Duragar

“Ahhahahah. Certo che voi umani la birra non la reggete. Vi bastano un paio di litri di quella che voi chiamate "birra"e iniziate a ciondolare. Da noi è molto più forte e i nostri mastro birrai sono i migliori di tutte le razze. Se sono cresciuto grande e robusto lo devo a mia madre. Quand'era gravida tracannava più di un plotone di orchi. Ahhhh. Mia madre. Grande donna. E' stata lei che mi ha insegnato a picconare la roccia. Ero poco più che bambino. Mi stavano appena spuntando i baffi ma rompevo le rocce meglio di un drago. Non so esattamente per quale motivo poi ho iniziato a fare il fabbro. Sarà perchè non volevo deludere le aspettative di mio padre o per la mia vena creativa. Mio padre. Di lui non ricordo moltissimo. Lui era un ingegnere. Fidati ragazzo che due cose sapeva fare mio padre: progettare qualsiasi tipo di aggeggio e menare le mani. Ricordo ancora le scazzottate con lui quando tornavo a casa la sera tardi dopo aver fatto una rissa alla locanda. Non sono mai riuscito a stenderlo.



Oste... Altre 3 birre... e del latte di capra per il mio amico. E non pensare di darmele annacquate che le riconosco io.



Che stavo dicendo? Ah, sì. Il fabbro. Un chiodo in 3 colpi. Sapevo il fatto mio. Ero un artista e battevo il metallo più forte di tutti. Dovevi vedere il filo delle mie spade. Voi ve lo sognate un lavoro così di fino. Forse è allora che mi hanno soprannominato bracciobalista. O era forse quella volta che ho fatto esplodere una capra con un arma d'assedio. Dovevi vedere. Esplosa neanche fosse stata colpita da un maleficio. Carne ovunque. Uno spettacolo amico mio, uno spettacolo! Fidati. Mi sono sentito un artista.

Stavo parlando della capra. Anzi no, no, no. Era il fabbro. Certo, il fabbro. Ero bravo ma non ero mai uscito dalla città della montagna. Non che ne avessi bisogno. Era ed è ancora la migliore. Ma ero giovane. Ti basti pensare che avevo appena una treccina sulla barba bruciacchiata. Bhe. Fu allora che mi proposi per uscire a vendere le nostre creazioni nei villaggi vicini.

Col senno di poi direi che non è stata una… buona scelta.

Era sera ormai. Stavo mettendo via tutto mentre il mio mentore preparava il carro che lei arrivò. Era bellissima. Bassa, capelli rossi come il fuoco della grande forgia, pelle liscia come il marmo e occhi verdi come smeraldi. Salda e massiccia come uno scoglio in mezzo a una tempesta. Aveva un bel sederone tondo che se la piglio ti spiego poi che le faccio. E la barba, ragazzi che barba. Morbida come fiocchi di cotone. Voleva una pentola e le proposi un elmo. Non so perchè ma non accettò l'acquisto. Eppure era un bell’elmo. Solido e comodo. Riluceva come uno specchio. Elmi così non li fanno più.



Oste...qui i boccali son bucati...altre tre birre...Basta latte, il mio amico non lo regge.



Comunque... mi innamorai. Feci di tutto per incontrarla il prima possibile. Poi a una festa...l'idromele...ahhhh. Che nottata amico, che nottata. Non ti racconto come l'ho conciata e nemmeno come ero conciato io. Fu allora che mi raccontò di Avalon. Doveva avere una cugina o una qualche parente da 'ste parti. Era così entusiasta dell'isola delle nebbie. "Che rocce ci sono nell'isola delle nebbie", "che mele ci sono nell'isola delle nebbie", "Che nebbie ci sono nell'isola delle nebbie". E così, aiutato anche dall'idromele, vomitai e presi una decisione. Lasciai tutto e scappai qui ad Avalon. Credo che il mio mentore mi stia ancora cercando per fracassarmi il cranio con una mazza ferrata. Caro vecchio Singi. A volte ci ripenso e non posso fare a meno di sorridere e tremare leggermente.

Epilogo... Durante il viaggio scappò... Credo si fosse ricordata di avere un marito o quisquiglie del genere. Io ero troppo orgoglioso per tornare indietro e quindi eccomi qui...



Oste...Allora...'ste birre arrivano o devo mandarti missiva?”



“Senti nano. Io le birre te le porto, basta che la smetti di importunare l'appendiabiti.”



Capelli: Lunghi e rossi

Occhi: castani

Altezza: 1.35

Peso: 80 kg





Skill richiesta: Potenza +2

Bg approvato
Skill potenza +2 approvata