Chiedo visione per la skill VERBO DEL MARE grazie.
EMEROD [sentiero] stava passeggiando tranquillamente lungo il sentiero costeggiato dal ruscello con il suo gorgoglio. Da presso Arock seguiva la sua padrona in quella passeggiata notturna che lo alliettava tanto. Passo dopo passo, la giovane lady si avvicinava alla sua magica destinazione: la fonte sacra. In quel luogo la giovane andava spesso in quel luogo per prender contatto con la natura e rilassarsi lontano dalla vita intensa della cittadina fortificata di Avalon. Dopo pochi passi giunse all'entrata della radura della fonte sacra.
GUYSGARD (sentiero)Lievi i passi del giovane ragazzo, batton sul sentiro striato che conduce alla foresta di luce. Il manto scuro posa sulle ampie spalle e cala fin quasi a toccare il terreno, in tutta la sua lunghezza. La lucente è sempre presente al suo fianco. Spada, sua fedele compagna di vita e non solo, diventata da poco ma fondamentale ai suoi scopi. Lama che batte sulla gamba sx, ormai era diventata abitudine del giovane sentirne la presenza, tanto forte a e allo stesso tempo rassicurante. Cupo pare il suo viso, assorto nei suoi pensieri, come questi ultimi erano altrettanto. Capelli che ricadon sulle spalle nella sua lunghezza e che vengon a malapena accarezzati dal lieve respiro che Eolo fa viaggiare nel sacro luogo.
EMEROD [entrata radura] con passo leggiadro, quasi a non voler calpestar con forza l'erba che ricopre il terreno della radura si avvicina alla fonte sacra. Si guarda attorno e vede una pietra. Si leva il scuro mantello dalle spalle e lo appoggia sulmasso ove si mise sedere rimirando la fonte sacra con tutti i riflessi che ne rendevano le movenze quasi argentate.
GUYSGARD (sentiero/radura comune)Sguardo che pose sul terreno fertile della foresta a vedere ove mettere i piedi per non inciampare. La notte scendeva presto e portava con se minacce che nelle ore diurne si potevan evitare con molta più semplicità. Il capo, anch'esso mantiene abbassato un pò per il leggero freddo che potea sentire penetrare nel caldo manto scuro. Pochi passi ancora e sarebbe giunto alla radura. Nella natura circostante nessun rumore in particolare se non quello di vecchi gufi o civette che posavano sui rami di alberi secolari e divini...quelli che lui chiamava i padri della foresta.
EMEROD [fonte] sente di passi sopraggiunger dal sentiero. Volse il volto in cotal direzione ansiosa di veder se c'era qualcuono in arrivo o se era solo la sua immaginazione. Intanto Arock si divertiva a sltellar dietro alle lucciole e a cacciarle in un gioco infinito.
GUYSGARD (radura comune)Piccoli giochi di luce pare vedere dinnanzi ea ei. Un lieve sorriso compare sul bel volto del messere che pare scacciare, anche se per sol un'attimo, i suoi tor,mentosi pensieri. Scuote le spalle riassestando il panastro lungo per poi tenerlo con la dritta e stringerlo al petto. Parole sfuggono quasi al suo controllo, come sospiri nell'eterna ed infinita notte, come una litania crudele ma allo stesso tempo dolce e lenta. Una canzone che le avea insegnato la madre un tempo lontano e che, a volte, s''improvvisava a cantare. Sempre che nessuno vi fosse nei paraggi.
EMEROD [fonte] nota la figura di un cavaliere spuntare dal sentiero, Lo osservò per cercar di capir chi fosse. I lineamenti del messere le parevan familiari. Quando sentì il canto del cavaliere ne riconobbe la voce, era il suo caro amico ser guysgard, indì verbiò a voce medio alta ''Sid Vobis amico! Siete voi Guysgard vero?'' e attese responso.
GUYSGARD (radura comune/sacra fonte)Passi che silenziosi sfiorana ppena la dolce natura ben curata e protetta dalle creature dei boschi, quali folletti e rangers, forse anche da elfi in generale. Il passo comunque non esita ed è ben diretto verso la sua direzione. Ei sa ben che il posto proferito ove trovar ristoro dopo una bella mangiata da Filippa, era la foresta di luce. E proprio li, vicino la sacra fonte, ei vuole andare. Sedersi sul piccolo masso che dinnanzi ha luogo e nell'oscurità po sentire le dolci acque che scivolano sui muschiosi massi del ruscello ove spesso si potea notare piccoli pesci di svariati colori. Litanìa che cessa all'istante nel momento che ne ode voce femminile. Le gote si coloran di rosso acceso mentre verso ea avanza. Ancor non sa chi trova davanti. Una voce certo ben conosciuta ma che non riusciva a dare un volto, Socchiude gli occhi in piccole fessure che cercan di poter scorgere almeno una parte della figura che presto avrebbe scoperto. Incerto ancor non risponde. Non prima di poter vedere la sua interlocutrice.
EMEROD [fonte] osserva l'amico nel complesso e poi in particolar modo in volto: era il solito Guysgard. Restò lì ferma a osservar il cavaliere in attesa che si avvicinasse
GUYSGARD (radura comune)I sensi cerca di usufruire al meglio delle sue umane capacità. Come detto in precedenza, l'oscurità poteva nasconder diverse insidie. Da sotto il manto la dritta si posa sulla fredda elsa della spada come a carezzarne i bei lineamneti di una fanciulla. Poi la fioca luce della mezza luna fa intravedere il bel viso di lady Emerod. Un sorriso nuovamente compare sul volto del messere che or appena risponde al suo saluto 'Sid et mare asperum milady' accompagnato da un lieve chino del capo. 'Come state? Avete forse delle notizie per me?' or la mancina sfila dal caldo manto per posarla sul di lei finaco e dirle accompagnandola 'Venite con me su quel masso' mentre la destra indica il medesimo masso.
EMEROD [fonte] seduta sul masso sorride all'amico mentre il suo Arock si divertiva nel suo gioco di caccia alle lucciole. La giovine verbia '' Caro amico, oggi sto meglio di ieri ma molti pensieri portan lontano la mia mente. Sapete, inel regno da cui provengo c'è rischio di guerra e oltre a questo problemi con vostro fratello mi tolgon il sonno durante la notte per non dimenticar nuove conoscenze qui ad Avalon. Un elfo ha catturato la mia attenzione. Perdonatemi se ve lo dico così, ma non ho altro modo di dirvelo. Spero di non avervi fatto torto...'' abbassò lo sguardo verso la fonte nella speranza che la stessa le desse una risposta ai suoi dubbi e pensieri. Volse di nuovo lo sguardo verso l'amico e continuò ''Oltre a tutto il caos mi riempie i pensieri. Il Caos dilaga su Avalon e nessuno fa nulla per porvi rimedio. Nessuno! E io...'' si fermò un 'attimo divenendo un po' malinconica ''e io sono nelle mire di una dei suoi adepti. Ser Guysgard, perchè nessuno fa nulla contro il caos?'' e lo guardò in volto, non un'emozione trasaliva dal volto dell'amico. Emerod ne attese il verbo, temeva di averlo ferito con il suo verbiar ardito e senza riverenza nei confronti del giovne cavaliere.
GUYSGARD (masso)Lo sguardo posa per un'attimo su di lei per poi incrociarr lo sguardo e dire prendendole le mani per poter solo verbiare con fil di voce 'Che cosa volete dirmi Emerod...siate più precisa perfavore' ed un lieve soffio di vento accompagna il suo dire.
EMEROD [fonte] osserva l'amico che non sembra provar emozioni dinanzi alle parole che ella avea pronunziato poc'anzi. Indì prosegui con il secondo prolema che le creava ansia. Emerod verbiò ''Guysgard, vedere tempo addietro alla locanda ho avuto a che fare con un’adepta del caos e questo ora mi ha puntato, non so il perchè. Un paio d'ore fa ero alla locanda, ma quando ho visto giunger codesta figura con i suoi amici al seguito ho preferito allontanarmi dalla locanda e son venuta qui a cercar pace e ristoro. Il caos rende orribile anche il posto più piacevole come la locanda di Donna Filippa. Ditemi, voi da dove giungete?'' e attese il verbo del ser.
GUYSGARD (masso)Il suo punto focale è concentrato solo dalle sue parole e non dalla domanda che poi pone. Le sue esili mani rilascia mentre si volta pienamente al ruscello puntando le palme lingo il fianco e sulla nuda roccia. Sguardo di fuoco quello delgiovane mediterraneo che scruta la luna che riflessa pare correr lungo le dolci acque. Animo che viene scosso dalle parole della ragazza. Sentimento che pare crescere come il divulgare di un tumore che si espande nell'intero corpo, nei vasi sanguinei del ragazzo mentre i polpasterlli sfregan nervosamente la roccia sottostante, che in altre circostanze avrebbe cercato di strappare al terreno della foresta a costo di ridurre le mani in carne sanguinolenta. Tale era la furia che si celava nel suo io. Furia che avea saputo domare già in passato nel suo incontro con i due drow. Seppur in minoranza ha saputo tener testa a parole e presto, ei sa, che avrebbe dovuto agire. Furia che l'avea calmato nel momento del loro congedo quando gli davano le spalle ed il passo che portava al sentiero dalla cordigliera era bloccato da un mezzelfo. Tutto troppo facile era poterli trafiggere alle spallee potersi forse vendicare di colui che avea posto fine al soffio di vita del minore. Anche questa volta avrebbe agito allo stesso modo cercando di dar contegno al sentimento talvolta risultato impulsivo. Le dita lasciano la presa sulla roccia e lo sguardo rimane fisso sul dolce scorrer del fiumiciattolo. Lo sguardo rimane fermo e una strana calma permane sul suo viso mentre le parole che ripete mentalmente sono 'Stai calmo...non è nulla...cerca di controllarti e con te la tua furia...'. Or appena lo sguardo riposa sulla giovane al suo fianco per dirle 'Emerod capisco il vostro disagio...non è una cosa bella da sentire. Da tempo giro con l'inseparabile...' dice scostando il manto a farle intravedere la lucente lungo il fianco sx '...la notte non è più sicura nelle strade di Avalon'. Parole dette con severa freddezza e calma comune negli ultimi tempi.
EMEROD [fonte/masso] si avvicina all'amico silenzioso. Lo osservò attentamente, nulla faceva travisar il suo volto marmoreo come nulla era provenuto per un po' dalla sua bocca poi sentì la voce del giovine amico verbiar, sagge eran le sue parole, anch'ella doveva procurasi un'arma, così disarmate era un faccile bersaglio del caos. Guardò l'amico e verbiò ''Avete ragione, devo assolutamente a provvedere al mio armamento, altrimenti il caos potrebbe uccidermi come e quando volesse senza che io possa reagire. Morte per mano del caos è sinonimo di morte attroce, di morte violenta. Caro Amico e voi non temete morte atroce per mano loro?'' e attese il verbiar.
GUYSGARD (masso)Annuisce alle parole della fanciulla ed un sorriso le done mentre il mare tempesta nel suo animo appena domato. *Caos...caos...* ancora quella parola, sinonimo di disordine...forse anche follia gli da alla testa. Come un continuo eco nella sua testa rimbalza in ogni parete. Il fuoco divampa come gettar sullo stesso benzina. Ancor una volta l'istinto lo porterebbe ad un piccolo sfogo, magari solo un grido alla volta celeste. Invece le mani stringon le brache di pelle, forte. I denti stringe anch'essi per poi ripetersi 'La calma è la virtù dei forti e se è vero che l'hai prima domata lo farai sempre...è parte di te...ce la puoi fare...'. Le mani or riapre lentamente e sfregan il tessuto delle brache su e giu come a riscaldar la zona. Or si alza dal masso per mettersi dinnanzi ea e dirle con voce controllata 'Io penso che gli Dèi giudicheranno l'operato di ognuno di noi milady...la morte non è soltanto che l'inizio di una nuova vita' posandole poi la palma destra sulla di lei spalla e aggiungere 'Non vi piegate davanti a nulla. Se questo è il mio destino ebbene lo accetterò anche se dovessi andar incontro a morte atroce...non mi piegheranno...mai'. Or lo sguardo è risoluto le iridi van ancor una volta ad incrociar quello di lei.
EMEROD [fonte/masso] osserva l'amico, era un po' pensieroso, ma nulla traspariva ne dal volto ne dal corpo. Impossibile comprenderne lo stato d'animo. Ascoltò il verbiar corraggioso dell'amico, poi guardò in cielo la luna comprendendo che l'ora se'era fatta tarda. Le sue iridi si incorciaron per un attimo con quelle del messere per poi andar su Arock che Morfeo stava per portar nel mondo dei sogni. Sorrise. Si alzò dal masso recuperando il suo mantello che portò sulle spalle. Lo chiuse con la fibula dorata, alzò il capuccio e poi volgendo nuovamente lo sguardo all'amico verbiò ''Caro amico mio, io ho deciso di far qualcosa per Avalon! Ne sono certa, le mie doti al servizio del bene e una congrega dedita al bene voglio scegliere. Le le vostre parole sagge mi hanno convinto... se devo morire, morirò al servizio del bene e il caos l'avrà dura contro di me!'' negli occhi della giovane uno strano ardore si manifestò. Poi verbiò ''Arock andiamo a dormire!'' e attese che il cane si alzasse da terra, poi all'amico domandò ''venite con noi a dormir alla locanda?''.
GUYSGARD (sacra fonte/sentiero)Annuisce alle sue parole. Lo sguardo questa volta avea visto giusto nella persona che or le parla. Poi ascolta il suo favellare e sorride ampiamente. Forse il sorriso più sincero della serata le concede per poi dirle tra un riso e l'altro 'Io possiedo già una stanza milady...e una dama...ma vi accompagnerò nel tragitto che da qui alla locanda vi separa. la mia spada vi seguirà fino alle legnose scale'. Or il passo muove avanzando al suo fianco e scomparendo nell'oscurità della sera mentre da dietro di loro nuovi e piccoli bagliori si alzavano nei pressi della sacra fonte...
//Se mi dici ancora 'Toh chi si vede...'