Alvhar

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Alvhar
00domenica 24 aprile 2016 11:26
NOME: Alvhar Cathbert
ANNI: 24
PROVENIENZA: Britannia
ALTEZZA: 1,70
PESO: 65
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Castani
BREVE DESCRIZIONE: Di carattere schivo e riservato, Alvhar è un frate cristiano. L'aspetto è curato, il tono di voce sempre basso e lineare, è un uomo mite, nonostante la sua fede lo metta spesso di fronte a prove che possono farlo vacillare.
ALLINEAMENTO: Neutrale Buono
PUNTEGGIO ATTUALE: 122
SKILL RICHIESTA: Conoscenze Religiose liv. 1


Era un giovane ragazzo quando fu inviato al monastero di Peterborough, pur senza aver avuto possibilità di scelta, aveva ben presto sposato la causa cristiana, accontentando non solo la sua famiglia, troppo povera per potersi permettere una bocca in più da sfamare, ma anche il volere di Dio. La sua natura mite e curiosa l'aveva ben presto messo in luce come uno dei più promettenti giovani monaci del suo ordine, una fortuna per lui, che in quel modo ebbe accesso alla conoscenza della lettura e della scrittura. Le sue giornate trascorrevano tra il raccoglimento nella preghiera e la trascrizione di antichi manoscritti, le sue dita erano spesso annerite dalle tinture, e indurite dalle ruvide pergamene che ogni giorno maneggiava. La vita monastica non prometteva avventure, goliardie o altri vezzi simili, ma offriva qualcosa di molto più grande, era fonte di infinita cultura, rispetto a quella che avrebbe anche solo potuto sognare se fosse rimasto con la sua famiglia, vivendo da contadino, e, cosa più importante, la grazia del Signore. Alvhar crescendo comprese di quanto questo poteva essere fondamentale, diventando uno dei servi più devoti del Dio cristiano. Lo cercava ogni notte nelle sue preghiere, lo trovava ogni giorno attraverso la cultura che i manoscritti che gli erano affidati gli trasmettevano, giorno dopo giorno, leggeva e apprendeva storie in cui si parlava dei miracoli e delle peripezie che il popolo cristiano aveva dovuto affrontare, in un certo senso per lui era come leggere le gesta di antichi eroi, di persone nelle quali si identificava appieno, godendo della luce divina ogni volta che sfogliava le pergamene ingiallite. Ebbe modo di viaggiare, quando fu abbastanza grande per poterlo fare, gruppi di monaci venivano inviati nelle regioni limitrofe per portare la parola di Dio a chi ancora non l'aveva conosciuta, oltre a presenziare ad importanti incontri nei quali la presenza dei religiosi del suo ordine era richiesta. Fu durante uno di questi viaggi che la sua fede cominciò a vacillare. Tornavano da una missione, lui e un gruppo di fratelli, attraversando a piedi una valle scoscesa, in cui il percorso non sempre era agevole. Era quasi il calar del sole, occorreva affrettarsi per raggiungere il villaggio più vicino in cui potersi rifocillare e accampare per la notte, prima di far ritorno al monastero. Portavano con se solo pochi oggetti, qualche pergamena, nulla di valore, almeno non in termini economici. Disarmati e stanchi, non ci volle molto perchè un gruppo di briganti accerchiò i monaci. Alvhar era terrorizzato, tra e mura del monastero mai e poi mai avrebbe temuto di trovarsi in una situazione come quella. Non avevano nulla che i banditi potessero prendere, e forse questo era anche peggio dell'aver dell'oro o dei valori. Ubriachi, sicuramente violenti, non trovando nulla se non poche piccole croci di legno e qualche pergamena, iniziarono le percosse e gli insulti. Il più anziano, Padre Feller, stanco e impaurito pagò con la vita, spintonato a terra e calpestato dalla furia dei banditi. Nello spavento generale, i monaci cercarono la fuga, il villaggio non era distante e i briganti difficilmente li avrebbero seguiti fin la, i monaci erano più giovani e più sobri, equipaggiati in maniera meno pesante, e non ci volle molto per distanziarli e trovare la fuga.
Arrivati al villaggio, furono accolti e medicati e la notte, su un pagliericcio da cui ALvhar poteva vedere il buio al di fuori, trascorse senza alcun segno divino. Il giovane monaco pregò tutta la notte, per Padre Feller, il cui corpo non avrebbe avuto degna sepoltura, per i banditi e per la loro salvezza, per se stesso e per i suoi fratelli. Non ci fu alcun segno, se non il peso di una trsistezza che dentro la sua anima lo faceva sentire vuoto. Rabbia, un sentimento legato al male, forse era quello che in quel momento viveva dentro di sè, e questo spaventò Alvhar forse anche più dell'attacco subito, capì per la prima volta dopo tanti anni di devozione, che talvolta perfino Dio è capace di lasciarti solo, e che le sue prove spesso, se di prove si tratta, sono più crudeli di quanto ogni cristiano potesse immaginare. Fu un fatto che cambiò forse per sempre la sua esistenza, lo rese ancor più silezioso, diffidente, dopo la preghiera le sue giornate erano interamente dedicate alla lettura, alla ricerca di un modo per comunicare con Dio ed essere ascoltati, ed avere risposte. L'ultima volta che udì le campane del monastero suonare, fu il giorno in cui venne imbarcato per un nuovo viaggio. Via mare, per raggiungere le coste più ad ovest e portare la parola di un Dio che da troppo tempo aveva smesso di parlargli. Accettò quella missione più per se stesso che per il significato religioso, forse sarebbe tornato più saggio, o forse non sarebbe tornato affatto.
Fehrer
00martedì 26 aprile 2016 12:19

Alvhar Cathbert
Descrizione Fisica: Presente
Allineamento: Neutrale Buono
Terra di provenienza: Britannia - Peterborough [CENSIRSI NEL CLAN NORDICO]

Skill: Conoscenze Religiose I

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