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SWANISH LOVELL

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2014 22:26
OFFLINE
Post: 4
Città: MILANO
Età: 38
Sesso: Femminile
28/08/2014 14:43

IL PARADISO

E’ una fuga a perdifiato quella che Velvet Van Sant compie a fine estate, scappando dal Palazzo del Governatore, quasi fosse un ladruncolo, con il favore delle tenebre.
I cavalli che tirano la carrozza, corrono quasi a briglie sciolte per lasciarsi alle spalle il più presto possibile la Cittadella, infastiditi dall’incessante pianto della Francese.
Ariok MacDuin, il suo primogenito, è scomparso.
Etienne Van Sant, il suo gemello, è scomparso.
Aracne e Macstar, i suoi Confratelli, sono scomparsi.
Jhane Duvall, il suo Ductor, minaccia di strapparle la lingua, per invidia di Colei che ricama parole più taglienti di coltelli.
Belsatan DueBestie, suo “padre”, appare nella sua vita, per disporre di questa, e del suo corpo, come al meglio crede, per poi sparire nel nulla, senza fornirle spiegazioni.
I suoi incubi si rincorrono incessanti, facendole vedere persone che non appartengono più a questo mondo, tormentando il suo equilibrio psichico.
La vita dell’Elitè sembra si stia frantumando come delicatissimo vaso di vetro, lasciando solo schegge taglienti come rasoi.
Ha da poco scoperto di essere nuovamente in stato interessante e, conscia che il padre non approverebbe, non le rimane che la fuga da Avalon.
Per far chiarezza.
Per ritrovare la serenità.
Per nascondere il frutto del peccato.
Per ritornare ad essere più forte di prima.

Quella fuga durò diversi giorni. Non aveva una meta precisa ma un chiaro intento: quello di mettere più distanza possibile fra lei e Barrington. Incurante di ciò che avrebbero detto, o pensato, i suoi Confratelli ed il Ductor quando si fossero accorti della sua scomparsa.
Stanca e stremata si fermò in un villaggio alle porte di una città dell’Inghilterra settentrionale , e prese alloggio in una locanda per rifocillarsi e riposarsi.
I giorni di fine estate si trascinavano lentamente, come la vita della Van Sant, impegnata solo in lunghe passeggiate ed altrettanto lunghi periodi di riposo.
Nessuna amicizia, nessuna conoscenza, nessuna confidenza elargita: solo l’educazione che da sempre la contraddistingueva.
Il ventre iniziava a dilatarsi sempre di più, non permettendo più alla Van Sant di nasconderlo sotto alle vesti. Ed è stato questo il pretesto utilizzato da una dama, per avvicinarsi e tentar di fare la sua conoscenza.
D’aspetto mite, gentile ed indubbiamente aristocratico, la avvicinò durante una delle sue passeggiate, dispensando inutili, e non richiesti, suggerimenti sul comportamento e le precauzioni da osservare in gravidanza. Approccio non poco fastidioso, questo, per l’Elitè ma, superata la diffidenza iniziale, fra le due iniziò a consolidarsi un buon dialogo, a cui seguì un progressivo scambio di confidenze.
I mesi passavano e il loro incontro per passeggiare, ormai, era diventato un vero e proprio appuntamento a cui la Francese difficilmente mancava.
Velvet scoprì che quella donna, moglie di un ricco mercante, era l’incarnazione della risoluzione dei suoi problemi: il suo matrimonio vacillava perché l’erede non arrivava.
Una bugia: la sua salvezza!
Miss Lovell, così si chiama, ha raccontato al marito, partito per un lungo viaggio d’affari, di trovarsi in stato interessante e che al suo ritorno avrebbe, finalmente, abbracciato il suo tanto atteso erede.
Un guizzo negli occhi della Van Sant: avrebbe partorito e donato il frutto del peccato a quella donna e sarebbe sparita nel nulla, ritornando alla sua vita a Barrington, come se nulla fosse accaduto.
E così accadde: Velvet diede alla luce non uno, bensì due gemelli. Proprio come lo erano stati lei ed Etienne Van Sant.
Miss Lovell non si capacitava dalla felicità.
Solo un patto prima del definitivo commiato: la consegna ai gemelli di una lettera al compimento della loro maggiore età…

I due “illegittimi” consumarono la loro infanzia e la loro adolescenza in mezzo alla menzogna. Viziati e cresciuti come doni preziosi del cielo. Cullati dal falso amore eretto minuziosamente sopra una moltitudine di inganni. E loro ignari di tutto… Un principe ed una principessa di un castello di carta.

IL PURGATORIO

Fra la moltitudine di inutili orpelli, atti ad appagare smodati vizi e a colmare i sensi di colpa della madre adottiva, anche un cofanetto, accuratamente cesellato, viene consegnato in dono agli “illegittimi” al compimento della loro maggiore età. E solo quello è in grado di catturare l’attenzione di Coloro che, hanno sempre potuto godere di tutto ciò che desideravano.
Al suo interno poche pagine, strappate da un diario, ancora intrise di una delicata essenza, e niente altro.
Una sconosciuta calligrafia appare, così, innanzi agli occhi curiosi dei due gemelli, ancora ignari che le informazioni contenute stanno per cambiare radicalmente la loro vita, facendo definitivamente crollare quell’effimero castello di carte, di menzogne e di ipocrisia, che ha dato loro asilo per tutti questi anni…


“Per chi non fraintenda
narra la leggenda
di quella gitana che pregò la luna
bianca ed alta nel ciel
mentre sorrideva lei la supplicava
fa che torni da me!
Tu riavrai quell’uomo pelle scura
con il suo perdono donna impura
però in cambio voglio che il tuo primo figlio
venga a stare con me.
Chi i suoi figli immola
per non stare sola
non è degna di un Re…
Nacquero a primavera
due bambini
da quel padre scuro come il fumo
con la pelle chiara, gli occhi di laguna
come… figli di Luna!”


§ Nel buio delle tenebre, il pennino, sporco d’inchiostro, graffia le pagine del diario, come unghie che graffiano la schiena di un amante, sporcandosi di sangue e di lussuria … Le pagine strappate non verranno fatte recapitare a Belsatan, bensì riposte, con cura, all’interno di uno scrigno e lasciate a Madame Lovell. §

Padre mio, Belsatan,
lo hai detto anche tu, io non sono una donna qualsiasi.
Io sono tua figlia!
Progenie del Demonio in persona!
Ma ora, in questo preciso istante in cui la verità mi divora, Padre mio,
io vorrei..
Vorrei un cuore artificiale.
Muto.
Non questo clavicembalo pieno di violini struggenti. Non questo contenitore di sogni, illusioni e utopie. Meccanico meccanismo perfetto, impeccabile, spietato ed infallibile. Vorrei essere capace di non provare più nulla, ritagliarmi la distanza necessaria perché neppure mi sfiori il sentimento - o l’amore straziato dal lirismo -. Nessun volo pindarico effettuato verso l’alto, alla ricerca di bellezza, non dolcezza, non dolore, non speranza, non rabbia, non delicata voglia di quelle braccia che ti tengono stretta per sempre, non cadere per l’affanno di trovare della luce, laggiù, in fondo.
Vorrei un cuore artificiale. Ferro duro sotto il petto, guerriera che non soffre nella lotta. Questa tregua, questa anestesia grandissima, questa corsa in mezzo al sangue senza lacrime.
Vorrei essere sempre altrove, sempre forte, invulnerabile, magnifica.
Dai prova a ferirmi, io non sento nulla, non ci sono, sempre altrove, sempre forte, invulnerabile, magnifica. Dai prova a ferirmi, colpisci con potenza, fammi fuori, urlami qualcosa di terribile, sbranami!
Dai sbranami, come fai con le tue prede!
Nutriti di me, che sono parte di te!
Io non sento, non ci sono, sempre altrove, sempre forte, invulnerabile, magnifica.
Ho questo cuore, ho questo cuore difettoso, questo cuore mostruoso, questo cuore spaventato, questo cuore che chiede, questo cuore che cerca l’amore.
“Lui” – indipendente dalla mia volontà - cerca l’amore, lui cerca la vittoria, lui mi vuole presente, lui vuole vincente, lui vuole essere orgoglioso di me, lui mi vuole applaudire, lui mi vuole vedere combattere, lui mi vuole vedere gioire, lui vuole esultare, lui vuole la mia tenerezza, lui vuole essere amato, lui vuole essere protetto. Io .. io lo custodisco.
Io .. temibile, fragile.
Io che vacillo, che sbaglio e faccio finta d’ imparare, che soffro. Io cattiva, dolce, psicologicamente instabile, generosa, afflitta, felice, egoista, spaventata, folle, sola, feroce, buona, vanitosa, insicura, ridicola, egocentrica, irresponsabile, giocosa, potente, libera, carnefice, incosciente, bambina, coraggiosa.
Io dentro le stanze del mio cervello.
Io che scrivo, che credo, che grido.
Da bambina che ero, osservavo. In disparte.
Dimmi Padre, tu che leggi, giudichi e condanni: dov’era, allora, il mio cuore? Come funzionava? Un cuore piccolo incastrato dentro la carne come un giocattolo perso in mezzo alla strada, sepolto dall’ indifferenza della gente. Questa bambina osservante, immobile verso la gioia degli altri, secondo te, come sentiva la vita?
Un corridoio con in fondo la luce, lì ho trascorso l’infanzia, come ora, un corridoio con in fondo la luce, lì mi sono nascosta.. L’infanzia, droga potentissima, stato di grazia, ormai perso. L’infanzia ha un cuore piccolo così veloce, che scappa, è un volo continuo, continue prove rivolte verso l’azzurro, più in alto, slancio che non controlli, sempre in te, sempre altrove, sempre provare, mai fermarsi, sempre un corridoio con in fondo la luce. Me stessa, stesso cuore che divora gli anni, lui, il mio passante nel corpo, la carne come una strada in penombra, la vita. Giorni continui, ripetizioni di luce, la notte, poi l’alba, poi il resto, poi dopo il tramonto, me stessa. Diventavo qualcosa, modificata bambina nella statura che cresce, il cambiamento del viso, la bocca, lo sguardo, il sorriso diverso, le gambe, cambiare del tutto, e poi ripetere in continuazione: “io sono un maschio”, come mio fratello, quel gemello che ho incontrato e poi riperso.
Io che raccontavo bugie per andarmene, diventare mai nata, sempre nel ventre, sempre scavare, sempre tesori, sepolta.
Cuore mio prova a tenermi, questo ti chiedo, diventa una culla, un terremoto di estrema dolcezza, un vento leggero che mi sollevi più in alto dove finisce la luce, diventa un canto, musica che mi sconvolga, protegga, per sempre. Io resto immobile, aspetto che il miracolo avvenga.
Cuore mio, che il dolore hai raccolto, tu sai cos’è successo. Sono scappata da Avalon.
L’Elitè ha abbandonato il suo Caos per nascondere il frutto del peccato.
Per dare alla luce due gemelli, i figli del DueBestie, e affidarli per far finta che non siano mai nati. Per tornare alla mia vita. Per tornare da Lui. Per tornare al mio Caos.
Prova ad odiarmi per questi sbagli che si ripetono, per non apprendere l’arte della lucidità senza punte, che non ferisce, non si conficca dentro di te, nella tua morbida carne. Come posso capire il movimento da farsi per schivare la morte di ogni gioia possibile, quanto devo studiare per non ucciderti ogni volta che incontro nessuno? L’abilità della danza, questo mi serve, trasformarmi in equilibrista sporca di grazia, una fune sottile nel cielo immobile, il vento a sorreggermi, ballare con furia abbracciando la follia che mantengo a distanza, questo vorrei, perdere ogni controllo, questo vorrei, perdere la lucidità che posseggo, questo vorrei, ingoiare e sputare la mente, questo vorrei, diventare magnifica. Dammi la forza di crescere, di lottare con questo spavento, con i demoni che non m’abbandonano, con il buio che continua a cercarmi, con la solitudine che sento.
Vorrei un cuore artificiale Lo sai?
E’ nella perdita dell’infanzia che io ho ritrovato me stessa, l’ho fatto per ritornarci. È stato un istante, un millimetro che si gira di scatto, ho perso l’incanto per poi riprenderlo subito. Un’infanzia feroce che guardo con uno specchietto, quante volte l’ho fatto, un rettangolo in mano cercando il riflesso, stesa nel letto, in penombra, sdoppiare la faccia alla bambina che finge di essere morta nella sua solitudine. Rumori e fantasmi si muovono nelle mie stanze di notte, allora mi sveglio, e scrivo, così io mi parlo. Voce che si trasforma in inchiostro per non sentirmi, per ascoltare altre voci che stanno arrivando. Solo nel buio io vedo le parole, solo negli atroci silenzi, solo quando il dolore viene a trovarmi.
Il dolore ha occhi che non finiscono!
Ho nostalgia della mia casa. Variniel, Enyde, amici fidati, ho nostalgia di voi.
La nostalgia struggente, come una malattia, dilania le mie membra.
Cosa posso io, nell’attesa, rinchiusa in una prigione di parole? I disegni, vorticosi ricami su carta, filo d’inchiostro che sbatte sui fogli come il vento sulle finestre di notte, allora e così io rimango.
Ascoltami! Quasi fosse possibile, ascoltami! Quasi arrivasse la voce, ascoltami! Non posso altro. Parlarti, solo questo posso,dalla mia prigione di parole. Dal mio tempio ove pulisco i miei sogni. Sollevo le braccia stesa nel letto, crocefissa postura del corpo, lo sguardo a centrare il soffitto, e poi i fantasmi che passano davanti alla porta, movimenti che spostano l’aria di una solitudine immensa. Questo io sono, il ricordo degli altri. Una prigione piena di parole, un corridoio con in fondo la luce, un corridoio con in fondo … nessuno.
Ma ecco che ancora mi risvegli dai miei incubi e mi prendi per mano, navigando il mio corpo come se ti trovassi in un mare tumultuoso, dimenando il mio petto rischiarato solo dalle fiaccole alle pareti che dipingono ombre, facendo scendere gloriosi eserciti da quelle pareti.
Ma ecco che ancora mi vieni a cercare ed io non posso sottrarmi alla Tua chiamata.
Solo tu mi avvolgi nel canto di carne e muscoli tesi, spasmodicamente, all’infinito, mentre io rilevo il tuo profilo nell’ombra, nutrendomi dei tuoi balzi feroci e delle tue carezze…
Lugubri avvisaglie in cui si dipana il mio destino…
… Belsatan, ancora una volta al tuo fianco…
… per sempre al tuo fianco!

Figli miei, sangue del mio sangue, perdonatemi!
Concedete a Vostra madre il dono della compassione, se non quello della comprensione.
Lui, Vostro padre, Belsatan DueBestie, non avrebbe mai capito, non avrebbe mai accettato…
Io appartengo al Caos, io appartengo a Lui!

Velvet Van Sant

L’INFERNO

Un’improvvisa folata di vento si abbatte sul castello di carte, facendole crollare una ad una. Distruggendo ogni certezza degli “illegittimi”. La rabbia prevale sulla paura e lo sgomento, accendendo di cieca ira i loro cuori.
Quante menzogne. Quanta ipocrisia. Quante bugie inanellate a formare preziosa collana di… niente.
Collana con cui la madre adottiva si è ornata per tutto questo tempo, pavoneggiandosi d’esser capace di concepire, inorgogliendosi per aver donato un erede al marito e una a se stessa.

DAL DIARIO DI SWANISH LOVELL…
Sono morti alle prime ore della notte.
Mi ripeto che sono morti alle prime ore della notte.
Pioveva e intravedevo l’erba del giardino luccicare.
Io e Frederick ci siamo distesi vicini nello stesso letto, dopo pochi istanti ho avvertito la mia mano destra irrigidirsi. Una risatina nervosa proveniva dal primo cassetto del mio comodino, ho serrato le labbra sperando si azzittisse. Nel silenzio abitano rumori invisibili, l’ho pensato, mi formicolavano le gambe. Frederick ha sussurrato nel mio orecchio sinistro che l’essere impietosi ci avrebbe condotti nella gloria. Ho acceso una piccola candela posata sul comodino tentando di fare mia la sua convinzione, non riuscivo a fermare il mio corpo. Frederick mi ha baciato.
Amo solo te, per sempre!
Avevamo cenato in salotto, ricordo con esattezza una macchia rosa sul bordo della tovaglia, la vedevo ingrandirsi. Nostro “padre” continuava a parlare dei suoi guadagni: ho odiato la sua voce, era piena di muffa. Oggi mi sono accorta di non aver voglia di vivere. “Ho bisogno di acquistare nuovo inchiostro per terminare i miei ultimi scritti”. All’improvviso ho detto questo, ancora me ne domando il motivo. Mio “padre” mi ha sorriso beffardamente, così mi è sembrato. Mia “madre” ha finto di non avermi udita, ha versato l’acqua nel bicchiere di Frederick. “Il pollame oggi ha un sapore inconsueto, non trovi mia cara?”. Con questa domanda mio “padre” si è alzato e si è allontanato dalla tavola, congedandosi da noi. C’è poca luce, camminava scuotendo la testa. Mentre la servitù sparecchiava ho guardato mia “madre” provando una forte irritazione nei suoi confronti. “Perché mi guardi in quel modo, mi fai paura!”. Non ho risposto, ascoltavo qualcuno parlarmi, era nel mio stomaco. Mi chiedeva: “Che fine hanno fatto i due teneri ed educati gemelli?”. Buonanotte Frederick, buonanotte Swanish. La voce di mio “padre”: l’ho odiata!
Dopo cena io e Frederick ci siamo distesi vicini nello stesso letto, l’erba del giardino luccicava, mi formicolavano le gambe. Mi sono concentrata, volevo acquisire una totale immobilità. Non ci sono riuscita, dentro il mio corpo camminavano forze oscure. Ho acceso una candela tentando di fare mia la convinzione di Frederick: l’essere impietosi ci avrebbe condotti nella gloria!

DAL DIARIO DI FREDERICK LOVELL…
Mia “madre” chiede a Swanish perché la stia guardando così perché la spaventa. Swanish non risponde, le sorride da lontano. Sulle pareti si disegnano luci circolari, solo io posso vederle, nel loro perimetro c’è scritto che non possiamo disobbedire. Annuisco due volte, la calma mi pervade, verso il veleno nel latte che consegnerò ai miei “genitori”: un volo si arrampica in me. Consegno i bicchieri ad entrambe le nostre presunte figure genitoriali e raggiungo Swanish, nel suo letto. Attendiamo distesi vicini. Swanish accende una candela, intuisco che nonostante il richiamo del male prova spavento. Le ripeto che l’essere impietosi ci avrebbe condotti alla gloria. La bacio, sento la sua lingua. Le dico amo solo te, per sempre. I nostri “genitori” ancora parlano, conto lentamente mentalmente, ho fame. Un preludio in sol minore suona nella mia testa, sento Swanish sussurrare dove sono finiti quei teneri ed educati gemelli: le conficco le unghie nella coscia. Swanish trattiene un grido, mi guarda. Le dico perché mi guardi così, mi fai paura. Sorride, imita la pateticità di nostra “madre”. Dalla loro stanza inizia ad arrivare uno strazio di respiri, mi eccita. Scopro il corpo di Swanish, le mordo il ventre. Sono le prime ore della notte. Nel nostro baratro terrorizzante precipita la cascata dei sogni, muta. Di lei siamo la voce recisa dal mondo eterno. Il desiderio di turpitudine ci ha richiamato anche stanotte: è inutile lottare contro forze oscure.

DAL DIARIO DI SWANISH LOVELL…
Il rumore del buio nella pioggia, antecedente le prime luci dell’alba, era un soffio di gemiti. La stanza era invasa di insetti che mi volevano pazza per volare nella mia mente svuotata. Ascoltavo le voci chiamarmi. Dicevano: esci in giardino, siamo qui tra le piante! Nelle mani avevo l’odore di sporco, e le fessure si aprivano sulle pareti facendo entrare il terrore. Di notte nascono mostri di orrenda bellezza, hanno corpi spogliati che azzannano creature dormienti. Io non avevo paura, io sono salva, perché già perduta. Accanto a me Frederick sognava con la schiena inarcata, offerta al piacere. Aveva bisogno di sentire il mio corpo soffrire sotto la sua virilità per allontanare la morte. Ha preso i miei fianchi: un bagliore di carne bagnata dalla sua lingua si solleva fra i suoni e i nostri gemiti soffocati dal piacere. Frederick mi stringeva la bocca fra le sue cosce. Esistono attimi che non appartengono al tempo, di loro nessuno si accorge. Hanno secondi che durano più di un millennio. Sono lance di orari spezzati da creature nascoste nell’aria, che lì vivono al nostro posto non lasciandoci nulla in memoria. Frederick gridava. Diceva: se lo fai ancora ti taglio la gola. Attorno a noi scricchiolavano forti penombre, e io in quell’oscurità cercavo un tramonto. Mi sono alzata dal letto mentre continuavano a cadere gocce d’acqua sui vetri. Sono scesa in cantina inseguita dai passi di tutti i miei tormenti. Se avessi il coraggio mi nasconderei nella terra. Se avessi il coraggio tutto di me diverrebbe radice di cielo e farei sbocciare le nuvole. In cantina mi sono seduta accanto ai corpi dei nostri “genitori”. Entro un enorme baule, giacevano tagliati, da me, a pezzetti: i volti senza più gli occhi, le gambe poggiate oscenamente sul petto, i piedi due fiori strappati, le mani come ragni imbrattati di miele. In quell’arcobaleno di membra sbranate, ho raccolto un braccio piegato, quasi prossimo a porgermi il polso. Lui era solo: così commovente, un richiamo di strazi. Ho preso quel braccio. Con quel braccio ho colpito il muro. La parete si è aperta. Ho visto Frederick conficcare ripetutamente il coltello nelle membra dei nostri “genitori”, assieme a me. Nel sangue c’è il sapore della quiete!

DAL DIARIO DI FREDERICK LOVELL…
Avevo detto a Swanish di non compiere l’ennesimo scempio. Swanish dice che non è stata lei ma un artiglio che era dentro di lei. I loro corpi erano in cantina in un baule. Swanish ha scelto con cura qualche pezzetto della loro carne. Ho detto: non possiamo buttare via tutto, il mio spirito ha fame! Dalla cucina arrivano i loro odori. Mi nauseano. Domani partiamo alla volta di Barrington. Il baule lo porteremo con noi e lo abbandoneremo lungo la strada.


Da qui inizia la vera vita dei gemelli Van Sant – DueBestie ed il loro viaggio verso la sconosciuta città di Barrington.
Ignari della sorte dei loro veri genitori.
Ignari del loro destino.
Ignari di cosa, o chi, li sta chiamando a tornare alla loro vera origine.
Ignari di tutto… Solo lui e lei… Solo il principe e la principessa del castello di carte, legati da un incestuoso amore eterno ed infinito.


ASPETTO FISICO

Swanish Lovell (Van Sant – DueBestie) ha da poco compiuto 17 anni.
Ha un fratello gemello di nome Frederick Lovell.
E’ alta 162 cm e pesa 45 kg.
E’ bionda, con i capelli che arrivano a sfiorarle la schiena, appena sotto le spalle, e ha gli occhi azzurri.
L’incarnato è diafano.
La corporatura è sottile e minuta.


NOTE (//OFF)

I due gemelli sono eterozigoti.
I due gemelli non sanno che il loro padre era un mannaro.
I due gemelli non sanno nulla riguardo la morte di Velvet e di Belsatan e non sono in possesso di nessun oggetto/informazione che li riguardi, tantomeno di una loro descrizione fisica.
I due gemelli non sanno cosa sia il Caos, citato ripetutamente da Velvet nella lettera che viene loro consegnata.
I due gemelli non conoscono nulla dei personaggi citati nella lettera di Velvet, al di fuori dei loro nomi (// Variniel ed Enyde).

Doverosi e sentiti ringraziamenti vanno:
- alla player della defunta Velvet Van Sant, che ha scritto di suo pugno le pagine del suo diario, rivolte ai due gemelli e
- al player del defunto Belsatan DueBestie, che ha accondisceso – postumo – all’idea di avere due figli.

Pace all’anima loro!



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Post: 1.759
Sesso: Femminile
28/08/2014 15:27

La prendo in valutazione e torno a breve, nel mentre ti chiedo di specificarmi:
- ALLINEAMENTO RICHIESTO
- SKILL DA BG CHE RICHIEDI COSì CHE SI POSSA VALUTARE L'ACQUISIZIONE DA BG ED EVENTUALMENTE INTEGRARLO.

grazie

IN ATTESA DI INTEGRAZIONI E DI VALUTAZIONE BG NON APPROVATO



Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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Sesso: Femminile
29/08/2014 10:22

Eccomi qui ^^
Il mio allineamento è caotico neutrale.
Per quanto riguarda la richiesta skill.. non ne ho idea -.-" (sono sempre stata una scimmia in materia…).
Ho riletto il bg, confrontandolo con la lista delle skill ma non m'è venuto in mente nulla… Forse sotterfugio? Empatia?
Mi rimetto a chi ne sa più di me e resto a disposizione.

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Post: 1.759
Sesso: Femminile
29/08/2014 12:37

Lo rileggo e ti dico per la skill

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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Post: 1.759
Sesso: Femminile
01/09/2014 16:25

Decisamente un bel bg, fuori delle righe convenzionali di quelli che leggo per avalon. Non di immediata comprensione e pieno di spunti per gioco futuro. La skill è sotterfugio decisamente e si desume dalla parte della cena prima della morte dei genitori adottivi.
Leggi e dimmi se concordi.


SOTTERFUGIO (3 livelli)

il possessore di questa skill è dotato di un grande carisma e di molta sagacia, è in grado di modificare l’impostazione della propria voce e i manierismi soliti per indurre uno o più interlocutori in inganno. Nel caso gli interlocutori avessero la skill “empatia” si comparerebbero i livelli delle skill, in caso di parità il tentativo di inganno viene scoperto.

LIVELLO1 a questo livello il possessore della skill è all’inizio dell’apprendimento dell’arte dell’imbroglio, riuscendo ad ingannare una o più persona semplicemente occultando il proprio stato d’animo o nascondendo qualche informazione senza darlo a vedere.



Per l'allineamento invece sono perplessa. Mi proponi un caorico neutrale



CAOTICO NEUTRALE "lo spirito libero"
Viene definito lo Spirito libero, io direi il Cinico. Per lui qualsiasi azione ha uno solo scopo, se stesso, lui è il centro dell'universo, qualsiasi cosa gli vada di fare deve farla, non per malvagità, non per secondi fini, ma solo perchè in quel momento gli sembra la cosa giusta da fare, poco importa il male che ne deriva, basta che non coinvolga lui, gli unici altri a meritare qualcosa sono coloro che hanno la sua simpatia.
Agisce solo per se stesso, non ha altri scopi nella vita.

1. potrebbe rispettare la parola data
2. mente e bara se lo ritiene necessario
3. non ucciderà mai un nemico disarmato, ma potrebbe colpirlo e ferirlo
4. non ucciderà mai un innocente, ma potrebbe nuocergli o rapirlo se lo ritiene necessario
5. usa la tortura per ottenere informazioni, ma non per il piacere di farlo
6. uccide per puro piacere solo raramente
7. è improbabile che aiuti qualcuno senza un ottimo motivo per farlo
8. ha poco rispetto per l’autorità
9. non lavora bene in gruppo, e tende ad agire a sua discrezione, indipendentemente dagli ordini ricevuti
10. generalmente può essere corrotto tramite il denaro o altri oggetti di valore
11. è difficile che tradisca un amico



e francamente sceglierei il NEUTRALE MALVAGIO per come si presenta la parte di bg che parla di te.


NEUTRALE MALVAGIO "il Criminale"
Viene definito il Criminale, io direi maggiormente l'opportunista.
Un Neutrale Malvagio non ha remore, non ha morale, non ha pietà. Un personaggio di questo genere è il vero malvagio, se da la sua parola in merito ad una situazione dove può trarre vantaggio la manterrà fino a che i suoi interessi lo spingeranno a farlo.
L'unico motivo per cui agisce è semplicemente il proprio guadagno personale, qualunque esso sia

1. non necessariamente manterrà la sua parola d’onore
2. mente e bara indiscriminatamente
3. ucciderà con piacere un nemico disarmato
4. userà e danneggerà un innocente, uccidendolo se necessario
5. usa la tortura per ottenere informazioni, godendo della cosa
6. può uccidere per il puro piacere di farlo
7. non vede la necessità di aiutare gli altri, se non in virtù di una ricompensa tangibile
8. lavorerà con gli altri per raggiungere i suoi obiettivi
9. verrà corrotto facilmente
10. tradirà un amico, se questo è funzionale ai suoi interessi
11. non ha rispetto per la vita altrui



Di consueto i riferimenti sessuali non sono accettati nel bg ma l'episodio di cui narri non parla di violenza sessuale ma di un rapporto, seppur scabroso tra gemelli, consenziente quindi non lo banno.

Fammi sapere e poi si approva

IN ATTESA DI SPECIFICHE BG NON APPROVATO

Se li senti porta i saluti alla player di Velvet e al player di BelSatan, magari non si ricordano di me ma io si di loro [SM=g8216]
[Modificato da EDAVE 01/09/2014 16:28]

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



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Età: 38
Sesso: Femminile
02/09/2014 13:42

Concordo su tutto e ti ringrazio!!

[SM=g6584]

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Post: 1.759
Sesso: Femminile
02/09/2014 14:27

BG APPROVATO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA PRESENTI - CENSIRSI CLAN NORDICO
ALLINEAMENTO NEUTRALE MALVAGIO
SKILL SOTTERFUGIO 1 APPROVATA

SCHEDA GIOCO AGGIORNATA


Spero di conoscerti presto in on [SM=g6584]
[Modificato da EDAVE 02/09/2014 14:28]

Edave
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Età: 38
Sesso: Femminile
03/09/2014 20:14

Idem !!

[SM=g6584]

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Post: 1.759
Sesso: Femminile
05/09/2014 13:29

ho fatto un errore a non controllare il raggiungimento di 500 pt karma, al momento non ce li hai e devo quindi sospendere bg e skill approvati. appena raggiungi lo step segnalamelo che ti riassegno il tutto.

IN ATTESA DI RAGGIUNGIMENTO 500 PUNTI KARMA SOSPENSIONE APPROVAZIONE BG E RICONOSCIMENTO SKILL

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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Post: 1.759
Sesso: Femminile
23/09/2014 22:26

KARMA RAGGIUNTO!!! ancora scusa per l'errore [SM=g8216]

BG APPROVATO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA PRESENTI - CENSIRSI CLAN NORDICO
ALLINEAMENTO NEUTRALE MALVAGIO
SKILL SOTTERFUGIO 1 APPROVATA

SCHEDA GIOCO AGGIORNATA


scheda gioco aggiornata

Edave
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Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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