Achesta

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AchestaVesnacov
00domenica 28 febbraio 2016 17:40
NOME COMPLETO: Achesta Vesnacov
ANNI: 20
LUOGO DI PROVENIENZA: Stato di Kiev, Rus' di Kiev -Vjatici-
PESO: 51Kg
ALTEZZA: 176 cm
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Castano chiaro

ASPETTO: Alta e magra, dal fisico asciutto ma tonico. Un viso regolare dal taglio ovale. Occhi affusolati di una sfumatura di azzurro molto chiaro. I capelli sono leggermente mossi, alcune volte acconciati ed altre lasciati sciolti oltre le spalle. Una carnagione molto chiara tipica delle genti del nord.

LINGUE PARLATE: Russo e Inglese

OGGETTI DA BG: Due fedi d'argento con incisi all'interno i nomi di Achesta e Viktor

ALLINEAMENTO: Neutrale puro

Karma: 144

Skill richiesta da bg: Conoscenze religiose livello 1






La bambina dell'Ombra

"E' nata morta."

La nebbia, il freddo, il grigio della pianura della campagna, l'inverno impietoso scivolavano lievi e rigidi in egual modo sul manto color porpora del capo clan di Vjatiçi, che era un uomo anziano, saggio detentore della sapienza, non di quella dei fogli di pergamena ma della vita, dei misteri e dei culti. Sua nipote era appena nata e non aveva emesso nemmeno un vagito di vita, un pianto, alcun lamento e per quello che aveva decifrato dal volo degli uccelli neri, questo era presagio di sfortuna o di un particolare fato. Bastò sfiorarla con i polpastrelli sul viso minuto per spezzare quel velo cristallino ed evanescente che l'aveva catturata per conservala a questo mondo. "Padre!" esclamò sua madre che conosceva perfettamente, seguendo l'antica religione, che un infante che viene al mondo in silenzio è marchiato. Non sarà mai dimenticato dagli Dei. "Nel cielo solcano avvoltoi e corvi e, in questo momento, i lupi corrono per ritrovare il branco. La luna è crescente e l'inverno non è ancora giunto al termine, Achesta sarà il tuo nome, sarai la bambina dell'Ombra e la donna della Luna Crescente d'Inverno. Così sia nel nome degli Dei e della Dea"
Erano ancora gli anni in cui nei villaggi e nei paesi dello stato della Rus' di Kiev si proclamava come fede tradizionale quella pagana e ciò comportava quella sorta di deificazione delle forze della natura e l'adorazione degli spiriti ancestrali. In questo ambiente, libero e primitivo, crebbe Achesta Vesnacov, erede e discendente di una delle più antiche e nobili famiglie di quel clan mistico e devoto a tutto il proprio Pantheon. Il Clan era solito organizzare riunioni, come delle assemblee private e rivolte solo ai membri più anziani del villaggio, riunioni presiedute da Orgacha, detto il sommo, il nonno di Achesta, padre di sua madre e sua moglie Marghetkcha, simbolo delle donne del villaggio, compagna leale, devota a suo marito e levatrice. Donna intelligente che sapeva quanto poteva essere fondamentale la capacità e la presenza delle donne nella sua casa.
Ma per la bambina dell'Ombra non era ancora il tempo di imparare, quello sarebbe arrivato più tardi con il tradizionale battesimo della Vita a dieci anni, ma prima, prima ci sarebbe stata la teoria, lo studio e la comprensione di parecchie e molte altre cose.

L'incontro con gli Dei

"Ora Sai"

Preferiva la campagna, i giochi, i segreti allo studio, questo era certo, otto anni passati a ridere, a piangere e poterla considerare una bambina serena, felice nonostante la particolarità del giorno in cui venne messa al mondo. Aveva un amico che era per Achesta l'amico più bello e bravo che le potesse capitare: Vicktor Slavith di poco più grande di lei. Quello tra loro era un rapporto che nessuno avrebbe mai diviso, un gioco di bambini che nell'aria di tutta Vjatici, presto e con il tempo scommettevano, si sarebbe trasformato in qualcosa di più e sarebbe diventato più importante, un rapporto più grande di quello che esisteva ora tra le righe dei fili dell'erba sempre colmi di rugiada dell'alba. Dalla capanna del sommo spuntò proprio Marghetkcha che adorava sua nipote e contrariamente a quanto stabilivano le usanze fu lei personalmente ad educarla ed istruirla sui costumi del suo popolo e sulla religione. Di solito i bambini e le bambine passavano dal sommo Orgarcha per le lezioni ma per Achesta si preferì acconsentire ad una semplice richiesta avvenuta in assemblea. Quando Marghetkcha avanzò quel desiderio non trovò, nei membri del consiglio, alcun ostacolo. "Dovrai insegnarle tutto quello che deve sapere, perché Achesta è diversa, per linea e discendenza prenderà parte all'assemblea e deve essere più preparata e deve conoscere gli Dei e tramandarli, Marghetkcha, ma sono sicuro che tu sei quella perfetta, più idonea di me, sicuramente. Mia nipote è la nostra speranza, i seguaci del Cristo si muovono e presto anche qui dovremmo armarci per difendere i nostri dei, ma è la nostra tradizione che non deve essere dimenticata." Dalla porta del suo alloggio Marghetkcha osservava quella bambina, lì insieme agli altri bambini, a tirare su il secchio del pozzo e ridere senza che nuvole oscure si condensassero sul sorriso, ma gli occhi di quella donna sollevandosi al cielo non potevano non intravedere da lontano nel cielo nubi nere avanzare celermente. "Achesta, è l'ora" questo era il principio, il monito che la richiamava a lei e la bambina dell'ombra lasciava i suoi giochi, i suo amici e si ritirava in quella capanna e da lì non usciva se non dopo molto tempo e molti giorni a volte. "Conosci il Dio raffigurato in questa statuetta, Achesta?" Marghetkcha ed Orgacha possedevano tutta una serie di statuine raffiguranti gli dei del proprio Pantheon, oltre agli incensieri e alle candele sempre accese di giorno e di notte. Achesta annuì certa, già un'altra volta il dio con la spada a forma di tuono tenuta tra le mani le passava davanti agli occhi. "Si nonna, è il nostro Dio Perun" Marghetkcha si premuniva spesso di ripetere e di ripassare i nomi e le funzioni, e per cosa venissero adorati e pregati. "Bene Achesta" disse " Perun è il Dio supremo del Pantheon che ci appartiene, il Dio del Tuono e del Fulmine. Gli altri suoi attributi sono la montagna, la quercia, l'aquila ed il firmamento." Achesta ripeteva muovendo la bocca e annuendo perché di Perun si ricordava benissimo. " ma anche del cavallo e la carrozza. Come armi ha il martello, l'ascia e la freccia. E' per noi il Dio della Guerra e del Fuoco." La lezione proseguiva e spesso dopo Perun toccava alla statuetta di Veles " Ti ricordi questa?" Achesta se le ricordava tutte perché erano ormai mesi che ripeteva incessantemente i nomi degli dei "sì nonna, è Veles… Dio degli armamenti e divinità protettrice dell'arte, degli affari e dei commerci" Senza nemmeno un'esitazione, Achesta rispondeva a tutte le domande, più o meno difficili, che sua nonna le rivolgeva. "Ed infine abbiamo Striborg" aggiunse Marghetkcha continuando quella lezione che non aveva mai un arco di tempo prestabilito, poteva essere notte fonda alla fine, o iniziare una tiepida aurora del mattino. "Striborg è il Dio del vento, del cielo e dell'aria, ma noi lo veneriamo e lo preghiamo per le tempeste nei periodi di siccità." Si alzò dunque in piedi posando le statuette ma ancora non aveva finito. "I templi sono i nostri luoghi di preghiera e hanno le mura rossa e sono quadrati, all'interno si ergono le nostre statue, come questa, ma molto più grande fatte di legno e sfarzose per richiamare la grandezza delle nostre divinità." Si avvicinava ad Achesta sempre senza far rumore, per non disturbare il livello di apprensione e la capacità della bambina di apprendere. "Noi usiamo la Divinazione, per invocare l'appoggio degli dei e per conoscere la sorte delle nostre azioni future ed infine Achesta ricordati sempre le nostre festività annuali." La bambina dell'Ombra sapeva ormai anche questo, perché erano prossimi alla conclusione della mietitura e tutti i fedeli si sarebbero radunati per la cerimonia di rendimento di grazie sul sagrato del tempio. "Mi sai dire in cosa consiste questa celebrazione, Achesta?" La bambina si stringeva la bocca e molto piano, con graduale lentezza e via via con più convincimento, raccontava di quell'incontro con i fedeli e l'incontro con il dio. "E' la festa del Dio Sventovit. Quando il popolo si raduna davanti alle porte del tempio, il Sacerdote che è il nonno, asporta il vaso dalle mani della statua ed esamina se il liquido all'interno è diminuito. In questo caso il nonno predica la carestia per l'anno seguente; in caso contrario vi sarà abbondanza. Dopo aver onorato la statua facendo finta di offrirle da bere, le chiede con un'invocazione solenne ogni sorta di beni per sé e per la patria, la ricchezza e la gloria per la popolazione. Poi saluta la folla in nome della statua del dio, la impegna così a perseverare nella sua devozione e nei sacrifici, promettendole come sicure ricompensa vittorie sulla terra e in mare."

L'amore per sempre ha il gusto della Morte

"Io vi unisco in matrimonio e le vostre due anime saranno una da oggi e per l'eternità"

Avevano deciso di sposarsi, Achesta e Viktor, ormai lei aveva quindici anni e il loro rapporto crebbe nel tempo come si prevedeva e si rafforzò diventando davvero un grande amore. Unico e solo. Fu una notizia tanto attesa quanto felice per le genti del villaggio e il matrimonio venne celebrato sotto gli dei di Jarilo e Mokos, uno dio della fertilità, l'altro della sessualità. La primavera era appena cominciata e, per quanto le temperatura fossero sempre così rigide, quel giorno ai piedi delle statue si allungavano lunghe scie di sole quasi brillante. Fu Orgacha a celebre quell'unione e tutto andò bene. Il banchetto dopo la cerimonia ristorò gli invitati e si aprirono festose danze davanti ai fuochi appiccati, le donne bruciarono le loro ghirlande per buon augurio e Achesta lanciò nel vento il suo mazzo di piccoli fiori. Negli anni che passarono il loro legame fu sempre più stretto e più solido e poco dopo nacque un bambino, ma fu proprio da questo istante che gli avvoltoi di quel lontano giorno tornarono a beccare la loro preda. Il bambino nacque debole, malato e non superò nemmeno il primo inverno. Non fu quello però a devastare la vita di Achesta che, giovane, contava sul fatto di poter donare altri figli a Viktor, quello che le piombò sulla testa fu il nome di un uomo che condusse lentamente il suo popolo alla lenta distruzione, ad uno sfacelo e ad una specie di persecuzione che sembrava fuori posto e fuori tempo. Al trono di Kiev salì in quegli anni Vladimir I e Vladimir portò con sé la conversione al cristianesimo di tutta la popolazione dello stato Kievano.

L'Assemblea ti appartiene

"Non toccherà i nostri Dei"

Al compimento del suo diciottesimo compleanno, con il rito del battesimo della vita celebrato ai piedi del Dio Borevit, dio dei Boschi, solitamente raffigurato con corna di cervo, veniva così accolta dall'antica Assemblea. Achesta si dimostrò pronta e i duri anni di apprendimento servirono per questo momento. Intelligente, capace, di spirito e coraggiosa. Gli ultimi anni a Vjatici furono i più terribili e i più crudeli. L'esercito di Vladimir giunse anche sulle porte della sua casa e la rivolta costò un prezzo altissimo per gli affetti e per un non facile compromesso con l'avvento del cristianesimo. Perse i suoi cari, trucidati e vittime di una certa giustizia divina e le statue degli dei vennero bruciati, così come i templi e le persone. Anche Vicktor perì con suo nonno ed il resto della sua famiglia, come Achesta riuscì a salvarsi rimase un disegno dei suoi dei. L'unica cosa che ora possiede del suo passato, di quella vita nella libertà sono due fedi d'argento e gli insegnamenti della sua famiglia.

Le carovane dell'Est

"Un fiore sulle tombe ed io vado via"

Un anno dopo, la situazione si era fatta più difficile e i seguaci di Vladimir I per quanto molte rivolte furono poi chetate si divertivano ancora a perseguitare i pagani di Rus' di Kiev. Fu una decisione costretta, spinta mal volentieri, ma doveva lasciare Vjatici. Per mesi vagò dalla terra verso il mare, poi si imbarcò insieme ad altri e nei porti di molte città si fermava per poi ripartire. Un viaggio lungo due mesi e per caso i suoi Dei l'hanno fatta approdare in questa terra che ha dovuto chiedere come si chiamasse e gli altri le dissero: Avalon
Fehrer
00domenica 28 febbraio 2016 20:02

Achesta Vesnacov
Descrizione Fisica: Presente
Allineamento: Neutrale Puro
Terra di provenienza: Rus' di Kiev [CENSIRSI NEL CLAN NORDICO]
Conoscenza lingue: Russo e Inglese

Skill: Conoscenze Religiose I




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