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LIIVA

Ultimo Aggiornamento: 06/06/2016 08:04
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Post: 209
Sesso: Femminile
17/01/2012 12:39

da Novizio a Maestro

Joachim Armster Liiva

Sangue: Novizio.


Doni del Sangue Predominanti: Fisici.

Morto il 10° giorno di Uath.

Reclamato dalla Non Vita quella stessa notte per opera di Lehannan Aelil, Figlia Primogenita di Brandon Allen e Cavaliere dell'Apocalisse Oscuria; da quel momento abbandonato al proprio destino ed ignaro del proprio retaggio.

Skills Comuni:
- Sotterfugio Lv2
- Combattimento Disarmato Lv1.

Skills di razza:
- Novizio: Dominio (1), Veggenza (1), Tenebra (1), Vigore (2), Celerità (2), Istinto (2).
- Maestro: Dominio (2), Veggenza (2), Tenebra (2), Vigore (3), Celerità (3), Istinto (3).

Mutaforma - Istinto (3):
- Corvo Imperiale Albino (Corvus Corax) -> Forma di Fuga
- Sciacallo Striato Albino (Canis Adustus) -> Forma da Combattimento.

***

Descrizione:
Capelli: Bianchi.
Occhi: Grigi.
Altezza: 1.78m.
Peso: 48 Kg.
Fisica: Figura dall'aspetto emaciato, su cui grava una magrezza che di salutare sembra avere ben poco. I lineamenti del viso sono affilati, esasperando il sembiante consumato e pallido in una maschera di equivoca inespressività. Gli occhi chiari ed i capelli nivei esplicitano la natura albina di quel corpo scarno, che dimostra trent'anni approssimativamente, ma la cui vera età non è facile intuire.

***

BG UMANO:

L’ennesimo colpo di tosse ruppe nuovamente il silenzio della buia segreta nei recessi della Galea Crociata “L’ira del Giusto”,accompagnato da un rivoletto di sangue malato,impaziente di abbandonare le labbra del prigioniero agonizzante…
Nemmeno lui sapeva dire quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva respirato l’aria pura della notte,troppe le prostrazioni dovute alla poca salubrità con cui venivano tenuti i prigionieri in quell’interminabile viaggio per poter affrontare con mente lucida i ricordi,poiché a stento vi era la consapevolezza del presente; le poche menti ancora in possesso della loro forza, erano infatti soggette ad uno spettacolo osceno,fatto di corpi mutilati e lamentosi,di fanciulle violentate raccolte in loro stesse,e dai loro giovani compagni martoriati dalle percosse.
La palpebra del prigioniero s’alzo pigramente,rivelando l’occhio vermiglio come il sangue che aveva appena tossito…lo sguardo,quasi spinto dalla forza d’inerzia, scorse lentamente tutti i compagni di sofferenza legati alle pareti,soffermandosi in fondo alla segreta,ove dietro ad un cancello sbarrato,sostava la guardia carceraria,anch’ella con le insegne della crociata addosso…
Ei tentò di ricordare…si costrinse a farlo,soltanto la memoria poteva salvare quella mente dal diventare una goccia nel mare,soltanto il rammentare cosa accadde prima di quel viaggio marcescente poteva impedire che l’individualità ed i contorni della propria coscienza svanissero come neve al sole…
Ed ei ricordò…fino al giorno in cui venne alla luce…la maledetta luce…
Era il sole di Arimateah ad accogliere quel bimbo,il cui parto fu tanto arduo da costringere la madre ad un riposo forzato,inutile quanto doloroso,poiché servì soltanto a prolungare le sue sofferenze prima che il respiro finale abbandonasse definitivamente il corpo di quella quindicenne dal volto innocente;non fu solo il sole ad abbracciare quel corpicino candido tuttavia,le braccia del padre lo sostennero orgogliose,il primo figlio maschio di quell’uomo respirava la sua prima aria sotto lo sguardo fiero di quell’uomo barbuto dalla pelle abbronzata come quella della madre,e dal crine scuro come il fumo…
Così ei crebbe,Gioacchino Levi,figlio di Bartolomeo e Sara,persone perbene,stimate e ben considerate,rara opportunità di buona vita per quel fanciullo dall’incarnato tanto pallido da sembrare composto dalla stessa sostanza della Luna,altresì i capelli eran bianchi come una neve vergine,mai scesa in Palestina dacchè fu memoria…ma gli occhi,erano del Demonio,rossi come il sangue corrotto che scorreva nelle vene del bimbo; e la cosa,non venne ignorata dai Sacerdoti del Tempio…
Si confonde la memoria,poco rammenta e ancor meno gli fu raccontato della fuga precipitosa cui lo condusse il padre verso altrove,solamente l’ira dei sacerdoti e degli abitanti di Arimateah era vivida e fulgente nei ricordi…volevano bruciarlo,era impuro,rifiutava la luce del Signore,andava ucciso e la sua anima assolta dal peccato cui Satana lo aveva imbrigliato…figlio del Diavolo,solo perché più candido dei candidi…
Fu in Egitto,ad Alessandria che passò la sua adolescenza,istruito dal padre all’autosufficienza ed alla responsabilità che sarebbe dovuta diventare una prerogativa da non scordare mai per poter sopravvivere…e nello stesso posto,il giovane preso in odio dal sole,trovo un’occupazione che lo prese in maniera viscerale…
Diventò scriba nella Biblioteca di Alessandria,sfogliando ogni singolo tomo su cui riusciva a posare le immacolate dita,accuratissimo nel non rovinarne le pagine vetuste,restaurandoli e nel caso ricopiandoli con particolare cura su tomi vergini predisposti all’opera, tale lavoro non richiedeva ne una prova fisica elevata,che avrebbe distrutto il giovane dal fisico gracile,ne un’esposizione alla luce del sole,che ancora di più ne avrebbe danneggiato il corpo…inoltre,tanto era il desiderio,no…la brama,l’appetito con cui divorava la conoscenza e la ripristinava,che quasi era ritenuto inquietante da chi a fianco collaborava…
Custode del Librarium,dei suoi segreti…ei diventò maniacalmente soggetto ad una gelosia poco riscontrata anche nei delitti più passionali,impedendo dapprima a semplici consultatori,poi anche agli addetti anche solo di sfiorare le pagine,di contaminare il profumo delle pergamene e degli inchiostri…di rovinare le miniature tanto accorte ed amate…
Poi…le solo inchiostro rosso scorse per quei libri…indegni,erano indegni quegli occhi,indegne quelle dita…non meritavano di sapere,non lo meritavano…ed era compito del custode fornire il giusto castigo…
Sangue,sangue e ancora sangue…ed era una foga innaturale a muoverlo,ogni colpo,ogni stilettata pregna della violenza subita dai propri coetanei e dai sacerdoti…ogni parola colma dello stesso sacrale furore con cui era stato perseguitato fino ad allora…
Ma gli stupidi non avrebbero capito,e lo avrebbero ucciso…si,lo avrebbero ucciso.
Abbandonò le case di mattone di Alessandria,per tornare ove le notti fredde del deserto lo avevano visto nascere,ma non ad Arimateah,era piccola,sarebbe stato riconosciuto anche se erano passati più di venti anni da allora…fu a Gerusalemme che si fermò,ed errore più grande,non potè fare…
Una scossa della nave gli fece perdere l’equilibrio,colpendo con la testa la parete di legno…il dolore offuscò la vista,ma non i ricordi,che continuavano imperterriti a rendersi sempre più chiari…
Fu la notte dell’attacco,i crociati,così si chiamavano…attaccarono e si ripresero la loro “Città Santa”,eppure,pur nella sua efferatezza,nemmeno ei era mai stato testimone o attore di tanto massacro…
Poi il buio,fu colpito,da cosa non seppe mai…
Soltanto il dolore e le urla di agonia che i raggi del sole gli provocarono durante il viaggio di ritorno,prigioniero dei crociati, accompagnarono il suo corpo,che giunse in fin di vita fino in Inghilterra,ove la compagnia templare aveva sede. Prigioniero,in terra straniera…nulla capiva di quanto essi dicevano,in parte troppo sofferente per soffermavisi a comprendere…disse il suo nome,più e più volte…soltanto la versione storpiata tornò indietro…”Joachim Liiva from Armster”.
Ci vollero mesi prima che le visibili conseguenze delle ustioni e le insolazioni sparissero,appena in tempo perché ei e tutti i prigionieri considerati “accidentali” ovvero non obiettivi militari,fossero imbarcati su una galea,incarcerati come bestie e trattati ancora peggio dai militi che sfoderarono le armi per Dio…
Barrington,era l’unica parola che era riuscito a comprendere con quel poco che sapeva,probabilmente la destinazione…ma sarebbe menzogna non dire,che la speranza di arrivarci vivo era del tutto incerta ed ancora poco plausibile…
Ancora,perse i sensi,affaticato dal tanto ricordare…
Riacquistò le proprie capacità nel momento in cui fu strattonato dalle catene che lo tenevano vincolato,e fu trascinato per le scale della galea tra il pubblico ludibrio dei militi,per poi essere gettato al largo della costa assieme agli altri prigionieri…
Non sarebbero arrivati mai vivi…era chiaro,non era mai stato desiderio di lasciarli vivi,solo di illuderli…un attimo prima che i ceppi venissero legati ad un peso di ferro,un attimo prima di essere spinto nelle acque nebbiose assieme agli altri corpi,alcuni già defunti altri non ancora…si buttò ei stesso a mare…
E nuotò…fino a che non diventò un movimento tanto meccanico da non poter smettere nemmeno volendo,le nebbie obnubilarono l’udito,rendendo impossibile sentire gli improperi dei crociati resisi conto dell’aver mancato di “giustiziare il chiaro”,così veniva sprezzantemente chiamato a bordo…
Il tempo si fece denso,e i muscoli indeboliti,si fecero una cosa sola con le onde…
La terra lo abbracciò,disteso sulla costa…la notte lo benedisse…era giunto,era vivo,forse no…non era importante…come non lo era il nome che seco si portava,storpiato,memento eterno del dolore…
…Era giunto…



EDIT: ULTIMO KARMA RISCONTRATO: 10.000

[Modificato da Nianna 06/06/2016 08:04]



I knew all the rules but the rules did not know me
guaranteed..





Grazie Serafin *_*
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