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SAERIS [UMANO}

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2016 23:36
OFFLINE
Post: 6
Città: RIETI
Età: 33
Sesso: Maschile
21/11/2016 23:33


Nome Completo: Saeris Eleutherakis

Provenienza: Isola arcipelago greco

Allineamento: Caotico buono

Anni: 17 anni

Aspetto: Capelli castano scuro, Occhi neri con pagliuzze dorate, 1.78 cm x 75 Kg.

Lingue Parlate: Comune e base Greco

Allineamento: Caotico Buono

Skill Richiesta: Affinità naturale LIVELLO 1

Animale da Bg: Raf (in greco "Trovatello") una cane lupo nero, con pelo corto ed ispido, ha una macchia a forma di goccia dorata sul muso a forma di triangolo


BG:

Si dice che nel giorno della sua nascita qualcuno gridò al miracolo.... Non c'era nessuna speranza per il piccolo Saeris in quella notte di luna piena in un piccolo villaggio su un isola a sud del mediterraneo. Zante, il nome dell'isola, non fu mai stata attraversata da un estate tanto lunga quasi 3 inverni ed a sancire la sua fine fu proprio la nascita di quel piccolo pargolo. Il cielo all'improvviso si imbrunì e Miss Catlyn, era in procinto di svenire per i dolori causati dal prossimo nascituro. Sola ed impaurita chiese aiuto ad un vecchio pastore sulle colline vicino alla costa rocciosa ed insieme a sua moglie si presero cura della futura mamma.
Nessuno di li a poco si sarebbe aspettato la fine di quello splendido periodo ma dal momento in cui le doglie della donna si fecero sentire, l'atmosfera cambiò repentinamente insieme alla temperatura. Pochi gradi, forte vento e un pizzico di neve accompagnò il parto del piccolo Saeris. La madre debole e stanca del peso si lascio andare ad un parto lungo e travagliato, nello stesso momento acqua, neve e gelo colpirono la casa del vecchio contadino e nel momento in cui venne alla luce il piccolo, la porta della vecchia casa in pietra si apri facendo entrare piccole lame gelate a forma di goccia. Il vento bastardo accarezzo tutto e tutti all'interno della sala, la neo mamma rimase in balia della confusione.... il piccolo appena nato stretto al petto senti il cuore della donna cominciare a fermarsi piano piano ma ignaro di tutto non emise un vagito e con gli occhi bene aperti vide la mamma lasciarsi andare ed allentare la presa…..
Così nasce la storia di Saeris con la morte di sua madre e con un freddo gelido che entro nel suo corpo appena dopo essere nato, il vecchio contadino Saeminur si prese cura del pargolo che lo educò e lo fece crescere fino all’età di 17 anni.
Il gelo segno i suoi occhi, neri come la notte come in tutti i comuni uomini greci, ma pagliuzze ambrate si palesano quando la luce li colpisce.
Abile di gambe e braccia il giovane, sin da subito grazie agli insegnamenti del contadino si cimentò con l’arco e la spada e soprattutto a correre tra i boschi, come un selvaggio seguendo il vento.
Una nota particolare segna la sua persona, nel momento in cui è nervoso, imbarazzato, adirato, comincia a parlare con se stesso, si sussurra parole e pensieri come se stesse parlando con un atro uomo ma in realtà si interroga da solo. Un carattere introverso e selvatico è quello che contraddistingue il giovane, atteggiamenti quasi da animale quando si tratta di battagliare e combattere, ma nello stesso tempo buono e generoso verso chi riesce a catturare il suo animo.
In un giorno di mezza estate, mentre stava volgendo al termine il suo tredicesimo anno di vita, come suo solito stava passando la sua mattinata vicino ad un ruscello, vicino la sua dimora, d’un tratto come nel giorno in cui nacque le nuvole presero il sopravvento, si alzo un vento gelido che fece muovere le fronde degli alberi così veloce da farne cadere alcune foglie. Incominciò a nevicare, il piccolo Saeris cominciò a correre verso casa ma si sentiva in lontananza un ululato, un lamento, un canto che rapì la sua attenzione. Non smise di correre, pian piano vedeva le vecchie mura stagliarsi oltre il bosco e l’ululato diventava sempre più forte e fastidioso. Quando si trovò a poco meno di 10 metri dall’uscio si fermò all’improvviso, l’ululato da incomprensibile divenne chiaro, riusciva a percepire alcune parole che gli sembrava fossero rivolte a lui; qualsiasi esso sia l’essere che proferiva quelle parole avevano un non so che di familiare, entravano diretto nell’animo del piccolo, erano consolatorie,[μικρό μου….] {Piccolo mio}sentiva costantemente…..[Θα είμαι πάντα στο πλευρό σας] {sarò sempre al tuo fianco}.
Si giro verso il bosco ormai alle spalle e dietro una quercia secolare si intravedeva una grossa lupa nera, dagli occhi ambrati che lo guardava e che ululava al vento, e che gli ringhiava e nello stesso tempo sparì, come a smaterializzarsi in quei piccoli fiocchi di neve che d’un tratto cessarono e lasciarono il posto ad un flebile raggio di luce che colpi i suoi occhi. Eccole li, le pietre ambrate, dello stesso colore degli occhi della lupa. In quel preciso istante capì che in quell’animale forse c’era l’anima di sua madre, che in qualche modo in un corpo di un animale voleva far si che la sua presenza fosse compresa, anche se lo ha lasciato troppo prematuramente.
Come un dono dal cielo un piccolo cucciolo comparve ai piedi di quella quercia secolare, eppure nessuno era passato di li, nessuno poteva averlo abbandonato proprio in quel preciso punto. Era un cucciolo di cane Lupo, un meticcio, un incrocio tra la forte razza dei lupi e la docile e domestica razza dei migliori amici dell’uomo. Così come lo ha visto se lo prese con se e lo fece crescere come se fosse un suo fratello minore e lo chiamò Raf, che nel suo paese vuol dire “trovatelo”.


Grazie per l'attenzione

Ser Saeris [SM=g8119] [SM=g8119]
[Modificato da Mannaush 21/11/2016 23:36]

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