Ikvaar

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Ikvaar
00mercoledì 9 settembre 2015 15:20
Buongiorno, posto la richiesta approvazione bg e prima skill, scusate il ritardo

NOME COMPLETO: Ikvaar (Figlio di Ikvyr ) Myr
ANNI: 32
LUOGO DI PROVENIENZA: Norvegia
PESO: 100 Kg
ALTEZZA: 1.95
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Biondi simile al colore della stoppa
ASPETTO: E’ un uomo massiccio, muscoloso, spalle larghe segni particolari ha una cicatrice sul naso ed una sullo zigomo sinistro. Porta i capelli rasati lateralmente e una treccia articolata
LINGUE PARLATE: Norvegese
OGGETTI DA BG: Un piccolo cavalluccio di legno semi bruciato e mancante di una zampa
ALLINEAMENTO: Caotico Buono
Karma: 1827
Skill richiesta da bg: Esperienza armi da guerra pesanti liv 1


E insieme visitate la notte
che dicono è due anime e un letto
e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.



Nascere è un gioco per pochi eletti nelle terre di mezzo tra il gelo e il ghiaccio, nascere e piangere, urlare la vita, nelle terre dei vichinghi, è un atto di fede incrollabile. Nascere resta comunque, solo la prima sfida. Nascere è un conto, sopravvivere è un’altra storia. Queste terre sono aspre, non hanno infanzia, non ti permettono di affezionarti a niente, un figlio che nasce può esserti strappato nel corso del primo battito di ali, quindi non puoi affezionarti, questo figlio non lo baci, non lo puoi guardare dormire, non puoi giocarci, non puoi parlargli della vita, accarezzargli la testa e dirgli che andrà tutto bene..Puoi soltanto spiarlo di nascosto, ogni tanto e pregare che ce la faccia.. Io facevo così con mio figlio, non ho idea se mio padre con me facesse lo stesso. Credo di no, credo che a lui non sia mai passato per la mente di guardarmi dormire, gli sentivo sempre dire che ero troppo magro, una delusione..Eppure guardandomi, non mi sembrava fossi così piccolo rispetto la media. Anzi, ricordo bene di come ero orgoglioso quando ho superato in altezza il mio vecchio..Lui ormai era un uomo ricurvo, amareggiato da tutto, incapace perfino di pisciare dritto, eppure ancora mi diceva che ero una delusione.
Ci ho creduto al fatto di essere un incapace, per parecchio tempo….Poi ho cominciato a pensare semplicemente di non meritare una seconda possibilità.
Ikvyr, così si chiamava mio padre, mi ha scaraventato nella foresta, per farmi le ossa diceva lui, che non avevo nemmeno sette anni, mi ha dato l’ascia in mano e un pugno diretto in faccia perché mi sono messo a piangere e gli ho chiesto di portarmi via.. Sono rimasto a piangere dentro quel polmone verde con quell’ascia che pesava più di me, sulle gambe, per non so quanto tempo, ero terrorizzato, balzavo ad ogni più piccolo rumore, teso come una corda di violino, avevo fame, sete, sangue rappreso sulla faccia e i vestiti, e avevo freddo, tanto freddo.. E, se non vuoi morire, devi imparare a vivere ho cominciato a ragionare, pensare che serviva un fuoco, che serviva una preda, che serviva dell’acqua..L’ho fatto, ho tagliato i rami, acceso il fuoco, fatto una trappola e dopo un po’ mi sembrava che l’ascia non pesasse nemmeno più così tanto, che il freddo non pungeva poi troppo e che la foresta ha tanta acqua e cibo, se sai come cercare…Se la sai rispettare.
Mio padre è tornato a prendermi dopo più di due settimane, lo so perché avevo segnato i giorni su una grossa pietra, mi disse che ero fortunato, che alla fine si era ricordato di me, tornammo al villaggio, ero fiero di me stesso, sporco, ferito, ma fiero, camminavo con l’ascia nella mano destra e il petto in fuori, mio padre non mi disse mai che ero stato bravo, ma da quel momento smise di picchiarmi.
L’ascia è, per un vichingo, qualcosa dal quale non può separarsi, dal momento in cui gli viene donata, qualunque sia il modo, diventa una parte di lui, è come un arto, e come fosse un braccio, una gamba, un occhio, impari ad usarla..Ti alleni per ore, finchè i muscoli bruciano come fossero stati intinti nell’olio bollente, ed anche allora continui ad usarla, impari a far scorrere la mano lungo il suo manico, come fosse il corpo di una bella donna, se la mano è vicina alla testa dell’ascia, puoi usarla come se stessi sferrando un pugno, se la metti al centro del bastone, ci spacchi qualunque cosa, e poi, con un tondo puoi staccare una testa e con un fendente spaccarla. Non te ne separi mai, nemmeno quando dormi, non permetti a nessuno di toccarla e per fare colpo su una ragazza, ci spacchi qualunque cosa ci sia attorno.
E’ così che ho conquistato mia moglie.. L’amore non è per un vichingo, così dicono, devi avere al tuo fianco una giumenta sana che ti sforni i figli e ti faccia trovare la cena, che sappia cucire le pelli che porti e che ti aspetti quando sei lontano a depredare, a cacciare o dentro un altro letto..Io annuivo, però quella ragazza mi piaceva..Era la più bella del villaggio, io sarei diventato un capo, mio padre ormai era vecchio, dovevo sposarmi, avere figli, Lui credeva che non ne sarei stato capace, che fossi un castrato di merda..Avrei voluto sbattergli in faccia il mio sanissimo bambino, ma lui, bastardo, era morto prima di poterlo vedere.
Ha avuto il funerale che meritava, con tutti gli onori, anche se negli ultimi tempi la nostra comunità non era certo fiorente, mancava praticamente tutto, e noi fummo costretti a spingerci sempre più lontano per le nostre razzie.. Fino ad arrivare sulle terre danesi.. Oh, me lo ricordo bene come fummo contenti di quello che trovammo, c’erano ricchezze, derrate, donne a non finire, e il vino..Era una meraviglia..Li abbiamo colti di sorpresa, la battaglia non è durata nemmeno tanto, ricordo benissimo il suono che fece la mia ascia quando si è abbattuta su quelle carni, sembrava quasi una danza.. Mi sentivo un Dio. Era stata una campagna epica.
Non fu tanto il fumo, ma proprio la mancanza d’esso che mi mise le ali ai piedi, quando, arrivando al porto, nella mia terra, non lo vedemmo uscire dai comignoli..mano mano che ci avvicinavamo, era il silenzio a fare da padrone, un silenzio così assordante che le urla di tutti quelli che avevo ammazzato mi riempì la testa in un istante come fossero i ghigni stessi del diavolo… La porta della mia casa era spalancata, non c’era più una gallina, una pecora, un cavallo dentro nessun recinto, non c’era niente, solo tanta, tantissima polvere. È così che me li hanno fatti ritrovare, riversi a terra, l’uno accanto all’altra, con la gola tagliata, mio figlio aveva solo un anno, ed io lo avevo baciato solo quando dormiva. Stringeva in mano un piccolo cavallino di legno, gli era saltata la gamba a quel cavallino perché una colta lo aveva lanciato via, volevo fargliene un altro, ma a lui piaceva quello e non se ne separava mai, l’ho raccolto, semi bruciato, adesso sono io che non me ne separo mai… L’odore della polvere lo sento sempre, il suo colore, la sua consistenza..Da quel momento sono sempre stato solo. Li abbiamo trovati, sia chiaro, li abbiamo ammazzati tutti, ognuno di quelli a cui spaccavo la testa con la mia ascia o tagliavo una gamba con un colpo netto, poteva essere quello che aveva ucciso mio figlio e mia moglie..Lui non mi ha mai chiamato papà, non parlava ancora, era un bambino delicato..Non so cosa significhi sentire questa parola tra le sue labbra… E quando l’ultimo di quegli uomini è caduto, con esso è andata via anche la mia furia..Ricordo bene di aver aperto la mano destra, che ancora convulsamente teneva l’ascia in mano, e l’ho vista cadere a terra, quasi a rallentatore.. Poi ho camminato, con addosso tutta quella polvere maledetta, senza parole da pronunciare o da ascoltare, senza nessuno che desiderasse camminarmi al fianco. Potevo bastarmi da solo.
Credevo che nessuno avrebbe mai accolto un uomo che addosso aveva solo polvere e niente negli occhi..Eppure i sacerdoti di Odino non hanno fatto domande quando mi hanno aperto la loro casa, non hanno preteso che raccontassi, che dicessi, che facessi..Non sono mai stato un credente infervorato. Non di quelli che innalzano templi e pregano offrendo sacrifici, ho sempre creduto nella Madre Terra, nel rispetto delle sue creature e nel suo abbraccio. Credo che esista un Creatore, e non credo che l’Uomo sia abbastanza per comprendere veramente ciò che predica.
Sono rimasto in quel Tempio più a lungo si quello che mi aspettassi, più la polvere si depositava, più mi rendeva incapace di alzarmi e andare via..Si può avere il coraggio di affrontare un’armata intera, ma devi avere qualcosa per cui valga la pena farlo…Quella conversazione me la ricordo come se fosse ieri..Come ricordo, vivido, il tocco leggero sulla spalla destra..Mi sono voltato appena, quasi infastidito, chi dava il diritto a quell’uomo di mettermi una mano sulla spalla come se dovesse consolarmi? L’ho guardato come se gli stessi concedendo una qualche forma di concessione..Si ti ascolto, sembrava gli stessi dicendo, parla svelto e vai via..Ma quando ha cominciato a parlare, mi sono ritrovato ad essere catturato dalle sue parole..Non era tanto quello che stava dicendo, ma il tono della sua voce, come se ci fosse davvero qualcosa che potesse trasformare la voce di un Uomo..
Sono andato via da lì la sera stessa, mi è sempre piaciuto viaggiare di notte, vedere l’alba in una terra che non si conosce, da un punto che non hai mai catturato con gli occhi è impagabile..Sono sempre andato ad Est per le mie campagne, per questo motivo, la mia nuova vita volevo cominciasse ad Ovest..Ho camminato, cavalcato, ricominciato a sorridere, a sentire il sole sulla pelle, a sentire freddo, fame, ad avere voglia di una donna che mi scaldasse il letto..Ho ricominciato a credere ..Semplicemente…
Ricordo bene anche la mattina in cui ho sentito quel nome per la prima volta, nella cittadina ai margini del quale mi ero accampato, era iniziata una specie di Fiera, una di quelle grosse, che si tiene ogni sei mesi..C’era gente da ogni parte del mondo conosciuto e quel nome, quello, tra tutti, mi ha catturato…Avalon…

Fehrer
00mercoledì 9 settembre 2015 15:50
Ciao! Ti chiedo due cose prima di procedere all'approvazione:

- rientrare nei canoni di clan per quanto riguarda l'altezza massima attribuibile a un nordico (che è attualmente 1,80) o, comunque, abbassare quella da te inserita in scheda di almeno 10 cm. Non posso passarti l'eccezione principalmente per un motivo, se vuoi te lo spiego in privato;
- eliminare dal bg quei due o tre vocaboli un po' pesantucci - puoi aggirare questa censura (che è fastidiosa e lo capisco) magari scambiando l'italiano col linguaggio nordico. Io, ad esempio, ne utilizzo uno "sconosciuto", tipico delle terre d'origine del mio pg!

Grazie in anticipo :)
Ikvaar
00giovedì 10 settembre 2015 10:30
Ho apportato le correzioni richieste. Ringrazio per la velocità [SM=g8119]

NOME COMPLETO: Ikvaar (Figlio di Ikvyr ) Myr
ANNI: 32
LUOGO DI PROVENIENZA: Norvegia
PESO: 100 Kg
ALTEZZA: 1.89
OCCHI: Azzurri
CAPELLI: Biondi simile al colore della stoppa
ASPETTO: E’ un uomo massiccio, muscoloso, spalle larghe segni particolari ha una cicatrice sul naso ed una sullo zigomo sinistro. Porta i capelli rasati lateralmente e una treccia articolata
LINGUE PARLATE: Norvegese
OGGETTI DA BG: Un piccolo cavalluccio di legno semi bruciato e mancante di una zampa
ALLINEAMENTO: Caotico Buono
Karma: 1827
Skill richiesta da bg: Esperienza armi da guerra pesanti liv 1


E insieme visitate la notte
che dicono è due anime e un letto
e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.



Nascere è un gioco per pochi eletti nelle terre di mezzo tra il gelo e il ghiaccio, nascere e piangere, urlare la vita, nelle terre dei vichinghi, è un atto di fede incrollabile. Nascere resta comunque, solo la prima sfida. Nascere è un conto, sopravvivere è un’altra storia. Queste terre sono aspre, non hanno infanzia, non ti permettono di affezionarti a niente, un figlio che nasce può esserti strappato nel corso del primo battito di ali, quindi non puoi affezionarti, questo figlio non lo baci, non lo puoi guardare dormire, non puoi giocarci, non puoi parlargli della vita, accarezzargli la testa e dirgli che andrà tutto bene..Puoi soltanto spiarlo di nascosto, ogni tanto e pregare che ce la faccia.. Io facevo così con mio figlio, non ho idea se mio padre con me facesse lo stesso. Credo di no, credo che a lui non sia mai passato per la mente di guardarmi dormire, gli sentivo sempre dire che ero troppo magro, una delusione..Eppure guardandomi, non mi sembrava fossi così piccolo rispetto la media. Anzi, ricordo bene di come ero orgoglioso quando ho superato in altezza il mio vecchio..Lui ormai era un uomo ricurvo, amareggiato da tutto, incapace perfino di mettersi dritti per fare i suoi bisogni, eppure ancora mi diceva che ero una delusione.
Ci ho creduto al fatto di essere un incapace, per parecchio tempo….Poi ho cominciato a pensare semplicemente di non meritare una seconda possibilità.
Ikvyr, così si chiamava mio padre, mi ha scaraventato nella foresta, per farmi le ossa diceva lui, che non avevo nemmeno sette anni, mi ha dato l’ascia in mano e un pugno diretto in faccia perché mi sono messo a piangere e gli ho chiesto di portarmi via.. Sono rimasto a piangere dentro quel polmone verde con quell’ascia che pesava più di me, sulle gambe, per non so quanto tempo, ero terrorizzato, balzavo ad ogni più piccolo rumore, teso come una corda di violino, avevo fame, sete, sangue rappreso sulla faccia e i vestiti, e avevo freddo, tanto freddo.. E, se non vuoi morire, devi imparare a vivere ho cominciato a ragionare, pensare che serviva un fuoco, che serviva una preda, che serviva dell’acqua..L’ho fatto, ho tagliato i rami, acceso il fuoco, fatto una trappola e dopo un po’ mi sembrava che l’ascia non pesasse nemmeno più così tanto, che il freddo non pungeva poi troppo e che la foresta ha tanta acqua e cibo, se sai come cercare…Se la sai rispettare.
Mio padre è tornato a prendermi dopo più di due settimane, lo so perché avevo segnato i giorni su una grossa pietra, mi disse che ero fortunato, che alla fine si era ricordato di me, tornammo al villaggio, ero fiero di me stesso, sporco, ferito, ma fiero, camminavo con l’ascia nella mano destra e il petto in fuori, mio padre non mi disse mai che ero stato bravo, ma da quel momento smise di picchiarmi.
L’ascia è, per un vichingo, qualcosa dal quale non può separarsi, dal momento in cui gli viene donata, qualunque sia il modo, diventa una parte di lui, è come un arto, e come fosse un braccio, una gamba, un occhio, impari ad usarla..Ti alleni per ore, finchè i muscoli bruciano come fossero stati intinti nell’olio bollente, ed anche allora continui ad usarla, impari a far scorrere la mano lungo il suo manico, come fosse il corpo di una bella donna, se la mano è vicina alla testa dell’ascia, puoi usarla come se stessi sferrando un pugno, se la metti al centro del bastone, ci spacchi qualunque cosa, e poi, con un tondo puoi staccare una testa e con un fendente spaccarla. Non te ne separi mai, nemmeno quando dormi, non permetti a nessuno di toccarla e per fare colpo su una ragazza, ci spacchi qualunque cosa ci sia attorno.
E’ così che ho conquistato mia moglie.. L’amore non è per un vichingo, così dicono, devi avere al tuo fianco una giumenta sana che ti sforni i figli e ti faccia trovare la cena, che sappia cucire le pelli che porti e che ti aspetti quando sei lontano a depredare, a cacciare o dentro un altro letto..Io annuivo, però quella ragazza mi piaceva..Era la più bella del villaggio, io sarei diventato un capo, mio padre ormai era vecchio, dovevo sposarmi, avere figli, Lui credeva che non ne sarei stato capace, che fossi un eunuco..Avrei voluto sbattergli in faccia il mio sanissimo bambino, ma lui, Inutile, era morto prima di poterlo vedere.
Ha avuto il funerale che meritava, con tutti gli onori, anche se negli ultimi tempi la nostra comunità non era certo fiorente, mancava praticamente tutto, e noi fummo costretti a spingerci sempre più lontano per le nostre razzie.. Fino ad arrivare sulle terre danesi.. Oh, me lo ricordo bene come fummo contenti di quello che trovammo, c’erano ricchezze, derrate, donne a non finire, e il vino..Era una meraviglia..Li abbiamo colti di sorpresa, la battaglia non è durata nemmeno tanto, ricordo benissimo il suono che fece la mia ascia quando si è abbattuta su quelle carni, sembrava quasi una danza.. Mi sentivo un Dio. Era stata una campagna epica.
Non fu tanto il fumo, ma proprio la mancanza d’esso che mi mise le ali ai piedi, quando, arrivando al porto, nella mia terra, non lo vedemmo uscire dai comignoli..mano mano che ci avvicinavamo, era il silenzio a fare da padrone, un silenzio così assordante che le urla di tutti quelli che avevo ammazzato mi riempì la testa in un istante come fossero i ghigni stessi del diavolo… La porta della mia casa era spalancata, non c’era più una gallina, una pecora, un cavallo dentro nessun recinto, non c’era niente, solo tanta, tantissima polvere. È così che me li hanno fatti ritrovare, riversi a terra, l’uno accanto all’altra, con la gola tagliata, mio figlio aveva solo un anno, ed io lo avevo baciato solo quando dormiva. Stringeva in mano un piccolo cavallino di legno, gli era saltata la gamba a quel cavallino perché una volta lo aveva lanciato via, volevo fargliene un altro, ma a lui piaceva quello e non se ne separava mai, l’ho raccolto, semi bruciato, adesso sono io che non me ne separo mai… L’odore della polvere lo sento sempre, il suo colore, la sua consistenza..Da quel momento sono sempre stato solo. Li abbiamo trovati, sia chiaro, li abbiamo ammazzati tutti, ognuno di quelli a cui spaccavo la testa con la mia ascia o tagliavo una gamba con un colpo netto, poteva essere quello che aveva ucciso mio figlio e mia moglie..Lui non mi ha mai chiamato papà, non parlava ancora, era un bambino delicato..Non so cosa significhi sentire questa parola tra le sue labbra… E quando l’ultimo di quegli uomini è caduto, con esso è andata via anche la mia furia..Ricordo bene di aver aperto la mano destra, che ancora convulsamente teneva l’ascia in mano, e l’ho vista cadere a terra, quasi a rallentatore.. Poi ho camminato, con addosso tutta quella polvere maledetta, senza parole da pronunciare o da ascoltare, senza nessuno che desiderasse camminarmi al fianco. Potevo bastarmi da solo.
Credevo che nessuno avrebbe mai accolto un uomo che addosso aveva solo polvere e niente negli occhi..Eppure i sacerdoti di Odino non hanno fatto domande quando mi hanno aperto la loro casa, non hanno preteso che raccontassi, che dicessi, che facessi..Non sono mai stato un credente infervorato. Non di quelli che innalzano templi e pregano offrendo sacrifici, ho sempre creduto nella Madre Terra, nel rispetto delle sue creature e nel suo abbraccio. Credo che esista un Creatore, e non credo che l’Uomo sia abbastanza per comprendere veramente ciò che predica.
Sono rimasto in quel Tempio più a lungo si quello che mi aspettassi, più la polvere si depositava, più mi rendeva incapace di alzarmi e andare via..Si può avere il coraggio di affrontare un’armata intera, ma devi avere qualcosa per cui valga la pena farlo…Quella conversazione me la ricordo come se fosse ieri..Come ricordo, vivido, il tocco leggero sulla spalla destra..Mi sono voltato appena, quasi infastidito, chi dava il diritto a quell’uomo di mettermi una mano sulla spalla come se dovesse consolarmi? L’ho guardato come se gli stessi concedendo una qualche forma di concessione..Si ti ascolto, sembrava gli stessi dicendo, parla svelto e vai via..Ma quando ha cominciato a parlare, mi sono ritrovato ad essere catturato dalle sue parole..Non era tanto quello che stava dicendo, ma il tono della sua voce, come se ci fosse davvero qualcosa che potesse trasformare la voce di un Uomo..
Sono andato via da lì la sera stessa, mi è sempre piaciuto viaggiare di notte, vedere l’alba in una terra che non si conosce, da un punto che non hai mai catturato con gli occhi è impagabile..Sono sempre andato ad Est per le mie campagne, per questo motivo, la mia nuova vita volevo cominciasse ad Ovest..Ho camminato, cavalcato, ricominciato a sorridere, a sentire il sole sulla pelle, a sentire freddo, fame, ad avere voglia di una donna che mi scaldasse il letto..Ho ricominciato a credere ..Semplicemente…
Ricordo bene anche la mattina in cui ho sentito quel nome per la prima volta, nella cittadina ai margini del quale mi ero accampato, era iniziata una specie di Fiera, una di quelle grosse, che si tiene ogni sei mesi..C’era gente da ogni parte del mondo conosciuto e quel nome, quello, tra tutti, mi ha catturato…Avalon…

Fehrer
00venerdì 11 settembre 2015 16:58
[SM=g7562]


Ikvaar (Figlio di Ikvyr) Myr
Descrizione Fisica: Presente
Allineamento: Caotico Buono
Karma: 1827
Terra di provenienza: Norvegia [CENSIRSI NEL CLAN NORDICO]
Lingue conosciute: Norvegese.

Skill da bg: Esperienza armi da guerra pesanti I

Oggetti da bg: Un piccolo cavalluccio di legno semi bruciato e mancante di una zampa - se vuoi puoi anche richiederne la scheda ai maestri dei mestieri [GLI OGGETTI, CHE NON COMPORTANO PESO SPECIFICO, VENGONO APPROVATI]

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