L’addio
Scorre veloce la Vita fra le mura del Tempio dell’Isola Sacra, molte lune sono passate da quando la Mediterranea Nivienne varcò quella soglia sotto le fiamme protettrici di Kagome, dopo esser stata iniziata ai Misteri da Samara, Dama del Lago e Signora di Avalon, che risiedeva in Barrington tra le fiamme, le urla e la morte della Guerra.
Molte lune sono passate e nell’animo di Nivienne arde ora una Rossa fiammella senza consumarla ancora, fiammella che per sempre sarà fedele alla sua Stella, Cerridwen, Rossa Signora, Madre eppur Giusta Signora della Guerra. Mai si tirerà indietro al suo volere anche se questo le causerà Dolore e Morte, Mai. Ea farà di lei quello che vorrà, eppur niuna paura sprigionano i suoi occhi, solo fierezza e per sempre così sarà.
Sulla sua fronte ora spicca una stella rossa, rinnovata più volte, simbolo della sua appartenenza alla schiera delle ancelle della Giusta. Stella che solo Ea potrà toglierle, rubandole così ogni stilla di Vita e forse la sua esistenza o la sua ragione.
Durante il periodo passato al Tempio, molte cose hanno visto i di lei occhi: Catenasse, giuramento di Unioni sotto le Fiamme protettrici di Cerridwen; visi, occhi ed anime di genti arrivate al Tempio solo per chieder aiuto spirituale oppure anche per esser curate; lacrime a volte; oltre al susseguirsi di Samara, Primarosa ed infine Kagome al rango di Signora dell’Isola Sacra… tutto sotto lo sguardo vigile dell’Una e Trina che ogni cosa tesse oppure spezza secondo il suo volere.
Il Tempio è la sua Casa, dopo molti anni non potrebbe che esser così realmente, eppur nel suo cuore sente il bisogno irrefrenabile di tornare in Patria, nella Terra Natia, di sentire il profumo del mare ed il vento salmastro che le accarezza i capelli e soprattutto di rivedere quegli occhi azzurri, ai quali non aveva mai avuto il coraggio di dire addio….Oh Elena, Sorella bambina, ma anche Figlia per i molti anni in cui le ha fatto da madre; ed in fondo anche Madre, per quegli occhi azzurri e quei capelli color del sole al tramonto che le raccontano i ricordi indelebili impressi nella sua mente, ma che in fondo lei non potrà mai avere. Ecco perché tornare a casa, per rivederla, per riabbracciarla, per raccontarle quelle storie sulla loro Madre che ha sempre tenuto celate, quasi come segreti, forse per paura di perdere, ma che anche lei ha sempre avuto il diritto di conoscere. Il sangue le lega, il sangue la richiama nuovamente alle porte di quella Roma Latina, ma per quanto tempo? Ancora non lo sa…
Una lacrima le riga dolcemente la guancia mentre slaccia il corpetto dell’abito bicromo bianco e rosso che lentamente scivola sul pavimento. No, non la sta rinnegando, la sua fede mai vacillerà nella Giusta e quella stella, che ora pulsa di rosso fuoco sulla sua fronte, mai si spegnerà. Non è l’abito che la identifica come una Sua Rossa Ancella la cosa importante, ma la sua anima agli occhi di Ea. Lesta indosserà nuovamente quella veste di velluto verde con la quale aveva intrapreso il suo viaggio, alla quale abbinerà la stessa mantella dello stesso tessuto e colore. La Rossa Veste, raccolta dal pavimento, verrà ripiegata ed appoggiata sulle coltri del letto, indi sopra verrà appoggiato il rubino che solitamente indossa. Solo allora verrà indossata la collana in oro ed ametista donatale dalla madre come portafortuna per il viaggio.
Non sa per quanto tempo starà lontana dal Tempio, forse per questo stesso motivo ha solo lasciato una lettera alle sue Sorelle, forse per la paura di guardarle negli occhi e dirle addio o anche solo arrivederci. Kagome, Maestra e Signora di Avalon; Mistral, Magistra dei Sacri Simboli, maestra ed amica, ma anche colei che le è stata accanto come una Madre; Arshal, piccola luce che già risplende di Rosso; Eiluned, dolce Stella Bianca; Mitrhil, pura e Bianca Magistra; Callista, colei che incarna la Saggezza di Rhiannon, Nera Stella; Martia, Sapiente dell’Oscura, colei che le ricorda la sua amata Sorella; Hagall, piccola luce eppur già richiamata dalla Velata; ma anche Nixi, Elysiane e Roseline luci sopite che presto, se Ea vorrà, si risveglieranno.
Le duole il Cuore a lasciare quelle mura, quasi come se nello stesso istante in cui ha oltrepassato la soglia del Tempio se lo fosse trafitto con un pugnale, eppure in questo momento è un’altra la sua missione.
La lettera
[Una pergamena vergata con inchiostro rosso, in calligrafia femminea, ben leggibile ed inclinata verso destra viene affissa in Bacheca.]
{Rispectae Aveas Dama del Lago, Sorelle,
quest'oggi lascio il Tempio e l'Isola Sacra.
Avrei voluto incontrarVi per poterVi salutare tutte una per una, ma così non è stato.
Vi prego di perdonarmi, ma ora il cuore mi guida verso la mia Terra Natia. Non so per quanto starò lontana, se per poche lune, per anni o per sempre. Ma so per certo che avrete sempre un posto nel mio cuore, come so che la mia Fede nell'Una e Trina mai vacillerà.
Che la Giusta Vi Benedica e Vi Guidi,
e la Triade tutta Vi protegga.
Con affetto,
Nivienne}
Il fatto
Soffia il vento leggero che le scompiglia la chioma corvina, riccioli che le solleticano il volto, mentre il cappuccio le ricade delicatamente sulla schiena. Le smeraldine iridi vagano all’intorno, mentre la man dritta viene portata al volto per scostare le ciocche ribelli. Si è soffermata per alcuni istanti davanti a quel cancello, su quella strada lastricata di pietre, prima di varcarlo. Ha evitato volontariamente il centro di Roma con la sua gente, i suoi rumori, la sua polvere, la tratta e la vendita degli schiavi e degli animali, i suoi mercanti e le sue genti caduti in quell’oblio di gioco, divertimento e morte. L’ha evitato per non perdere ulteriore Tempo, eppure ora permane per alcuni istanti oltre il cancello, oltre quella soglia, oltre quella siepe, quei fiori ben curati. La fontana gorgogliante zampilla nel giardino rigoglioso e pieno di colori, proprio come quando era piccola, oh quanti ricordi in quel luogo! E se non si ricordassero più di lei? Pensiero che però le occupa la testa solo per alcuni istanti, distratta da quella figura seduta sul bordo della fontana, è girata di schiena, ma ne è sicura, è lei…quei capelli vermigli…come potrebbe non esserlo? E forse per seguire il volo di una farfalla o forse perché si sente osservata quella figura si gira, e le verdi iridi di Nivienne si perdono in quelle azzurre della Sorella, come erba che guarda rapita il cielo.
Eccola! Ecco la piccola, dolce e grande Elena. La aveva lasciata sol pochi anni or sono, eppure quanto è cresciuta! Corre Nivienne, corre quasi senza accorgersene, come se volasse verso di lei, corrono entrambe una incontro all’altra, chiamandosi l’un l’altra, a vicenda. – Elena – Nivienne –
Lungo l’abbraccio fra le due Sorelle e molto tempo passeranno insieme a raccontarsi cosa le sia accaduto vicendevolmente. L’una, Sacerdotessa della Rossa Cerridwen presso il Tempio di Avalon, l’altra, ragazza quattordicenne quasi adulta che si distrae col ricamo quando il suo tempo non è dedito allo studio, ai vestiti ed ai gioielli, oppure alla ricerca del grande amore.
Solo alcuni giorni dopo, invece, potrà incontrare il padre al suo ritorno dalla missione militare nella quale era coinvolto e non mancherà la lite fra i due. Prima sul motivo della partenza di Nivienne, poi sul modo in cui l’aveva fatto: lasciando solo una lettera, e poi per non essersi più fatta sentire.
Infine i due si scopriranno così simili come non erano mai stati: entrambi Fieri, disposti a donare la loro Anima ed il loro Sangue per la causa che servono ed entrambi affranti per la perdita che avevano subito, solo ora finalmente si sentiranno più vicini ed incominceranno a comprendersi vicendevolmente, tranne che su una questione: l’appartenenza di Nivienne alle Figlie dell’Una e Trina verrà scambiata con la cerchia alla quale appartengono le Vestali romane.
Sol una luna rimarrà con i familiari la Sapiente, con la promessa di tornare un giorno a trovarli e che presto avverrà uno scambio di lettere per tenersi in contatto.
Il ritorno