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SCHEDA CRUKOR

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2009 13:52
OFFLINE
Post: 1
Città: MILANO
Età: 114
Sesso: Maschile
08/11/2009 12:14

BG:
Crukor Rafalin IV viveva, felicemente, con la famiglia in grotte scavate alle pendici dei monti ai confini della Gallia. Per famiglia, il nano, non intende soltanto madre, padre e fratelli o marito, moglie e figli, per Crukor la famiglia era rappresentata da tutta la piccola popolazione nanica, di circa cinquanta anime, che viveva su quella montagna. A quarant’anni, appena raggiunta l’età adulta, era un giovane innamorato e ormai prossimo al matrimonio con l’amata, la meravigliosa Anbelet. Tutti i suoi sforzi posti nello scavare, per recuperare oro e pietre preziose, gli avevano consentito di racimolare una discreta ricchezza, consentendogli di guardare al futuro con giustificato ottimismo. Instancabile, lavorava per dodici ore al giorno, dall’alba al tramonto, scavando e spaccando pietre, facendo schizzare schegge tutto intorno a sé ad ogni bordata portata con incredibile potenza. Non lesinando i propri sforzi, inoltre, risaliva con cariolate di macerie verso la superficie, per poter sgomberare il sito di scavo e aver agio nei movimenti e nella cerca di pietre preziose. Le viscere della montagna ripagavano il suo enorme sforzo donandogli pepite d’oro, rubini, smeraldi e diamanti…raramente, molto raramente. Quanto accumulato, quindi, era più che meritato, conquistato col sudore della fronte e col bruciore dei muscoli di tutto il corpo. Se non altro aveva potuto constatare, durante i quotidiani allenamenti al combattimento, che tutto il suo corpo si era rafforzato e che maneggiar la bipenne e indossar l’armatura gli risultava più agevole e leggero.
Un dì il concitato vocio proveniente dal sentiero che attraversava il monte e il villaggio, lo distolse dalla propria attività quotidiana. Facendosi largo fra un capannello di fratelli, ebbe modo di scorgere la causa di tanta agitazione: l’alta figura di un umano giaceva al centro del gruppo di nani. I rapporti con gli umani della zona erano tiepidi, giusto la cordialità necessaria per un quieto vivere, ma non potevano certo negare il conforto e l’aiuto a chi asseriva d’essersi smarrito fra quei monti. Il capo villaggio si fece carico d’ospitare lo sventurato nella sua dimora, più grande e spaziosa rispetto alle altre. Crukor, sempre diffidente verso le altre razze, dovette così accettare, suo malgrado, il fatto che l’amata Anbelet, figlia del capo villaggio, dividesse l’abitazione con un umano. I giorni trascorsero e l’affabilità, la rettitudine e il rispetto, dimostrati dall’umano, indussero quanti diffidavano di lui a ricredersi, fino al punto in cui tutto il villaggio giunse a trattarlo quasi come uno di loro; aveva conquistato la loro fiducia. Solo Crukor, per gelosia o premonizione, conservava qualche riserva e continuò a tener d’occhio lo spilungone; purtroppo non fu sufficiente. Una mattina la comunità tutta venne svegliata dalle grida d’allarme del capo villaggio, ma dal suo tono traspariva di peggio, la disperazione flagellava il vecchio padre. Il furto dei beni di tutta la famiglia, di cui l’umano conosceva il nascondiglio, scoperto al risveglio, si rivelò essere nulla al confronto della vita rubata alla dolce Anbelet, ritrovata senza vita sul pavimento, con la gola tagliata. Nessun dubbio riguardo il responsabile di quella tragedia, l’uomo pareva essere scomparso, come per incanto, insieme al piccolo tesoro. L’orgoglioso popolo tradito poteva rispondere in un solo modo a quell’affronto: fu la guerra. Tutti i nani del villaggio in grado di usare un’arma mossero, furiosi e desiderosi di vendetta, verso l’agglomerato umano che si trovava ai piedi del monte, da lì certo era giunto il ladro assassino. Avevano,però, sottovalutato l’astuzia e la perfidia della razza umana, tutto era stato programmato nei minimi dettagli, anche la loro reazione. Quando il sentiero che discendeva verso valle si andò stringendo, divenendo una stretta gola che consentiva il passaggio solo in fila indiana, la trappola scattò. Enormi massi vennero fatti franare all’inizio e in coda alla carovana, in modo da escludere ogni possibilità di fuga, dopodiché la pioggia di rocce precipitò sul coraggioso piccolo popolo, insieme a un nugolo di frecce. Per quanto forti, resistenti e coperti da pesanti armature, vennero decimati. Crukor vide amici fraterni travolti da enormi massi, schiacciati e maciullati senza possibilità alcuna di difesa, trafitti. Lui stesso fu travolto da quella cascata di massi e pietre, ma il destino aveva previsto per lui una sorte differente dai compagni. Un grosso masso si incastrò sopra altri due più piccoli, creando così un interstizio riparato da altre cadute; da quella momentanea prigione, Crukor, dovette assistere al totale massacro dei fratelli nani. Gli umani, ormai certi della vittoria, discesero nella gola e passarono a fil di spada tutti coloro che risultavano ancora in vita. Non scorsero la sua piccola figura, coperta di polvere e nascosta dal cumulo di enormi massi. Dopo aver depredato armi e armature dai cadaveri, il piccolo esercito di umani abbandonò la gola e, con orrore, il sopravvissuto vide che i loro passi venivano spinti in salita, verso il villaggio. Calò il silenzio. Il nano, miracolosamente incolume, iniziò a spingere con forza per liberarsi da quella prigione di pietra. Nonostante la temperatura rigida di montagna, sudava copiosamente sotto il proibitivo sforzo, il masso che gli aveva fatto da tetto era davvero enorme. Riuscì, dopo ore di sforzi incessanti, a ricavare un po’ di spazio nell’angusto loculo, sufficiente a permettergli di distendersi sulla schiena. Una volta compiuto questo passo, raccolse le gambe poggiando i piedi sul masso sovrastante e spinse con tutta la sua forza riuscendo, finalmente, a liberarsi dalla costrizione. Raccolta la fedele bipenne, corse a perdifiato verso il villaggio, vecchi, donne e bambini erano in pericolo. Non appena le cime si aprirono, offrendo maggior campo visivo a Crukor, con sgomento, vide il fumo che si levava dal villaggio, era troppo tardi. Vi giunse e la morte, che aveva già abbracciato tutta la popolazione nanica, traboccava dal suo cuore. Tutto era stato razziato, tutti erano stati massacrati. La sua vita, il suo mondo, spazzato via in un giorno soltanto. Raggruppò i cadaveri e ne fece un'unica pira funeraria, il fuoco avrebbe consumato i corpi permettendo, così, alle anime di reincarnarsi più velocemente; lo stesso fece con i fratelli morti nella gola. Con la sola compagnia del dolore straziante abbandonò la sua montagna, la sua terra e per anni vagò in cerca dell’oblio. Oggi, vent’anni dopo, giunge ad Avalon in cerca di una nuova famiglia e di una nuova vita. Non odia gli umani, ma è bene che ladri e malfattori gli stiano alla larga.

Allineamento: Neutrale buono
Karma: 708
Potenza: +1
Resistenza: +2
Agilità: -2

Abilità di razza
Fisiche:
Metri a round: 4
Res. magica: +1
Sensi sviluppati: 0
Bonus taglia: +1
Capacità di razza: Infravisione +2
Generiche: Abilità di razza:
Resistenza mentale Liv. 01
Competenza nelle armature Liv. 01
Bonus raziale contro orchi e giganti
Esperienza armi d'assedio Liv. 01

Aspetto:
Capelli: Rossi
Occhi: Azzurri
Altezza: 1,35
Peso: 80 Kg.
Descrizione: Lunghi capelli rossi raccolti in una treccia. Lunga barba, anch'essa rossa, divisa e racconta in due lunghe trecce. Di carattere piuttosto introverso, ma quando beve...!

Come detto, chiedo l'approvazione del bg e la skill potenza +1 che, unita a quella di razza, dovrebbe passare quindi a +2.

Grazie.
OFFLINE
Post: 199
Città: MILANO
Età: 37
Sesso: Maschile
08/11/2009 13:52

BG VALIDO

SKILL POTENZA +2 CONVALIDATA




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