare un accordo vantaggioso per entrambi... "
"Non se ne parla, Monsieur. O pagate o niente"
"Mmh, vediamo...come potrei mettere la questione senza sembrare scortese..."
"..."
"Vedete, il punto è che sono quel tipo d'uomo che non ama perder tempo a chiedere. Di solito prendo e basta e, vi assicuro, sono parecchio bravo in questo. Ora, potete farmi la stanza e le ragazze per questi..." un sacchetto di monete viene gettato sul tavolo. "...e come sono arrivato andrò via, oppure potrei uscire ora da quella porta e far si che voi vi moriate dentro con tutte le ragazze nel giro di trenta secondi, arse vive."
Con lo sguardo Iosif indico il vetro di una finestra, dove un passante si era appena chinato per sistemarsi i calzari, ma lo fece nel momento giusto e, quando la Matrona si volse nella stessa direzione, il passante aveva tutta l'aria d'essere un complice dello Slavo, proprio intento a trafficare sotto la finestra.
La donna, che già si stava lasciando spaventare dallo sguardo penetrante del suo interlocutore, e che non era certamente intelligente come lui la definiva, si voltò preoccupata e, a terrorizzarla del tutto, costringendola così ad accettare, valse il solito sorriso sghembo di Iosif, che lasció intravedere il dente d'oro.


...


“Dahlia, va' a chiamare Marguerite, passerete la notte nella Chambre 15.”
“Chambre 15, Madame? Ma...”
“Vite! Vite! Allez!* Non farmi perdere tempo e fa quello che ti dico, per una buona volta!”
“Oui, Madame.”

Dahlia corse per il corridoio della Maison sbirciando in ogni stanza, fino a trovare Marguerite intenta a fare un bagno caldo ai fiori di lavanda. Entrò ed incrociò le braccia al petto, sedendosi sul bordo della vasca.
“Madame ha detto che stanotte lavoreremo nella Chambre 15.”
“La 15? Sei sicura?”
“Oh si, dev'esser qualcuno d'importante per meritare quella stanza.”
“E per potersi permettere due gemelle!” replicò quella passandosi la spugna sul braccio, lentamente.
Fu in quel momento che entrarono tre ragazze, sghignazzanti come oche giulive, col classico atteggiamento di chi non sta più nella pelle e vuole rivelare una qualche notiziona.
“Stasera siete nella 15, eh?” disse la prima.
“Oh come v'invidio!!!” aggiunse la seconda imbronciandosi.
“Dicono che sia un uomo affascinante!” rivelò la terza, mordendosi il labbro inferiore tutta concitata.
“Ma chi è?” chiese a quel punto Dahlia.
“Lo chiamano lo Slavo...Pare ci sappia fare a letto. Non si sa molto su di lui, ma a quanto pare è...”

Marguerite non ascoltava già più. Lo Slavo.
Quell'appellativo l'era fin troppo familiare. Si alzò con tanta foga che la vasca si svuotò per metà. Le altre ragazze la guardarono esterrefatte, ma lei non disse nulla e corse via. Raggiunse la propria stanza e prese qualcosa di molto piccolo da un cofanetto nascosto sotto il letto. Si trattava di una minuscola perla bianca, che la sera, prima di raggiungere la Chambre 15, mise sotto la lingua.

“Perchè sei corsa via questo pomeriggio?” domandò Dahlia in un sussurro a sua sorella, prima di bussare.
“Fatti gli affari tuoi.” le rispose Marguerite con l'occhiolino, come rimandando a più tardi quella conversazione. In realtà non le avrebbe rivelato proprio niente, ma farle credere il contrario avrebbe arrestato almeno momentaneamente le sue domande.

“Entrée.”una voce maschile, bassa e roca e con un forte accento slavo, le invitò a farsi avanti.
Le due prostitute entrarono, richiudendosi la porta alle spalle.
La Chambre 15 era la stanza più lussuosa di tutta la Maison ed era riservata soltanto ad ospiti illustri, così illustri che veniva utilizzata una o due volte l'anno al massimo.
Lo Slavo le attendeva in piedi vicino al tavolo. Su questo erano posati due calici ed una bottiglia di vino bianco. Dahlia era emozionata e l'unica differenza fra lei e sua sorella erano le gote che l'emozione le aveva imporporato. Marguerite fingeva, e lo faceva bene. Raggiunsero il cliente e presero i due calici che lui indicò loro con un galante gesto della mano.
“Non fate complimenti, mie signore. Alla vostra.”
Il suo calice già lo teneva in mano, e lo sollevò per brindare a quelle bellezze francesi che in pochi potevano vantare d'aver avuto nel proprio letto.
“Non ho mai visto due creature così incantevoli. E siete identiche, per Dio. Se non fosse il primo bicchiere della serata, giurerei di vederci doppio.” sorrise lui, andando a carezzare il mento di Dahlia, che si passò la lingua sulle labbra con fare seducente, prendendo uno dei due bicchieri.
“Spogliati.”
Comandò Iosif a Marguerite, che il proprio calice lo aveva solo sollevato, e subito rimesso sul tavolo intatto. Lei annuì con aria lasciva, e si denudò.
Lui indossava soltanto un paio di pantaloni in pelle marrone. Era scalzo, con addosso diversi anelli di metallo, qualche catenina e tanti, troppi tatuaggi per poterli contare. Si sdraiò nel letto e, guardando Marguerite, prese per mano Dahlia, guidandola accanto a sé.
“Vien içi, Cherie...”
sussurrò poi alla prima, mentre carezzava i capelli rossi della seconda. Quando entrambe furono sul talamo, lui incrociò le braccia al petto.

“Baciatevi.”sussurrò con un mezzo sorriso che scopriva un dente d'oro. I baffi si mossero verso l'alto, divenendo essi stessi un oscuro ghigno sbilenco.
Dahlia, che era abituata a cose peggiori, già si stava posizionando frontalmente alla sorella, ma questa, che si avvicinò gattonando allo Slavo, gli chiese un bacio d'incoraggiamento.
“No.” rispose secco lui, indicando col mento la gemella “Prima bacia lei.”
Marguerite corrugò la fronte, e si sentì tirare per la mano dalla sorella.
Tentennò: non voleva. Non poteva.
A quel punto Iosif la prese per i capelli della nuca, costringendola a piegare la testa all'indietro. Le annusò il collo e, quando la sua bocca le raggiunse l'orecchio, le sussurrò pianissimo
“Avresti dovuto pensarci prima, mon tresor. Ti sto dando la possibilità di scegliere.”
La prostituta sgranò gli occhi e comprese. Lui sapeva.
La lasciò andare e lei, che non era certo la persona più altruista di questo mondo, prese fra le mani il viso della sorella, che ingenuamente si lasciò baciare.
La gola di Dahlia ebbe un sussulto, come se avesse appena deglutito qualcosa.
Il viso di Marguerite si riempì di lacrime mentre sentiva il corpo dell'altra abbandonarsi fra le sue braccia, con gli occhi chiusi e nessun respiro a muoverle il petto.
Iosif non disse nulla. Si limitò a guardarla per lunghi istanti, mentre la sua schiena veniva scossa da singhiozzi violenti.
“Mi avevi preparato una morte davvero molto dolce.” parlò infine, col suo solito accento da straniero.
“Sei un mostro.” rispose lei, stringendo quel corpo così simile al suo.
“Hai fatto tutto tu, bambina.”
dicendo questo, come se volesse consolarla, la prese con entrambe le mani per le spalle, costringendola a sdraiarsi sulla schiena e lasciar andare il cadavere di Dahlia. Ma non v'era nulla di caritatevole nelle azioni dello Slavo, che con un calcio fece rotolare l'altra giù dal letto. Il tonfo sordo che ne conseguì fece scoppiare di nuovo Marguerite in lacrime. Pianse disperatamente, ma senza più alcun desiderio di lottare. E Iosif prese ciò per cui aveva pagato, finchè l'alba non lo colse stanco e sudato.

“Dì al tuo padrone che parto per la Spagna. Se vuole provare ad ammazzarmi anche la, stavolta lo faccia di persona. Mi sono stancato dei suoi giochetti.”
Marguerite aveva il volto livido di pianto, non aveva smesso per tutta la notte. Non parlò, ma annuì apatica.





-Duos Pontes 1129 (//Attuale Pontevedra, Spagna)-

“Felipe altra Sangrìa per me e per le signore!” urlò Iosif dal tavolo all'angolo.
L'oste lo raggiunse ridendo baldanzoso, portando ben due brocche colme di vino, spezie e frutta.
Servì da bere allo Slavo e alle quattro prostitute che erano con lui, due delle quali gli sedevano sulle gambe.
“Gracias!” rispose quello, con un cenno del capo cerimonioso.
Le donne risero, l'oste rise, tutti risero.
Andarono avanti per un po' e avrebbero continuato a lungo, se Felipe non fosse tornato al tavolo dicendo “Señor, dos hombres chiedono di voi.”
“Estoy ocupado, non vedi?” il tono dello Slavo si fece tagliente ed il viso dell'oste divenne paonazzo. I suoi occhietti scuri si riempirono della paura tipica degli ignoranti, e chissà come trovò il coraggio di aggiungere “Credo si tratti...di affari, Señor.”
A quelle parole, Iosif sorrise e con un cenno del capo invitò le due donne ad alzarsi.
“Guadalupe e Maria, raggiungetemi fra qualche minuto. Maite e Soledad preparatemi un bagno caldo per dopo.”
Date queste disposizioni, aggirò il bancone ed entrò in cucina, quindi prese una porta posta in fondo alla stanza e raggiunse quello che sembrava un piccolo salotto, con una seconda porta che dava all'esterno. Qui, seduti nelle poltroncine presenti, due uomini.

“Veleno? Lame? Come avete pensato di farmi fuori?”
domandò lo Slavo andandosi a sedere davanti a loro, prima ancora di guardarli in viso. Era evidente che già sapeva di chi si trattasse. Il primo a parlare aveva un forte accento russo.
“Pensavo di stuprarti fino ad ucciderti...”
“Occhio per occhio, eh Boris? Beh, per tua sfortuna ho altri gusti.” gli fece l'occhiolino, sorridendo in quel modo sghembo che lo contraddistingue “Dovresti saperlo, no?”
A quelle parole, Boris gli si scagliò addosso inveendo contro di lui, ma l'altro lo trattenne.“Mantieni la calma, fratello.”
“Ti sei portato il cane da guardia, vedo. Sever, come vanno gli affari in bottega?”
“Alla grande, ma non quanto i tuoi, a giudicare dal giro che hai messo su.” rispose quello, ancora trattenendo il fratello con una mano sul petto ed un tono schifato.
“Ho un bel giro di prostituzione, lo ammetto. Ma ciò che rende maggiormente, non ci crederete, è il mercato di schiavi.” rispose lo Slavo, alzandosi ed andando ad aprire la porta. “Sangrìa?” domandò ai suoi due ospiti, quando dall'uscio entrarono Guadalupe e Maria recando una un vassoio di bicchieri e l'altra una brocca piena. Le ragazze sorrisero e servirono da bere per tutti e tre.

“È finita, Iosif.” ringhiò Boris “Uno di noi non lascerà vivo questa stanza.”
“Questo è sicuro.” rispose lo Slavo facendosi improvvisamente serio.

Ciò che accadde dopo, avvenne nel completo silenzio. Egli guardò Server ed annuì, e questi, che per tutto il tempo non aveva lasciato andare il fratello, strinse la presa attorno alla casacca che questo indossava. Boris non ebbe il tempo di reagire, che si sentì pugnalare alle spalle.
In tutti i sensi.
Cadde in ginocchio, mentre fra le sue scapole scorreva il sangue liberato dalla ferita inferta da un coltello a serramanico. Si volse a guardare il fratello, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata, incapace di parlare.
La domanda che stava gridando senza voce era chiara a tutti: perchè?
Sever lo sosteneva per non farlo cadere in avanti.
“Ti avevo avvisato, fratello.”
Iosif prese uno dei bicchieri vuoti e vi fece colare dentro parte di quel sangue. Le ragazze vi aggiunsero pezzetti di frutta e sedettero per terra accanto a lui. Iosif accostò quel bicchiere alla bocca tremante della sua vittima e gli parlò con calma
“Sai, la Sangrìa in origine era servita fra i contadini portoghesi. Il nome deriva da una parola della loro lingua: Sangre.**”
lentamente, versò il contenuto del calice nella gola di Boris, che soffocò con orrendi suoni gutturali.
“Sever, liberati del cadavere e tornatene a casa. Le nostre strade si dividono qui.”
“Iosif, posso chiederti cosa sta all'origine di tutto questo?”
“Do svidanija.” rispose lo Slavo, col tono di chi non avrebbe aggiunto una sola parola di più.




-Bretagna 1132-

Il suono dolce di un arghilofono riempiva la sera di note malinconiche. A suonarlo: uno slavo seduto su uno scoglio.
“Dove hai imparato a suonare quell'arnese?”
La musica s'interruppe.
“In Spagna, dall'italiano che me l'ha venduto.”
“Devi proprio andare, Iosif?”
“Lo sai, Isabel.”
“Tornerai?”
“Perchè dovrei? Non torno mai due volte nello stesso posto.”
“Ma qui ci sono io!”
“Ah! Pensi di essere speciale? Non sei che una delle tante.”
Isabel si alzò in piedi e prese a camminare sulla sabbia fino ad immergere i piedi nudi nell'acqua del mare. Si strinse nelle spalle, abbracciandosi contro il freddo notturno.
“È la mia ultima notte prima di partire, se hai intenzione di passarla a piagnucolare, troverò un'altra con cui trascorrerla.” disse lui dopo averla raggiunta e costretta a voltarsi prendendole il mento fra le dita della mano sinistra.
“No, scusami. È solo che...”
“Cosa?”
“È solo che mi mancherai.”
lo Slavo rise, con la sua voce roca e l'alito che sapeva di alcol e tabacco “Donne...”
“Come farai a non farti prendere dalle guardie e da tutti quelli che vogliono ucciderti?”
“Come ho sempre fatto.”
“Forse dovresti cambiare nome...”
“Si, immagino che lo farò.”
“Che ne dici di Sindar?”
“Sindar?”
“Sindar.”
“E sia. Se serve a farti stare zitta.”




*Veloci! Veloci! Andate!
**Sangue


Nome vero: Iosif Svyatoslav (Иосиф Святослав)
Nome falso: Sindar
Soprannome: Lo Slavo
Origini: Nasce nel 1102 a Pololsk, nello stato monarchico di Rus' di Kiev (//Parte del territorio dell'attuale Russia), durante il periodo di unità che si protrasse per tutto il regno di Vladimir II, sucessore di Svjatopolk II e predecessore di Mstislav I.

Descrizione fisica: Capelli scuri, tendenti al castano, mossi, spettinati e di media lunghezza. Occhi azzurri, vispi, intelligenti. Due grossi baffi nascondono il labbro superiore e rivelano, quando sorride, un dente d'oro (incisivo laterale destro). È alto (1,80m) e la sua altezza è accentuata da una costituzione abbastanza magra e slanciata. Ha muscoli definiti ma un fisico asciutto, e su torace, braccia e bacino presenta diversi tatuaggi. Le sue mani sono piene di anelli di metallo e all'orecchio sinistro pende un grosso cerchio d'oro. Al collo, invece, diverse collanine.

Allineamento: Neutrale Malvagio
Lingue conosciute: Russo – Francese – Spagnolo
Segni particolari: Diversi tatuaggi – Dente d'oro – Suona l'arghilofono (//Ocarina)

Skill richiesta: Diplomazia liv. I
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Post: 1.759
Sesso: Femminile
04/08/2014 12:07

Ti ringrazio.

BG APPROVATO
SKILL DIPLOMAZIA LIV 1 APPROVATA
ALLINEAMENTO NEUTRALE MALVAGIO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE

TERRE DI PROVENIENZA PRESENTI - CENSIRSI CLAN NORDICO

Lingue conosciute: Russo – Francese – Spagnolo (delle ultime due rudimenti per la sopravvivenza che poi con un buon gioco on diverranno conoscenza vera e propria).

-L’approvazione della conoscenza di una lingua, invece, verrà trattata in sezione generale e necessiterà di due giocate ben approfondite.




Segni particolari: Diversi tatuaggi – Dente d'oro –
Suona l'arghilofono (//Ocarina) - APPENA POSSIBILE CHIEDERE OGGETTO A MDM

SCHEDA GIOCO AGGIORNATA
[Modificato da EDAVE 04/08/2014 12:10]

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




OFFLINE
Post: 5
Sesso: Maschile
04/08/2014 15:53

Quindi Sindar, che ha vissuto due anni in Francia e tre in Spagna, non ha imparato le lingue locali? [SM=g8905]

Grazie per il tempo dedicatomi, vo a censirmi.

OFFLINE
Post: 1.759
Sesso: Femminile
04/08/2014 16:23

Quindi Sindar conosce i rudimenti di tali lingue visto anche l'epoca di riferimento e sarà agevolato nell'impararle in on avendo già un base da cui partire [SM=g8920]

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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