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LORASYS (PG DEFUNTO)

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2014 11:00
OFFLINE
Post: 5
Età: 42
Sesso: Maschile
12/09/2014 11:44

Lorasys Arbhorshade

Altezza: 170 cm
Occhi: verdi con riflessi marron grigiastri
Capelli: castano rossicci ramati
Descrizione fisica: corporatura esile ma muscolosa, dalle forme delineate. Ben proporzionata. I capelli lunghi fino a metà schiena, leggermente mossi, sono spesso raccolti in crocche o trecce. La carnagione è ambrata.
Descrizione Caratteriale: decisa, dura, ligia alle proprie regole casuali, lunatica. A conoscerla sembrerebbe schizzoide o pazzoide, ma invece è solo il suo essere assolutamente imprevedibile nella sua fredda mente calcolatrice che la rende così.
Allineamento morale: Neutrale malvagia.
Terre di Provenienza: Regno d'Ungheria, in una zona al confine con il regno di Kiev o principato dei Vareghi

Segni particolari: un tatuaggio sulla spalla destra che ripropone il suo simbolo, tre lune montanti crescenti oro su campo rosso




L'ombra argentea della luna carezza nella notte di un inverno di 32 anni orsono il vagito di una infante, figlia di un Voivoda, la prima.
E su di essa sarà segnato un destino di morte, una scia di sangue che non potrà fermarsi.
Non è data sapere la ragione, i motivi della decisione infausta che quella notte fecero si che la famiglia, che così tanto voleva una dinastia, un erede, la diede nelle mani di un servile uomo. Un essere di quelli che non han vita propria, ma che vivono sol per il soldo, all'ombra di despota e potenti, divenendo serpi in seno e che si vendono al miglior offerente.
Non si possono capire le lacrime di una madre, alla quale viene strappato un figlio appena dato alla luce, ancora piangente, indifeso, fragile. Le strazianti urla del dolore di una perdita peggiore della morte. Ed il severo volto del padre, nel consolare la donna, e veder la prole sparire dal podere.
Un sacco d'oro, in quel mentre, fu lasciato alla soglia della stanza. E la madre, alla vista dello stesso, non fece altro che decidere di lasciarsi morire.

----Venduta.----


Il viaggio fu lungo, il regno d'Ungheria non è semplice da attraversare, ed il pacco doveva essere consegnato, possibilmente intero. Anche se donna, un sesso minore, inutile in tutto, buona solo e forse a rassettar le corti, era stata data in pasto ad una popolazione turcomanna che minacciava la zona ungara dove gli Arbhorshade amministravano alcune terre.

----Acelya Demir.----

La famiglia Demir era una famiglia influente, despotica e conquistatrice, che mirava ad espandersi il più possibile verso il Sacro Romano Impero Germanico, attraversando proprio il regno d'Ungheria e cercando di non toccare quello di Kiev, ma la zona che scelsero era rurale, montana, e senza troppe complicazioni.
Con al servizio abili strateghi e comandanti temuti e conosciuti in diversi regni, la famiglia diede ad Acelya benessere, cultura, non solo la loro, ma anche quella Russo Ungherese : "Devi conoscere bene il tuo nemico per poterlo affrontare. Devi sapere tutto di un popolo, per poterlo conquistare. Sfruttare i punti forza ed i punti deboli a tuo esclusivo vantaggio."
Da schiava come doveva essere, a figlia Demir. La sua intelligenza ed abilità, la fisicità elastica, la aiutarono nella decisione del capostipite di eleggerla come suo assassino già fin da piccola, quando si iniziarono a vedere le abilità con le armi.
Estenuanti allenamenti fisici, di resistenza e velocità, di tecnica e potenza, fecero prendere addirittura la decisione di farla partecipare ad un torneo all'ultimo sangue. Un rischio che la famiglia volle prendere. L'avversario a lei destinato, un temerario comandante, le diede filo da torcere. La storta che ella aveva, per lei costruita, ed un piccolo scudo tondo in metallo, furono essenziali. La lama tagliente come rasoio, scorreva a parar i fendenti ed i tondi dell'uomo, che incalzava la donna. Andando di manca a parar di scudo, mentre la dritta scorreva di falso filo sulla lama di lui e cercava di dritto di arrivar alla gola. Rapidi gli sgualembri al collo, scalfivano la pelle coriacea del soldato, fino alla stoccata finale. La parata a tener la lama di lui verso l'alto, con lo scudo, un passo rapido in avanti ed il dritto braccio che avanza. La punta carezza la gola sentendone le morbide carni, che senza resistenza, accolgono una spanna di storta.Lo sguardo allibito del combattente, il riso di lei, e le forze che cedono. In ginocchio, con la lama piantata nella gola, per qualche istante, prima che la donna, arretrando, sfilasse dal corpo avversario la fedele compagna.
Il silenzio calò, prima del trionfo.
Ed anche in quella occasione, l'essere che la portò via dal suo paese, le era sempre accanto. Voleva per lei la morte, ed invece per aver salva la sua vita, doveva accudirla, ed insegnarle meglio di un padre. Rancore e rabbia non facevano che aumentare luna dopo luna.
Anni di addestramento(dapprima con la lotta, poi con le armi corte, ed infine con le storte turche e con le lame ungheresi), istruzione, la fecero divenire un elegante donna capace di uccidere a sangue freddo qualsiasi uomo o donna le passasse innanzi, solo per uno sguardo a suo giudizio torvo nei suoi confronti. Il soldo e l'opportunismo erano di casa, così come le era stato insegnato.

"Questo è per permetterti di vivere senza complicazioni. Bada a far il tuo, poiché nessuno altro penserà a te come te stessa.Nessuno ti deve fermare, devi avere ciò che desideri, ed ottenerlo con tutti i mezzi possibili, la seduzione, l'inganno, o la spada"

Lo sguardo la faceva sembrare quasi asettica di sentimenti; e lo era, se non con il padre e la madre, che vedeva come idoli e per i quali nutriva un amore incondizionato. Così come per l'essere che ne faceva da tutore.

----La Luna----

La luna che carezzò la sua nascita, ora carezzava anche il fato di una notte ove splendente si mostrava nel cielo. L'aria fresca d'autunno andava a muoverle i lunghi capelli. Seduta innanzi alla tenda della sua famiglia, assediante un villaggio ungaro, guardava innanzi a se come a cercar domande. Giovane donna di 20 anni, con il cuore rovente e la bellezza disarmante. Per nulla toccata dagli assasinii e dalle lotte. Ormai più una minaccia che un valido aiuto. Non per la famiglia, ma per l'essere ignobile che era al suo fianco da sempre.
Si sedette accanto a lei, e senza guardarla le vomitò addosso la verità. Concludendo con un ghigno ed una risata.
Respirò a fondo. Si alzò. Senza guardarlo entrò nella tenda ove gli amati genitori stavano. Senza urlare chiese spiegazioni.
E li, seppe.

----Lorasys Arbhorshade.----

Ecco il suo nome. Il nome che la sua famiglia scelse per lei. Il nome che la madre scelse per lei prima di togliersi la vita. Il cognome che il padre aveva, e che passò ad un secondogenito maschio, che lo uccise per avere il controllo di quella zona ungara ed insediarsi al suo posto.
Li baciò entrambi, e ne diede misericordia.
Quale fu lo stupore del tutore, nel sentire il tentativo della famiglia di sfuggire alla sorte inattesa. E non fu molto il tempo in cui la mente ha realizzato che anche a lui sarebbe toccata medesima sorte. Troppo tardi per fuggire, troppo tempo per pensare ad una reazione veloce. Lorasys, uscita dalla tenda, i capelli intrisi di sangue, così come le vesti, Stavolta l'eleganza dell'assassino aveva lasciato spazio alla ferocia della rabbia. I passi veloci verso di lui, adesso congelato dalla vista della donna, che nella notte pareva un demonio.
Un colpo solo. Netto e deciso. Un lieve sibilo.
E la bandiera delle Tre Lune che sventolava innanzi alla tenda, fu bagnata di sangue.

----La rinascita----

Doveva iniziare da li, da quell'attimo in cui nell'accampamento l'assassina girava come pazza uccidendo tutti coloro che trovava. Sete di sangue. Sete di vendetta. Un attimo durato ore.
Poi il silenzio.
La liberazione.
Il divertimento.
Ora era tutto suo. E doveva andarsi a prendere quello che da sempre è stato suo.
Strappò il vessillo. Prese denari e cavallo, e si avviò all'interno del regno d'Ungheria.

----Il sangue----

Fu così che covò l'ammirazione nonostante tutto per il fratello. Mai conosciuto, mai saputo. Ma capace come lei di uccidere la sua famiglia per potere o per diletto. Ma adesso, la decisione era in mano sua. Riprendersi quello che era suo di diritto, oppure tralasciare l'eredità mai goduta, per godere invece di questa sua nuova eredità.
Non aveva informazioni sull'età del fratello, ma doveva necessariamente essere più giovane. Ne tantomeno altre informazioni su aspetto o su dove dovesse esattamente dirigersi per trovarlo. Ma era decisa a conoscerlo. Doveva vederlo, guardarlo negli occhi e capire.
Capire se stessa ed avere la certezza che nonostante l'educazione era il sangue.
Il sangue maledetto dalla luna, che aveva toccato l'anima e venduta al demonio. Il sangue che agognava tutte le volte che uccideva, tutte le volte che la pelle si intingeva del rubineo nettare, tutte le volte che un umano pregava di lasciarlo vivere, ed invece era un lamento muto, ed in cambio riceveva solo uno sguardo che non si sapeva essere di distacco, indignazione per quella richiesta, disprezzo, o vuoto.
Il vuoto degli occhi era la cosa che più di ogni altra rimaneva come ultima immagine della donna, nella mente delle sue vittime.

---La via della luna----

E così fu che la luna ancora sigillò l'incontro fatidico. Dopo un anno dall'inizio della ricerca, essa trovò il fratello mai visto. Fu difficile ottenere udienza, ma l'androne della casa accolse la donna come una figlia ritrovata. Nulla nella sua mente veniva ad esser ricordato, nulla era ricordo dei genitori, e tutto conduceva a lui.
"Quale fanciulla deliziosa si mostra al cospetto di un Arbhorshade!"
E gli occhi di lei si assottigliarono lievemente :"Un altro Arbhorshade!" Disse. E quale stupore si lesse negli occhi di colui che credeva estinta la famiglia.
La tensione fu presto tagliata dalla donna, che tranquillizzò l'uomo e spiegò della sua vendita per denaro. Disse anche che sapeva della sua salita al trono. E lui fu felice di apprendere di lei, dopotutto. Un accordo si può sempre trovare, no?
E questo fu. Un accordo col sangue, sotto i raggi della luna, con il vessillo turcomanno tra le mani, ed il trono dorato sotto i piedi.
E la donna ripartì qualche tempo dopo. Il suo simbolo, le Tre Lune in campo rosso, sono simbolo e della sua vita. Del suo destino.
Destino che si compie in terre varie ed ancora non conosciute, o forse anche troppo.



RICHIESTA SKILL:
Esperienza armi da guerra leggere liv 1

OFFLINE
Post: 510
Sesso: Maschile
12/09/2014 21:20

BG APPROVATO
DESCRIZIONE FISICA: PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA: PRESENTI [UNGHERIA] | CENSIRSI NEL CLAN NORDICO
ALLINEAMENTO: NEUTRALE MALVAGIO
SKILL ESPERIENZA ARMI DA GUERRA LEGGERE I APPROVATA


Presto un moderatore t'aggiornerà la scheda.
Buon gioco!

EDIT EDAVE PER: SCHEDA GIOCO AGGIORNATA
[Modificato da EDAVE 18/09/2014 11:00]

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