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BLAZEN - Lycan

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2016 12:12
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Post: 387
Città: COLLEGNO
Età: 37
Sesso: Maschile
02/07/2014 11:10

BACKGROUND

LA NASCITA DEL VANIR


Sangue. Ne sono sommerso. Nudo e riverso in questa pozza rossa. Ero nel mio letto con mia moglie e ora ciò che ne resta è questo sapore di ferro sulle labbra. Gli dei maledicono gli uomini che non fanno sacrifici, non possiedo bestiame né un figlio da portare al tempio e ora, non sono nemmeno più un uomo.
Non sono mai stato un santo, amavo mia moglie e, proprio in questo istante in cui vi racconto la mia storia, sembra che il sapore di sangue cominci ad essere sempre più piacevole sulla lingua.

Nacqui a Duisburg, tre case e puzza di piscio ad ogni angolo. Era la latrina di una taverna a cielo aperto sella strada per Essen. Una grande piazza dove venivano impiccati i traditori del re e lasciati a marcire sulla forca. Mio padre si occupava della corda fino a quando non ci finì appeso insieme a mia madre. Ero troppo basso all’epoca e non riuscivo a raggiungere i loro piedi che ciondolavano dall’alto. C’è qualcosa di strano nella morte, in un modo o nell’altro ti cambia e lo fa strappandoti via pezzi dell’anima. Fui adottato da Buck Muller, il fattore del paese, ci aveva adottati tutti, dodici orfani per i campi ed alcuni, più sfortunati, a diventare la compagnia notturna. Ci faceva spaccare la schiena, di inverno il freddo è atroce, ma il piede non affonda nel fango, ai primi caldi era come se ci mettessero un sacco aggiuntivo sulle spalle. Per due anni non ho fatto altro, il mio padre adottivo mi ricordava ogni giorno il mio unico scopo, guadagnarmi il pane raffermo che ci serviva per cena. Crebbi robusto, forse già oltre la media per la mia età, le spalle che conoscevano il bacio dell’inverno e le frustate del sole estivo. Caricavo e scaricavo i carri diretti al borgo del re, all’inizio sembrava che fossero incollati al terreno stesso poi, man mano, cominciai a fare sempre meno fatica fin a quando cominciavo a lanciarli in un unico movimento.
Ero grato al mio carceriere forse perché la zuppa, per quanto ribollita, non mancava mai e il giaciglio era caldo, anche se condiviso con qualche insetto di troppo. Ma le cimici possono essere schiacciate, i vermi sono un’altra storia. Fui svegliato durante il sonno da una mano che mi inchiodava a terra, premuta con tanta violenza sulla bocca da sentire il mio stesso sangue sgorgare dalle gengive schiacciate. Non so perché gli altri non si ribellassero, forse l’età aveva fiaccato la forza del vecchio Buck, forse le comodità che prometteva erano più forti di ogni tipo di amor proprio. Afferrai la gola del vecchio, ricordo solo questo, strinsi con tanta rabbia e violenza che affondai le dita nella sua carne fino a poter sentire gli spasmi della sua lingua sotto i polpastrelli. Con un tonfo il bastardo tirò le cuoia e tutto ciò che lasciò in eredità fu un corpo grasso e molle immerso in una pozza di sangue e urina.
A Duisburg vi è la legge reale che l’omicidio va sempre punito, non importa quale, ma la pena va commisurata al movente. Io non avevo una famiglia naturale e avevo appena massacrato quella nuova.
Cominciai a correre, solo gli dei sanno per quanto tempo, la foresta nera è un bel posto dove nascondersi, nemmeno i soldati ci vanno a caccia, ma ciò che si annida nell’ombra è ben più mostruoso di picche e armature. Per qualche mese sono rimasto nella foresta nutrendomi di conigli e bacche, rubando qualche gallina e rivendendo erbe mediche al figlio della signora Thar. Sembrava che la vita fosse diventata più semplice e in qualche modo più serena ma, la tempesta è sempre dietro l’angolo. Due giorni ininterrotti di pioggia, il legno troppo bagnato per accendere un fuoco e un giaciglio zuppo sotto le nuvole gravide di pioggia. Oggi so che fu la luna piena a guidarlo da me. Faceva freddo, tremavo anche sotto le due pellicce di orso che avevo indosso ma, il brivido che mi spezzò il fiato si consumò tra il lampo e il tuono. Un’ombra gigantesca si stagliava nella notte, un’ombra fatta di artigli, pelo e zanne mi osservava nell’oscurità. Gli alberi oscillavano e due enormi occhi gialli si avvicinavano, potevo vedere lo sbuffo di fiato davanti le zanne e un orribile suono di rami spezzati. Saltai in piedi e cominciai a correre verso il sentiero, non mi voltai, non sapevo cosa mi dava la caccia e non desideravo scoprirlo, speravo solo di svegliarmi nel mio giaciglio. Man mano che la foresta diradava, scappai verso la fattoria di Muller e li fui raggiunto. Ricordo il dolore, è una ferita che è guarita sulla mia carne ma non nella mia mente. Fui azzannato al braccio destro con tanta violenza da spezzarmi l’osso in tre punti. Poi non vidi più nulla se non delle torce vomitate dalla fattorie, urla e dei cani inferociti che si avvicinavano incitati dai loro padroni. Mi svegliai dopo quattro giorni, la febbre mi dilaniò il corpo e sarei morto se la figlia del fattore non si fosse presa la briga di tenermi al caldo. Al mio risveglio mi sentivo bene, sembravo persino più alto e forte ma, all’inizio pensai che si trattasse solo della sensazione di tornare in piedi dopo un lungo sonno ma, non era così. Cercai di sdebitarmi con i miei ospiti e per loro cominciai a lavorare la terra, il mio sguardo era sempre puntato verso la foresta, all’inizio per la paura d un nuovo attacco e solo in seguito per il desiderio di tornarci. Dopo due anni sposai Tyara Muller, eravamo giovani e pieni di speranze per il futuro ma, come tutte le cose belle, non durò tanto. C’erano notti piene di incubi in cui mi svegliavo lontano da casa, completamente nudo e ricoperto di sangue, ero spaventato e troppo stupido, non volevo capire. Il mostro che mi aveva attaccato tornò ma sfondò una porta che non avrei mai potuto sbarrare, il mio cuore. In quel plenilunio di mezza primavera venni a conoscenza della mia vera natura e il tributo più grande fu il sangue di mia moglie. Non ricordo nulla, all’epoca non riuscivo a controllare minimamente i miei istinti, ma con disgusto ancora ora ricordo il sapore della sua carne. Scappai ancora una volta verso il grande mare, ormai non c’era più un posto per me, navigai verso ovest sperando di non trasformarmi ancora, pregai per non farlo, gli dei mii ascoltarono fino a quando sbarcai su una grande isola. Cominciai a cacciare, a spostarmi, scoprì i nuovi poteri che mi erano stati concessi e fu una sensazione di piacere estrema.

Ora, tornando al sangue del povero bastardo che ho incontrato ieri, riesco a specchiarmi, la mia barba sembra folta come il pelo del lupo che mi possiede e il mio aspetto sembra addirittura più selvatico di quando spalavo letame nei campi di Buck. Una mano, ha ancora un anello e una lettera … la sua taglia. Barringotn, non è molto distante, sarà la prima volta che mi pagheranno per un pasto che mi è stato offerto.


Mannaro di Luna

Allineamento: LEGALE/MALVAGIO

Descrizione forma Homid:
Capell: neri
Occhi: neri
Altezza : 2.04 m
Peso 109 kg
Segni particolari : Un tatuaggio sul braccio sinistro ( definito " quello debole " poichè non ha veicolato la maledizione della luna)

Descrizione forma Krinos:
La più sublime macchina di distruzione della natura. Artigli e zanne simili a sciabole (3 cm).
Altezza: circa 2,65 metri
Peso: 230 kg
Pelo : Completamente corvino, sulla schiena e sul collo è talmente irto da somigliare ad una criniera.

Descrizione forma Lupus:
Grosso lupo dal manto nero con riflessi grigiastri. Zampa anteriore sinistra coperta da pelo grigio. Occhi azzurro cielo.


Clan Lycan

Skill acquisite:
POTENZA +3 (1 scatto da bg)
[Modificato da EDAVE 07/01/2016 12:12]
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Della magia tutto ciò che rimane è il ricordo nel tempo che và...



Quando ci impegnamo per vendicare chi ci è caro, la giustizia personale si scontra con quella di Dio e della società. Diventiamo giudici, giuria e Dio. Quella scelta comporta una spaventosa responsabilità... Alcuni sono sopraffatti da tale peso; altri finiscono per abusarne. Il vero fuorilegge trova il giusto equilibrio tra la passione del proprio cuore e del potere della propria mente... Ci deve essere la stessa dose... Di potere, e di giustizia!





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