Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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Ophelia

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2014 21:09
OFFLINE
Post: 7
Età: 44
Sesso: Femminile
02/10/2013 15:52

So già che dimenticherò qualcosa...


BG:


L’uccellino era con loro da un paio di giorni ormai e ancora non aveva voluto mangiare niente. Era così piccolo che persino la mano di una bambina riusciva a raccoglierlo. Ad Ophelia piaceva tanto quel piccolo esserino piumato, e già s’immaginava, un domani, di poterlo richiamare a sé con un fischio. Quel pomeriggio, mentre sua madre preparava il pranzo, si chinò sulla scatola dove riposava la bestiolina e lo prese con la mano sinistra, volgendo a se stessa il petto dell’animale. Nella destra aveva una briciola di pane e tutta l’intenzione di fargliela mangiare. Il passerotto però spostava la testa dal lato opposto ogni volta che lei gli avvicinava il cibo. Non era certo una bambina cattiva, non si accorse mica di stringere troppo la mano con cui lo teneva. Infatti da principio non comprese cosa fosse accaduto. Vedeva semplicemente che l’uccellino aveva improvvisamente smesso di muoversi. Giaceva nella sua mano immobile e solo dopo qualche attimo si accorse che era morto. Che lo aveva ucciso lei. Chiamò la madre col tono che hanno i bambini quando sono spaventati e colpevoli allo stesso tempo. Sperava di sbagliare e che il piccolo stesse adoperando una tattica perché spaventato. Ma la madre le schiuse le dita e le disse che lo aveva ucciso.
Accorse anche il padre (un uomo buono, di origini italiane), sentendo il pianto della figlia, e confermò la diagnosi di sua moglie.
Non volevano farla sentire in colpa, certo. Ma di fatto, per quanto dolci fossero i loro toni e amorevoli le loro parole, non riuscirono a nascondere alla bambina quanto loro stessi si sentissero in colpa per non aver protetto da lei l’uccellino. Lasciare una creatura così indifesa fra le mani di una bambina piccola era stato da irresponsabili.

Il tempo trascorse su quell’episodio portandolo lontano dalla memoria di tutti e tre. Quando Ophelia divenne più grande, e capitava che l’episodio venisse ripescato dal passato per raccontarlo a qualcuno, tutti e tre ci ridevano su, con una lieve malinconia nello sguardo. Non era nulla di grave, in fondo, la morte di un uccellino. Era stato un incidente.

Quello che Ophelia non disse mai a nessuno -non con la convinzione con cui lo diceva a se stessa, almeno- era che, per quanti anni passassero e per quanto fosse stata piccola quel giorno, il ricordo ne era indelebile. Potevano sfumare i contorni della stanza, tutto ciò che avvenne subito dopo, ma l’istante preciso della morte dell’uccellino, quello no. Quello restava perfettamente immutato nei suoi ricordi. Un’altra cosa che si trascinava dietro da quel giorno, era la sensazione dell’irreversibilità della morte. Aveva desiderato così tanto e per così tanto tempo di poter tornare a solo qualche attimo prima, in modo da non stringere così forte il corpicino dell’animale, che quasi sperava di mettere in moto chissà quale ingranaggio dell’universo e vedere esaudito il suo desiderio. Ma non si mosse niente, e il passerotto rimase morto.


Fu per lei un microtrauma: questo è ciò che si raccontava ogni volta che faceva pensieri cattivi.
Ophelia è una brava ragazza, non ha mai dato un dispiacere ai propri genitori e ha condotto egregiamente tutti gli studi che questi le hanno potuto pagare. Non è mai stata brava a farsi degli amici, per colpa della timidezza, ma si è sempre consolata col pensiero che crescendo le cose sarebbero cambiate.

Quando uccise l’uccellino, aveva soltanto sei anni. Più o meno l’età in cui conobbe Suor Terence. Si faceva chiamare così sebbene avesse abbandonato ormai da anni la vita in convento. In casa però continuava ad indossare la veste ed il cilicio. Pregava Cristo e rifuggiva il Demonio. E non si sa se sia stato il primo o il secondo a farla capitare nella vita di Ophelia. Tutto accadde per caso, quando la suora, che si manteneva da vivere lavorando come insegnante privata, fu contattata dalla madre di Ophelia, che riteneva la figlia troppo “particolare” per poter essere inserita in una scuola pubblica. Fu da quel giorno, probabilmente, che nacque la frase “le madri hanno sempre ragione”.
Suor Terence accettò di buon grado e cominciò a dare lezioni alla piccola. La prima lezione, che riguardava la scrittura, si trasformò nel pallido tentativo di farla diventare destrosa, poiché Ophelia era mancina e, si sa, la sinistra è la mano del diavolo, e questo Suor Terence non poteva certo accettarlo. Ogni giorno si esercitavano insieme, con metodi più o meno ortodossi. La bambina non si lamentava, e cominciò a sviluppare in effetti una certa abilità con la mano destra. Ma ciò che alla suora teneva nascosto, era che a casa continuava ad esercitarsi anche con la mano sinistra, per non perderne le capacità. Continuava ad essere quella, infatti, la mano dominante.
Col passare degli anni, Ophelia si mostrò una bambina prodigio e poi una ragazza molto, molto sveglia. Tutto ciò che la suora le insegnava, non aveva bisogno di esser ripassato, poiché la sua allieva lo assimilava alla stregua di un foglio che s’impregna d’inchiostro. Sarebbe stata fiera di lei, tanto fiera, e magari avrebbe anche potuto affezionarcisi, se non fosse che il diavolo sembrava aver preso molto più che la sua mano.

Dalle memorie di Suor Terence:

“Ophelia ha qualcosa che non va.
Apprende tutto troppo velocemente e trovo che il suo interesse volga sempre più verso letture e fatti storici legati alla violenza ed al sangue. È una brava ragazza, non mi ha mai dato modo di punirla. Ma, che Dio mi perdoni per questo, non desidererei altro. C’è un male che non conosco, nel suo spirito. Teme le persone, non esce mai di casa (a meno che non debba recarsi presso la biblioteca) e tiene spesso le imposte chiuse, in camera sua. Si giustifica dicendo che il sole non le piace molto e che le ombre la fanno sentire più protetta. Signore salva questa creatura prima che si perda nelle tenebre del diavolo. Salvala da se stessa. Salvala da Satana.
Salva tutti noi,
da entrambi.”

Suor Terence morì di vecchiaia quando Ophelia aveva vent’anni, dopo averle insegnato praticamente tutto ciò che sapeva.

La vita di Ophelia è stata molto noiosa: nessun avvenimento degno di nota, nessun grande amore. Soltanto il lento susseguirsi dei giorni e degli anni, e la sempre più presente e persistente consapevolezza di essere sbagliata. Per evitare di impazzire, cominciò a tenere un diario. Nulla più che un taccuino nel quale annota tuttora frasi, pensieri, dialoghi immaginari. Tutto ciò che le passa per la mente, insomma.

“Quando ero piccola, ho ucciso un uccellino.
Era un passerotto che papà aveva trovato fra le radici di un albero, probabilmente caduto dal nido. L’ho ucciso per sbaglio, senza nemmeno rendermene conto. Da allora forse qualcosa si è rotto nella mia testa, o magari sono semplicemente più intelligente degli altri e questo mi permette di vedere più a fondo. Non sono pazza, o magari si.
Ho molte paure, molte più di quante non ne hanno le mie cugine. Mi spaventano le persone, mi terrorizza dover parlare con loro. E mi terrorizza uscire di casa, affrontare la folla, i negozianti. In biblioteca ho trovato diversi libri interessanti.“


Le lunghe e noiose giornate della giovane, si spostarono sempre più spesso dalla sua camera alla biblioteca, dove riusciva a fare amicizia con molte, moltissime persone. Il fatto che fossero tutte rinchiuse fra le pagine dei libri, non le importava, non finchè non cominciò a desiderare di vivere ciò che vivevano i personaggi di quei racconti. Non le interessava trovare marito e vivere per sempre felice e contenta, non erano quelle le storie che amava. Le piacevano i racconti d’avventura, di tensione, di paura. Gli anni continuavano a passare e nella sua collezione si accumulavano storie terribili: più sangue c’era, più la tenevano incollata alle pagine. A volte le capitava di sentirsi in colpa per questo, e si giustificava nel suo diario.

“So di essere una brava persona, e immagino che sia proprio questo il punto: le cose cattive mi piacciono perché non le conosco, giacchè in me non c’è nemmeno un briciolo di cattiveria. Gli opposti si attraggono, dicono. E se tutto ciò che è male mi attrae, significa che io ne sono l’opposto. Questo mi riempie di gioia ma al contempo lascia in me un vuoto incolmabile. Mi sento incompleta, incompresa, incapace di vivere appieno la mia vita. La vedo passarmi davanti e sento che la sto sprecando.”

Fu senz’altro per questo motivo che decise di lasciare la casa dei genitori. Non aveva dietro nessuna storia triste, poiché questi erano vivi, vegeti ed in buona salute. Nessuna tragedia con cui giustificare quella partenza. O forse se ne andò perché aveva letto ormai ogni singolo libro della biblioteca. Era così codarda, che scelse di non andare troppo lontano, in modo da poter tornare da mamma e papà se avesse avuto troppa paura del mondo. Il destino volle che la scelta ricadesse su Barrington, un luogo cattivo, puzzolente, malfamato. Già, il destino…come no.

La verità è che Ophelia è davvero una brava ragazza. E davvero ogni cosa le mette paura. Ma è ossessionata dalle cose cattive, e questo la rende forse più cattiva di un demonio. È plagiabile, debole, insicura ed indifesa.

Non è forse l’agnello la preda preferita del lupo?



PG:

Karma: 505
Nome: Ophelia
Età: 35 anni
Altezza: 1,65 m.
Peso: 50 kg
Occhi: Marroni
Capelli: Castani
Origini: Nata e cresciuta in Britannia da madre bretone e padre ialiano.
Allineamento: N/M tendente C/M
Spiegazione allineamento: Molti aspetti dell'allineamento ancora devono venir fuori ma essendo io a muoverlo so come si comporterebbe in determinate situazioni anche se queste non si sono ancora presentate. Ophelia è in apparenza una persona normale e mite. Ma l'allineamento è Neutrale Malvagio perchè non avrebbe pietà nell'uccidere qualcuno in quanto sarebbe dominata, più che dai rimorsi, dalla curiosità personale di vedere qualcuno morire.
Tendente Caotico Malvagio perchè potrebbe compiere alcuni gesti tipici di questo allineamento (non tutti) come per esempio usare la tortura per piacere personale (sempre legata non al sadismo quanto alla curiosità).

Spero che la questione allineamento sia spiegata bene, nel caso mi rimetto al giudizio altrui.

Segni particolari: Sociofobia.
Spiegazione segni particolari: La sociofobia non è una malattia mentale ma una vera e propria fobia (come l'aracnofobia, per intenderci) quindi non credo ci siano problemi per la sua approvazione. Di seguito ne metto la descrizione

Sociofobia: paura intensa e pervasiva di trovarsi in una particolare situazione sociale, o di eseguire un tipo di prestazione, che non siano familiari e da cui possa derivare la possibilità di subire un giudizio altrui. Si tratta di un particolare stato ansioso nel quale il contatto con gli altri è segnato dalla paura di essere malgiudicati e dalla paura di comportarsi in maniera imbarazzante ed umiliante. Le persone affette da questa fobia, evitano situazioni spiacevoli e, se sono costrette ad affrontarle, sono molto a disagio con loro stesse. (//Wikipedia)



SKILL RICHIESTA:

Ambidestria livello 1
[Modificato da || Ophelia || 02/10/2013 15:53]
OFFLINE
Post: 326
Città: REGGIO EMILIA
Età: 36
Sesso: Femminile
03/10/2013 15:09

Devo chiederti d'ampliare un po' la parte che riguarda la skill. Richiedi una skill che parla in modo specifico del combattimento, ma il tuo pg si limita ad allenarsi nella scrittura ed è un po' poco.

Per la sociofobia, invece, non credo ci siano problemi, ma chiedo comunque conferma.

Piccolo appunto: le scuole pubbliche per come le conosciamo noi nel medioevo non esistevano. Non so quale fosse la situazione in quella zona del mondo, principalmente (in Italia) le scuole erano di tipo eclesiastico...quindi, mi riferirei a una "classe" in modo più generico (ma vedi tu, è solo un consiglio) ;)

BG NON APPROVATO



"Io sono sempre stata te."






OFFLINE
Post: 7
Età: 44
Sesso: Femminile
03/10/2013 16:49

Non credevo fosse necessario ampliare troppo, perchè nella descrizione della skill non si fa riferimento specifico al combattimento, bensì vi è scritto che questa skill è estesa sia ad abilità manuali, come nel caso di Ophelia, che a quelle combattive:

Ambidestria (3 livelli)
L'ambidestria è l'abilità di un personaggio di compiere con la mano secondaria (destra o mancina che sia) azioni di ugual precisione ed abilità rispetto alla mano primaria. Questa capacità è estesa sia alle abilità manuali (es: scrittura) che a quelle combattive. In altre parole un pg dotato di ambidestria saprà servirsi di ambo le mani con pari abilità.

Non posso scrivere nulla sulle armi perchè non hanno nulla a che fare col mio pg. Se un domani vorrò renderla abile nel combattimento con due mani, immagino di dover prendere comunque prima altre skill.

Comunque modifico e aggiungo :)

Per quanto riguarda la scuola pubblica, confesso di aver scritto senza pensare al periodo storico in effetti. Cambio direttamente quella parte.

Di seguito posto il bg modificato.
[Modificato da || Ophelia || 03/10/2013 16:58]







È sotto l'effetto della paura che si compiono i gesti più inammissibili.
(Cvetan Todorov)

||

Abigor, pecca pro nobis.
Samael, liber nos a bono.
Belial eleyson.
Focalor, in corruptionem meam intende.
Haborym, damnamus Dominum.
Zaebos, anum meum aperies.
Leonardo, asperge me spermate tuo et inquinabor.

OFFLINE
Post: 7
Età: 44
Sesso: Femminile
03/10/2013 16:50

L’uccellino era con loro da un paio di giorni ormai e ancora non aveva voluto mangiare niente. Era così piccolo che persino la mano di una bambina riusciva a raccoglierlo. Ad Ophelia piaceva tanto quel piccolo esserino piumato, e già s’immaginava, un domani, di poterlo richiamare a sé con un fischio. Quel pomeriggio, mentre sua madre preparava il pranzo, si chinò sulla scatola dove riposava la bestiolina e lo prese con la mano sinistra, volgendo a se stessa il petto dell’animale. Nella destra aveva una briciola di pane e tutta l’intenzione di fargliela mangiare. Il passerotto però spostava la testa dal lato opposto ogni volta che lei gli avvicinava il cibo. Non era certo una bambina cattiva, non si accorse mica di stringere troppo la mano con cui lo teneva. Infatti da principio non comprese cosa fosse accaduto. Vedeva semplicemente che l’uccellino aveva improvvisamente smesso di muoversi. Giaceva nella sua mano immobile e solo dopo qualche attimo si accorse che era morto. Che lo aveva ucciso lei. Chiamò la madre col tono che hanno i bambini quando sono spaventati e colpevoli allo stesso tempo. Sperava di sbagliare e che il piccolo stesse adoperando una tattica perché spaventato. Ma la madre le schiuse le dita e le disse che lo aveva ucciso.
Accorse anche il padre (un uomo buono, di origini italiane), sentendo il pianto della figlia, e confermò la diagnosi di sua moglie.
Non volevano farla sentire in colpa, certo. Ma di fatto, per quanto dolci fossero i loro toni e amorevoli le loro parole, non riuscirono a nascondere alla bambina quanto loro stessi si sentissero in colpa per non aver protetto da lei l’uccellino. Lasciare una creatura così indifesa fra le mani di una bambina piccola era stato da irresponsabili.

Il tempo trascorse su quell’episodio portandolo lontano dalla memoria di tutti e tre. Quando Ophelia divenne più grande, e capitava che l’episodio venisse ripescato dal passato per raccontarlo a qualcuno, tutti e tre ci ridevano su, con una lieve malinconia nello sguardo. Non era nulla di grave, in fondo, la morte di un uccellino. Era stato un incidente.

Quello che Ophelia non disse mai a nessuno -non con la convinzione con cui lo diceva a se stessa, almeno- era che, per quanti anni passassero e per quanto fosse stata piccola quel giorno, il ricordo ne era indelebile. Potevano sfumare i contorni della stanza, tutto ciò che avvenne subito dopo, ma l’istante preciso della morte dell’uccellino, quello no. Quello restava perfettamente immutato nei suoi ricordi. Un’altra cosa che si trascinava dietro da quel giorno, era la sensazione dell’irreversibilità della morte. Aveva desiderato così tanto e per così tanto tempo di poter tornare a solo qualche attimo prima, in modo da non stringere così forte il corpicino dell’animale, che quasi sperava di mettere in moto chissà quale ingranaggio dell’universo e vedere esaudito il suo desiderio. Ma non si mosse niente, e il passerotto rimase morto.


Fu per lei un microtrauma: questo è ciò che si raccontava ogni volta che faceva pensieri cattivi.
Ophelia è una brava ragazza, non ha mai dato un dispiacere ai propri genitori e ha condotto egregiamente tutti gli studi che questi le hanno potuto pagare. Non è mai stata brava a farsi degli amici, per colpa della timidezza, ma si è sempre consolata col pensiero che crescendo le cose sarebbero cambiate.

Quando uccise l’uccellino, aveva soltanto sei anni. Più o meno l’età in cui conobbe Suor Terence. Si faceva chiamare così sebbene avesse abbandonato ormai da anni la vita in convento. In casa però continuava ad indossare la veste ed il cilicio. Pregava Cristo e rifuggiva il Demonio. E non si sa se sia stato il primo o il secondo a farla capitare nella vita di Ophelia. Tutto accadde per caso, quando la suora, che si manteneva da vivere lavorando come insegnante privata, fu contattata dalla madre di Ophelia, affinchè istruisse la figlia.

Suor Terence accettò di buon grado e cominciò a dare lezioni alla piccola. La prima lezione, che riguardava la scrittura, si trasformò nel pallido tentativo di farla diventare destrosa, poiché Ophelia era mancina e, si sa, la sinistra è la mano del diavolo, e questo Suor Terence non poteva certo accettarlo. Ogni giorno si esercitavano insieme, con metodi più o meno ortodossi. La bambina non si lamentava, e cominciò a sviluppare in effetti una certa abilità con la mano destra. Ma ciò che alla suora teneva nascosto, era che a casa continuava ad esercitarsi anche con la mano sinistra, per non perderne le capacità. Continuava ad essere quella, infatti, la mano dominante.
Quando la bambina comprese che poter usare con la medesima abilità ambedue le mani sarebbe potuto essere utile, o comunque renderla ancor più speciale e diversa, decise di allenare la mano destra anche in azioni diverse da quelle riguardanti la scrittura. Prese a mangiare scambiando le posate, a dipingere tenendo la sinistra dietro la schiena, a prendere gli oggetti e a fare diversi giochi con le pietre, che le richiedessero abilità con l’arto non-dominante. Ben presto fu in grado di usare, con la medesima abilità, entrambe le mani.
Col passare degli anni, Ophelia si mostrò una bambina prodigio e poi una ragazza molto, molto sveglia. Tutto ciò che la suora le insegnava, non aveva bisogno di esser ripassato, poiché la sua allieva lo assimilava alla stregua di un foglio che s’impregna d’inchiostro. Sarebbe stata fiera di lei, tanto fiera, e magari avrebbe anche potuto affezionarcisi, se non fosse che il diavolo sembrava aver preso molto più che la sua mano.

Dalle memorie di Suor Terence:

“Ophelia ha qualcosa che non va.
Apprende tutto troppo velocemente e trovo che il suo interesse volga sempre più verso letture e fatti storici legati alla violenza ed al sangue. È una brava ragazza, non mi ha mai dato modo di punirla. Ma, che Dio mi perdoni per questo, non desidererei altro. C’è un male che non conosco, nel suo spirito. Teme le persone, non esce mai di casa (a meno che non debba recarsi presso la biblioteca) e tiene spesso le imposte chiuse, in camera sua. Si giustifica dicendo che il sole non le piace molto e che le ombre la fanno sentire più protetta. Signore salva questa creatura prima che si perda nelle tenebre del diavolo. Salvala da se stessa. Salvala da Satana.
Salva tutti noi,
da entrambi.”

Suor Terence morì di vecchiaia quando Ophelia aveva vent’anni, dopo averle insegnato praticamente tutto ciò che sapeva.

La vita di Ophelia è stata molto noiosa: nessun avvenimento degno di nota, nessun grande amore. Soltanto il lento susseguirsi dei giorni e degli anni, e la sempre più presente e persistente consapevolezza di essere sbagliata. Per evitare di impazzire, cominciò a tenere un diario. Nulla più che un taccuino nel quale annota tuttora frasi, pensieri, dialoghi immaginari. Tutto ciò che le passa per la mente, insomma.

“Quando ero piccola, ho ucciso un uccellino.
Era un passerotto che papà aveva trovato fra le radici di un albero, probabilmente caduto dal nido. L’ho ucciso per sbaglio, senza nemmeno rendermene conto. Da allora forse qualcosa si è rotto nella mia testa, o magari sono semplicemente più intelligente degli altri e questo mi permette di vedere più a fondo. Non sono pazza, o magari si.
Ho molte paure, molte più di quante non ne hanno le mie cugine. Mi spaventano le persone, mi terrorizza dover parlare con loro. E mi terrorizza uscire di casa, affrontare la folla, i negozianti. In biblioteca ho trovato diversi libri interessanti.“


Le lunghe e noiose giornate della giovane, si spostarono sempre più spesso dalla sua camera alla biblioteca, dove riusciva a fare amicizia con molte, moltissime persone. Il fatto che fossero tutte rinchiuse fra le pagine dei libri, non le importava, non finchè non cominciò a desiderare di vivere ciò che vivevano i personaggi di quei racconti. Non le interessava trovare marito e vivere per sempre felice e contenta, non erano quelle le storie che amava. Le piacevano i racconti d’avventura, di tensione, di paura. Gli anni continuavano a passare e nella sua collezione si accumulavano storie terribili: più sangue c’era, più la tenevano incollata alle pagine. A volte le capitava di sentirsi in colpa per questo, e si giustificava nel suo diario.

“So di essere una brava persona, e immagino che sia proprio questo il punto: le cose cattive mi piacciono perché non le conosco, giacchè in me non c’è nemmeno un briciolo di cattiveria. Gli opposti si attraggono, dicono. E se tutto ciò che è male mi attrae, significa che io ne sono l’opposto. Questo mi riempie di gioia ma al contempo lascia in me un vuoto incolmabile. Mi sento incompleta, incompresa, incapace di vivere appieno la mia vita. La vedo passarmi davanti e sento che la sto sprecando.”

Fu senz’altro per questo motivo che decise di lasciare la casa dei genitori. Non aveva dietro nessuna storia triste, poiché questi erano vivi, vegeti ed in buona salute. Nessuna tragedia con cui giustificare quella partenza. O forse se ne andò perché aveva letto ormai ogni singolo libro della biblioteca. Era così codarda, che scelse di non andare troppo lontano, in modo da poter tornare da mamma e papà se avesse avuto troppa paura del mondo. Il destino volle che la scelta ricadesse su Barrington, un luogo cattivo, puzzolente, malfamato. Già, il destino…come no.

La verità è che Ophelia è davvero una brava ragazza. E davvero ogni cosa le mette paura. Ma è ossessionata dalle cose cattive, e questo la rende forse più cattiva di un demonio. È plagiabile, debole, insicura ed indifesa.

Non è forse l’agnello la preda preferita del lupo?








È sotto l'effetto della paura che si compiono i gesti più inammissibili.
(Cvetan Todorov)

||

Abigor, pecca pro nobis.
Samael, liber nos a bono.
Belial eleyson.
Focalor, in corruptionem meam intende.
Haborym, damnamus Dominum.
Zaebos, anum meum aperies.
Leonardo, asperge me spermate tuo et inquinabor.

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Post: 26
Città: MILANO
Età: 24
Sesso: Maschile
09/10/2013 16:49

Volevo fare un piccolo appunto riguardo l'istruzione nel Medioevo.

Esistevano scuole religiose (quelle dedicate ai futuri preti, sacerdoti, monaci, abati, papi etc.) e quelle parrocchiali che offrivano gratuitamente i rudimenti alla gente comune (che per la maggior parte era analfabeta).

E' anche vero che i nobili, i feudatari, insomma, i ricchi, erano soliti assoldare dei religiosi per l'istruzione privata dei loro figli, quindi, monete sonanti! :P



D'Altavilla Goffredo






"Cosa. Sto. Leggendo."








Gheof



"Ma che cazzo te guardi? Che stai a rosicà che io so parlà co le donne e tu no? I giovani d'oggi so' tutti froci!"












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Post: 326
Città: REGGIO EMILIA
Età: 36
Sesso: Femminile
12/10/2013 16:10

Sì, scusami...colpa mia che ho fatto riferimento alle skill segnate sul sito del gioco, che non sono aggiornate, ancora.

BG APPROVATO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA: BRITANNIA (Censirsi nel clan nordico)
ALLINEAMENTO: N/M tendente C/M
SKILL AMBIDESTRIA, LIV 1, APPROVATA
SEGNI PARTICOLARI: SOCIOFOBIA


Scheda di gioco aggiornata



"Io sono sempre stata te."






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Post: 7
Età: 44
Sesso: Femminile
27/08/2014 14:05

Salve.

Mi sono accorta oggi di aver superato i 3000 punti Karma (attualmente ne ho 3265).

Perciò mi accingo a chiedere la Skill Ambidestria liv2

Non so quante role servano, io comunque ne linko 2 essendo un secondo livello :)

1.LINK FM
2.LINK FM


In entrambe le role Ophelia si sforza di scrivere con la mano destra nonostante lei sia mancina.

Inoltre, il mio pg ha fatto diverse role in cui studia il latino. Due sono proprio quelle che ho linkato qui sopra. Devo per forza avere conoscenze storiche per sapere il latino o, con queste (ed eventualmente altre role) linkate si può avere come cosa a parte?

Grazie :)







È sotto l'effetto della paura che si compiono i gesti più inammissibili.
(Cvetan Todorov)

||

Abigor, pecca pro nobis.
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Belial eleyson.
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Haborym, damnamus Dominum.
Zaebos, anum meum aperies.
Leonardo, asperge me spermate tuo et inquinabor.

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Post: 1.759
Sesso: Femminile
27/08/2014 14:34

Ciao! Sono cambiate le regole e per chidere l'approvazione delle skill devi aprire una cartella a tuo nome QUI inserendo il karma raggiunto, le note principali del pg, il link di approvazione del bg e la role a supporto per l'approvazione della richiesta!!

[SM=g8071]

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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Post: 7
Età: 44
Sesso: Femminile
27/08/2014 15:48

Re:
EDAVE, 27/08/2014 14:34:

Ciao! Sono cambiate le regole e per chidere l'approvazione delle skill devi aprire una cartella a tuo nome QUI inserendo il karma raggiunto, le note principali del pg, il link di approvazione del bg e la role a supporto per l'approvazione della richiesta!!

[SM=g8071]



Ops, chiedo scusa!!! [SM=g8077]







È sotto l'effetto della paura che si compiono i gesti più inammissibili.
(Cvetan Todorov)

||

Abigor, pecca pro nobis.
Samael, liber nos a bono.
Belial eleyson.
Focalor, in corruptionem meam intende.
Haborym, damnamus Dominum.
Zaebos, anum meum aperies.
Leonardo, asperge me spermate tuo et inquinabor.

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Post: 1.759
Sesso: Femminile
27/08/2014 21:09

BG APPROVATO
DESCRIZIONE FISICA PRESENTE
TERRE DI PROVENIENZA: BRITANNIA (Censirsi nel clan nordico)
ALLINEAMENTO: N/M tendente C/M
SKILL AMBIDESTRIA, LIV 2, APPROVATA
SEGNI PARTICOLARI: SOCIOFOBIA

IL PG CONOSCE IL LATINO A LIVELLO BASE - SEGNALO IN RAZZA UMANI

Scheda di gioco aggiornata

Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




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