I SIGNORI DELLA ROCCIA
I nani sono la razza di pietra e di terra più famosa. Tutti sanno che i nani sono rozzi e forzuti , violenti e cocciuti e al tempo stesso attratti dall’oro e da tutti i minerali preziosi che si trovano nelle profondità della terra. Benché questi luoghi comuni siano in parte veri, in realtà sfiorano soltanto la superficie di tutto ciò che questa nobile razza incarna.
DESCRIZIONE
I nani sono per la loro costituzione creature massicce e compatte. Arrivano scarsi al metro e quaranta di altezza, ma hanno la stessa statura e stazza di creature alte circa il doppio. In proporzione, le loro braccia sono molto lunghe e le loro mani si protendono verso il basso fino quasi a sfiorare gli stinchi. Tuttavia, i loro torsi, cosi come le loro gambe, sono adeguati alla loro statura. Tanto i maschi quanto le femmine sono muscolosi, con braccia ben sviluppate e spalle e fianchi larghi. In genere la speranza di vita di un nano può arrivare a superare i 400 cicli,i figli della pietra non amano inoltre i cavalli e l’acqua in particolar modo. I nani amano i vestiti semplici, funzionali e senza fronzoli. Prediligono le sfumature di marrone e di grigio con tessuti ricavati dalla terra stessa. I nani raccolgono le propaggini delle radici e le lavorano al telaio per fare calzoni e sopravvesti molto robusti. Coltivano anche funghi porosi che sono raccolti, essiccati, trattati e filati in un tessuto flessibile e sericeo, la cosiddetta seta terrea. Infine i pellami e le pellicce sono molto comuni, soprattutto quella di talpa e di tasso. Il principale indumento di un nano è di solito una tunica semplice e aperta con maniche larghe e comode che si possono rimboccare o portare lunghe. Questa tunica per lo più è fatta di tessuti sottili e leggeri, come cotone, lino o seta terrea, e può essere indossata aperta o chiusa con bottoni d’osso, di legno o di metallo. Sopra la tunica in genere un nano indossa un secondo strato, costituito da una giacchetta o da una veste comoda e ampia. Questa seconda veste può essere tessuta o filata a spirale per creare un indumento vero e proprio, molto simile all’incastro degli anelli di una cotta di maglia. La foggia degli indumenti di un nano di solito consente di riconoscere le sue origini(o il suo clan di appartenenza). I nani sono orgogliosi delle loro chiome, tanto dei capelli(entrambi i sessi)quanto delle barbe(i maschi). La passione nanica per le trame e i disegni geometrici vale per il taglio dei capelli come per qualsiasi altra cosa, con trecce intricate che sono portate sia dai maschi che dalle femmine. Una treccia di tre ciocche potrebbe essere più che sufficiente per la vita di tutti i giorni, ma in un’occasione importante si potrebbero incontrare nani venerabili o reverendi che portano trecce di venti ciocche o trecce più piccole, ma annodate insieme. Anche se molti dipinti raffigurano i nani come fabbri unti di grasso o minatori coperti di polvere, la verità è assai diversa. La familiarità dei nani con gli ambienti del sottosuolo consente loro di trovare e di sfruttare sorgenti calde, polle e fiumi sotterranei che forniscono acqua corrente e bagni pubblici agli insediamenti nanici di ogni tipo.
PSICOLOGIA
Coloro che incontrano un nano avventuriero per la prima volta potrebbero giudicarlo gretto, austero, taciturno e inflessibile. Le culture umane, soprattutto quelle che privilegiano i diritti o i bisogni dell’individuo su quelli del gruppo, sono spesso in contrasto con le suscettibilità dei nani. I nani vivono in ambienti chiusi, con poche possibilità di spazi personali o riservati. L’espansione di qualsiasi insediamento urbano è fortemente condizionata dalla sua ubicazione e dalla roccia su cui è fondato. Scavare nella roccia nuovo spazio vitale può essere costoso,complesso e persino azzardato. Per ogni città nanica in un complesso spazioso di caverne infinite, esistono migliaia di piccoli villaggi in cui ogni singola stanza è stata scavata nella roccia. Come conseguenza i quartieri residenziali sono molto ristretti e di solito ospitano intere famiglie allargate. Una società di persone che vive a stretto contatto ogni giorno, deve, per necessità, favorire i bisogni del gruppo rispetto a quelli dell’individuo. Il rispetto della legge diventa di primaria importanza, poiché soltanto in una società regolata i processi si possono giudicare in modo equo e le prospettive di giudizio si mantengono ragionevoli per tutti. Questa peculiarità culturale si è trasformata in un’ abitudine radicata in quasi tutti i nani ed è considerata una virtù di questo popolo. Chi onora i propri doveri e rispetta la legge, talvolta con sacrifici personali, è considerato un eroe del suo clan e viene considerato un esempio per gli altri. Onore, dovere, coraggio, stoicismo e lealtà sono giudicate le più nobili virtù della vita nanica. Questa continua intimità forzata ha portato la cultura nanica a sviluppare un atteggiamento di intimità mentale. Quindi, le emozioni sono considerate espressioni molto personali, e non vengono volentieri condivise al di fuori della cerchia famigliare o del clan. Se un nano ammette qualsiasi tipo di gioia o di dolore, è un segnale di quanto sia cresciuta la stima nei confronti del suo prossimo. Altrettanto vale per le confessioni personali di qualsiasi tipo, incluse le sconfitte o le vittorie. Quando si tratta delle altre razze e delle altre culture, i nani sono incredibilmente tolleranti, nonostante la fermezza nelle loro posizioni. Questo atteggiamento dipende in larga parte dalla cocciutaggine insita nell’anima di ogni nano. Un vecchio proverbio nanico recita: “non puoi scoprire i difetti del tuo lavoro se guardi troppo quelli del lavoro altrui”.
VITA DEI NANI
L’arte in quanto tale ha poco spazio nella vita dei nani. La sostanza è considerata tanto importante quanto la forma se non forse qualcosa di più. Un oggetto utile è comunque apprezzato anche se semplice, mentre un oggetto bello con nessuna utilità viene considerato uno spreco di tempo ed energie. Al tempo stesso, nessun nano artigiano vero e proprio è considerato degno dell’oro che chiede se le sue creazioni non sono belle oltre che funzionali. Tutti sono in grado di creare un oggetto semplice ed utile, ma solo un vero maestro può creare oggetti che fanno la felicità di chi li possiede e li custodisce. Non esiste alcun oggetto di artigianato nanico perfetto che non sia anche finemente inciso, laccato, intagliato oppure intarsiato con legno o metalli. L’amore è considerato una delle grandi virtù della vita nanica. L’amore per la famiglia, l’amore per l’onore, l’amore per il clan e la patria, queste sono considerate le migliori motivazioni che un nano possa avere. I nani si possono sposare quando entrano nell’età adulta più o meno verso i quarant’anni. Con il consenso dei genitori , alcuni matrimoni potrebbero essere celebrati persino prima, ma la tradizione scoraggia questa pratica. I nani credono nel matrimonio a vita. La monogamia è fortemente incoraggiata e le relazioni romantiche al di fuori del matrimonio sono considerate potenziali cause di instabilità e disordine sociale. Ciò premesso, si capisce perché il corteggiamento è un processo lento e lungo, che di solito dura tre anni o più. Entrambe le famiglie dei futuri sposi e il capo clan devono dare il loro consenso alla coppia prima che il corteggiamento vero e proprio possa iniziare. Se il consenso non viene dato, allora il corteggiamento non può iniziare. Quelle anime sventurate che vengono sorprese ad amoreggiare senza il consenso ufficiale possono andare incontro a separazioni forzate, multe e persino l’esilio. Tanto la famiglia del nano quanto quella della nana provvedono alla dote della coppia, e il capo clan offre in dono denaro o altri oggetti di valore a ogni coppia di sposi novelli. I matrimoni combinati sono diffusi tra le famiglie dei nani, soprattutto tra membri dello stesso clan. Quali che siano le ragioni alla base di una coppia, amore o questioni più mondane, un matrimonio è sempre vissuto come una grande festa. E’ ovvio inoltre che la legge impedisce categoricamente i matrimoni con le altre razze, in primo luogo a causa della sterilità che ciò comporterebbe e in secondo luogo perché ciò viola le tradizioni degli antenati ed è malvisto dalla comunità e dal clan. Il valore in battaglia e l’addestramento militare hanno un gran peso nell’educazione di ogni nano. Intraprendere la carriera militare è considerata una vocazione onorevole, e il valore in battaglia è importante per la reputazione di un nano tanto quanto lo sono le buone maniere per gli abitanti di superficie. A partire dal ventesimo anno di età, i nani e le nane sono addestrati nelle arti della guerra. I nani, per la loro forza e la loro stazza , preferiscono le armi più pesanti come le asce e i martelli. E’ raro che un nano venga addestrato in un’ arma a distanza che non sia la balestra o l’ascia da lancio, considerati gli spazi angusti in cui di solito i nani si trovano a combattere. I nani hanno ben poca paura della morte. Sono rassegnati alla lotta per la sopravvivenza e alle inevitabili perdite che li attendono. Tuttavia, se per questo motivo qualcuno li definisse fatalisti, non avrebbe colto un aspetto essenziale del loro carattere: la gioia di vivere e di lottare ogni giorno. I nani imparano fin dalla giovane età come Moradin il padre di tutti abbia creato l’universo nella sua forgia eterna. La maggior parte dei forestieri è consapevole di questa parte della tradizione e delle credenze naniche per aver avuto a che fare con i nani e, conoscendo questo aspetto, si crede ben informata. Tuttavia i forestieri non si rendono conto che l’analogia non si ferma li. Cosi come un fabbro può prendere un pezzo di metallo rotto o piegato, fonderlo e con quello forgiare un nuovo oggetto, i nani credono che Moradin faccia altrettanto con le anime del suo popolo. La morte è soltanto il portale per una nuova vita. Quando i nani diventano vecchi e deboli, molti tra loro nutrono la speranza di rinascere nella forgia di Moradin e di iniziare cosi una nuova vita. Coloro che muoiono sono compianti, ma tutti sanno che i vivi piangono in realtà per il loro dolore e non per quello dei defunti. I riti funebri dei nani di solito vengono celebrati con la cremazione. I nani non credono infatti che il corpo fisico sia necessario nell’aldilà; viceversa preservarlo è talvolta considerato un ostacolo per una rapida e felice rinascita. I nani più famosi e valorosi sono spesso celebrati nei dipinti o con altre opere d’arte, mentre le ceneri dei più grandi guerrieri sono talvolta incluse nelle armi nuove di forgia, lasciate poi in custodia ai loro discendenti.
SOCIETA’ E CULTURA
Il pilastro della società nanica è il suo senso di comunione. I principi osservati dai nani, cosi come le virtù che li ispirano, si basano su una ricca cultura legata a vincoli familiari, civici e religiosi che tengono saldamente uniti tutti i nani. I nani, come illustrato dalla loro concezione di Moradin, credono che un regnante dovrebbe essere tanto il signore quanto il padre di coloro che sono sotto la sua egida. Un re dovrebbe governare e amministrare quanti gli giurano fedeltà, ma sempre con amore e attenzione alla prosperità del suo regno negli anni. I monarchi nanici, nonostante il loro potere quasi assoluto, governano con l’appoggio di un consiglio. I clan sono un elemento sempre presente nella vita dei nani. Nella vita personale di un nano la gerarchia del potere parte da se stessi, sale fino al patriarca della sua famiglia, poi prosegue fino al suo capo clan, quindi continua fino al re della sua città o nazione e infine termina con il gran re. Chiunque occupi uno di questi ranghi al di sopra del suo ha diritto di chiedere i suoi beni e i suoi servigi, qualora fosse necessario. Il clan è il più forte baluardo di un nano e con la forza dei suoi numeri può proteggere tutti i suoi membri.
I NANI E LE ALTRE RAZZE
Il loro temperamento pragmatico e la loro natura onorevole vengono in aiuto ai nani quando hanno a che fare con altre razze e culture. Benché da un punto di vista diplomatico alcune alleanze siano migliori di altre, esistono soltanto poche nazioni con cui i nani non sono neppure riusciti a trovare un minimo accordo. Elfi: Le relazioni diplomatiche tra elfi e nani sono famose per la loro natura volubile. In verità i punti di vista delle due razze sono molto lontani e ciò ha causato innumerevoli incomprensioni ed incidenti diplomatici nel corso degli anni. I modi di vedere le cose degli elfi e dei nani si basano su diverse concezioni della vita, del dovere e del ruolo che l’individuo ha nella società. Tuttavia, nonostante le differenze, le due razze di solito trovano un accordo sui principi basilari(e più importanti). Gnomi: I nani considerano gli gnomi come parte della loro famiglia, per certo una famiglia lontana, ma in ogni caso parenti. Secondo le leggende dei nani, gli gnomi un tempo erano membri della razza nanica che si separarono dal gruppo più grande per seguire i precetti di un antico dio nanico della magia di nome Garal. Questo dio fu cosi compiaciuto delle gesta dei suoi seguaci che li ricreò a sua immagine e somiglianza, trasformandoli da nani in gnomi. Quindi, i nani provano una miscellanea di affettuoso divertimento verso le invenzioni e la cultura degli gnomi e un profondo orgoglio per le molte virtù e i punti di vista che le due razze condividono. Mezzelfi: I nani non hanno preconcetti nei confronti dei mezzelfi, poiché ogni individuo riflette la cultura in cui è cresciuto. Se non altro, il punto di vista dei mezzelfi risulta più facile da accettare a un nano di quello degli elfi o degli umani. Nel caso di un mezzelfo, i caotici modi degli elfi sono temprati dai principi umani di ordine e di rigore, cosi come la scarsa lungimiranza degli umani viene attenuata dalla previdente accortezza del sangue elfico. Umani: Le nazioni umane variano da un luogo all’altro, ma ciò che sembrano avere tutte in comune è la loro breve memoria culturale. I nani talvolta pensano di avere molte cose in comune con gli umani, un gruppo che è in grado di assorbire prontamente tutte le virtù della cultura nanica e apprezzarle allo stesso modo. Gli umani possono agire quasi come se fossero nani veri più di qualsiasi altra razza. Tuttavia, possono anche essere simili agli elfi, o persino cosi tenebrosi come i mostri che tendono agguati negli abissi sotterranei. Questa flessibilità morale ed etica è molto frustrante per la mentalità nanica e costringe i nani a soppesare di continuo la loro passione per l’adattabilità e le virtù umane con l’incongruenza della società umana in costante mutazione.
STORIA E FOLCLORE
I nani si credono il popolo civilizzato più antico del mondo, e potrebbero avere ragione. Sicuramente, ben pochi potrebbero contendere questo primato. Sepolti sotto le catene montuose più remote nei meandri delle loro città sotterranee, i nani avrebbero potuto passare inosservati al resto del mondo per millenni. Le loro città più grandi sono secolari; le loro capitali risalgono fino alle origini dei primi insediamenti nanici conosciuti. Il cambiamento è contrario al pensiero nanico, perciò non ci si deve stupire per il loro attaccamento alla tradizione. I nani credono di essere i discendenti mortali di Moradin il padre di tutti, dio della forgia. I miti delle origini sono numerosi, vanno dai racconti intorno al fuoco alle parabole del tempio, ma le leggende più diffuse sono incentrate su Moradin e la sua forgia, con la quale avrebbe creato il mondo, forgiando il fuoco, il metallo e la pietra dei primordi e fondendole a suo piacere. In questo modo, egli creò il mondo. Tuttavia il mondo che aveva creato era vuoto e privo di vita, pieno di meraviglie, ma senza anima. Moradin contemplò su questo aspetto per molto tempo e benché compiaciuto dalla bellezza della sua creazione, non gli dava la felicità. Allora, Berronar, la sua dolce sposa e compagna, gli consigliò e lo esortò a creare delle creature che si prendessero cura del suo mondo. In questo modo, ella disse, queste creature sarebbero state l’anima che mancava al mondo e gli avrebbero dato la felicità. Moradin capi quanto fossero sagge le parole della sua sposa e iniziò a creare queste creature. Colpi molte volte con il suo martello, e molte volte non fu contento del risultato. Nel tentativo di creare la razza perfetta, potè creare soltanto imperfezioni. Una per una, le gettò sulla superficie del mondo, per vivere al meglio delle loro possibilità. Ancora una volta il suo cuore si riempi di tristezza e la luce divina sulla sua fronte si attenuò. Berronar, la madre saggia, ancora una volta lo consolò. Gli suggeri di guardare nel suo cuore. Soltanto la avrebbe potuto trovare ciò che cercava. Moradin fece come gli era stato suggerito e, quando fini, seppe che le sue nuove creazioni erano di suo piacere. Fu cosi compiaciuto che fin da quando soffiò la vita in queste creature, le trovò degne del mondo che aveva creato. Quindi per essere sicuro che si prendessero cura del mondo, non le mise in superficie, ma nel cuore più profondo del suo gioiello cosi che potessero custodirlo ed essere la sua anima.
LINGUAGGIO
Il linguaggio dei Nani, o Khazalid, è una lingua molto antica. Durante i millenni di storia nanica questo linguaggio è cambiato molto poco, assorbendo solo alcune parole dalla lingua di Umani ed Elfi. Questa dura opposizione al cambiamento è indubbiamente collegata al senso di tradizione che ogni Nano notoriamente possiede. Si sa infatti che i Nani sono estremamente contrari ad ogni tipo di cambiamento e ad ogni nuova idea, specialmente se queste ultime provengono da altre razze. I Nani sono noti per il loro arcigno comportamento, infatti esprimono i loro pensieri con poche parole e cautamente. Vero è però che, quando i Nani iniziano a bere molta birra, come ad esempio in occasione delle loro feste, diventano più loquaci ed intonano canzoni sulle montagne, sui giorni passati o sulle loro imprese eroiche. Inoltre i Nani hanno una voce profonda e roca e quando sono presi dall'entusiasmo, le parole non si distinguono veramente più. I Nani, oltre a possedere un linguaggio unico, possiedono anche un tipo di scrittura unico al mondo, l'alfabeto runico. Questo alfabeto nacque con lo scopo di essere facilmente inscritto sulla pietra. Ogni runa infatti è composta da linee rette facilmente tracciabili con uno scalpello. In questo particolare tipo di scrittura sono incluse rune che rappresentano suoni specifici e rune che rappresentano concetti e idee, quindi molte volte esistono due modi per scrivere una parola, con una singola runa o con una sequenza di rune. I Nani inscrivono le rune sui loro scudi e sui loro stendardi come segno di appartenenza ad un certo clan o famiglia. Questo è il modo più facile per un guerriero di proclamare la sua identità. Il Khazalid è liberamente parlato da tutti i Nani, ma è comunque molto raro che altre razze lo sentano parlare se non sul campo di battaglia. I Nani preferiscono non diffonderlo. Questa lingua riflette pienamente il loro spirito e le loro preoccupazioni. Difatti esistono centinaia di parole per descrivere minuziosamente i vari tipi di roccia, tunnel, passaggi sotterranei, e minerali preziosi. Si narra (e chi ha curato questa sezione della Roccaforte Ve lo può confermare personalmente giurando sulla sua barba grigia) che i Nani possiedano oltre cento parole per descrivere l'oro, in base alla sua lucentezza, al colore ecc. Per non annoiare il visitatore casuale, che potrebbe anche essere un Orecchie a punta (non voglio nemmeno pensarci, la solo idea mi dà i brividi) in questa sede la parola "oro" è stata tradotta con quella di uso comune (notare come essa sia simile alla parola "amare" e alla parola "cuore"…). Le altre sono semplicemente troppo numerose da potere essere elencate qui, e sono tesoro dei Nani. Infine una curiosità: quando un gruppo di Nani esce per una bevuta serale, un'attività popolare è la canzone dell'oro, con la quale ogni Nano è tenuto a turno a dire una parola che indichi l'oro. Ogni Nano deve dire una parola diversa dall'altro, e chi ne dice una già pronunciata o non riesce a pensarne una deve pagare una penitenza. Questa penitenza generalmente consiste nell'offrire un giro di birra a tutta la compagnia. Per non pagare la penitenza il malcapitato può anche inventare una parola nuova. In questo caso se gli altri presenti decidono di accettare la parola questo Nano non subirà la penitenza, e una nuova parola per descrivere l'oro sarà stata "forgiata"!I modi di dire e le frasi che seguono sono molto comuni nella cultura nanica: “Varathika gelm uvalar”. Una traduzione letterale di questa frase in nanico è “Quella è una pietra cattiva”. I nani usano questo idioma per descrivere ciò che in superficie sembra perfetto, ma che in realtà nasconde difetti. “Vorum dwakar geddum?””che cosa direbbero i miei antenati?” Talvolta i nani usano questa espressione per manifestare stupore e meraviglia, ma spesso per fare sapere il loro disappunto. “Huram kaugri hurmfar”.” Fai cadere il gigante.” Questo idioma nanico descrive un’astuzia, in particolare un trucco che equilibra lo scontro tra due nemici impari. “Nyr doch!” In dialetto arcaico nanico, questa frase significa “Mordi la mia ascia”, ma la maggior parte dei nani non conosce l’origine di questa espressione.
AFORISMI SUI DOMINATORI DELLA MONTAGNA
<
> Dal libro delle massime di un morto sconosciuto, in <>, conservato nel tempio delle cento colonne, eretto in onore di Palandiell a Zamina, regno di Ran Ribastur. <> Detto popolare tramandato oralmente nella marca della nebbia, nella regione nordorientale del regno dell’ Idoslan. <> Dalle annotazioni sui popoli della terra nascosta, sulle loro peculiarità e particolarità, grande archivio di Viransiensis, regno del Tabain, redatte dal magister folkloricum M.A. Het nell’anno del 4299° ciclo solare. <> Dalle annotazioni sui popoli della terra nascosta, sulle loro peculiarità e particolarità, grande archivio di Viransiensis, regno del Tabain, redatte dal magister folkloricum M.A. Het nell’anno del 4299° ciclo solare. <> Detto popolare tramandato oralmente nel sud del Sagrein.
[Modificato da Kubren 28/08/2013 10:47]
.:° Sono sempre stato da solo, naturalmente; sono stato creato per essere solo. La differenza è che ora lo sono non perché lo hanno deciso gli altri ma per mia libera scelta. Sono libero di essere esattamente ciò che sono, e di non sentirmi diverso per questo motivo (T.B.)°:.