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SCHEDA PERSONAGGIO: Nyule

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2012 16:11
OFFLINE
Post: 68
Sesso: Maschile
25/03/2010 13:23

Drago d'ORO - Femmina Anziana
Nyule


- Drago oro femmina
- Allineamento legale buono
- Forma umanoide: elfica
- Forma animale: gatto


Karma: 22972 (03.10.12)
Denari trasportati: 35725
Denari depositati: 0
Forza: 400
Salute: 400
Mente: 400

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BG

“E’ difficile parlare della vita di un drago. Queste creature hanno un vissuto così lungo e pieno di esperienze e accadimenti diversi che perfino noi elfi in confronto abbiamo vite brevi e vuote...”
La voce del vecchio elfo risuonò sommessamente nella notte della foresta, mischiandosi allo scoppiettare del fuoco attorno al quale egli stava intrattenendo tutti i bambini più o meno giovani del villaggio di Shaileea, ultimo degli avamposti elfici delle terre settentrionali.
Nel parlare, il saggio Elesian si spingeva di tanto in tanto in avanti sul tronco che gli faceva da seduta, smuovendo con un piccolo ramo la brace del fuoco e dedicando occhiate gentili al suo giovane pubblico che, attento e silenzioso, ascoltava le sue parole.
“Prima di giungere presso il nostro villaggio, Nyule ha visto posti lontani, ha attraversato diverse ere degli uomini ed in quei suoi occhi gialli e grandi si sono riflessi mille volti dai tratti differenti. A lungo mi ha narrato delle vite dei Re dell’est e delle loro grandi biblioteche, dei regni invasi dalla sabbia calda e delle alte torri d’oro dei maghi mori, delle sterminate foreste dei nostri simili e della profondità dei grandi mari...”
Lo sguardo attento dei giovani elfi non si staccò nemmeno per un attimo dal Saggio e le loro bocche spalancate restarono immobili nella posa stupita, incantata, rapita, che avevano assunto ogni volta che Elesian aveva raccontato loro una storia.
Ma quella storia era in assoluto la migliore di tutte.
Elesian parlò a lungo della femmina di drago d’oro che da diversi anni condivideva il territorio con la comunità elfica, raccontando ogni cosa gli sovvenisse alla mente e spiegando ai piccoli elfi la natura dell’antica creatura, cercando nel frattempo il modo di dir loro che ben presto Nyule se ne sarebbe andata.
Gli occhi del vecchio elfo si persero per un momento tra le fiamme che danzavano sinuose ed ipnotiche nel grande fuoco e la mente vagò lontana nei ricordi.



Un altro fuoco, un'altra notte, un’altra voce…

“Sono nata nei deserti del caldo sud, dove tutto ha il colore delle mie scaglie d’oro. La sabbia, i palazzi dei Re e persino i vestiti delle genti hanno questo colore.” Spiegò Nyule con quell’eco nella voce che la rendeva diversa da quella di qualsiasi altro essere vivente.
“Ho visto le oasi di Dakhla e Kharga e ho volato sulle grandi piramidi con altri alati della mia Stirpe. Quelle terre sono colme di sapienza e le biblioteche dei mori fanno invidia persino alle vostre.” Continuò lentamente “Per decenni le mie ali hanno sferzato l’aria dei cieli meridionali portandomi in ogni angolo delle terre del fuoco, ma ben presto quei luoghi e la sapienza in essi racchiusa non mi bastarono più. Dovevo conoscere altro, e così lasciai il mio stormo e cominciai il volo solitario che mi portò a scoprire terre lontane, ma la prima cosa che mi affascinò veramente fu il grande mare.”
Gli occhi della femmina di drago brillavano di una luce tanto viva da ipnotizzare quasi il vecchio elfo che ne ascoltava attento il racconto e le sue parole erano così dense di emozioni che il saggio riusciva a vedere davanti a sé i luoghi di cui Nyule stava raccontando.
Elesian fu il primo degli elfi di Shaileea ad incontrare il drago ed il loro rapporto divenne giorno dopo giorno sempre più stretto. Sebbene Nyule dapprincipio si mantenne distaccata, ben presto trovò qualcosa da condividere con quel vecchio elfo colmo di conoscenza e, col passare del tempo, i due divennero veri amici. I draghi sono esseri solitari, che difficilmente instaurano rapporti con altre razze, ma Nyule riuscì a superare quella barriera e quella notte raccontò al vecchio tutta la sua storia.
“Avevo visto enormi distese di sabbia, lo splendore di palazzi, la magnificenza delle costruzioni dell’uomo e della natura, ma l’immensa superficie d’acqua che si perdeva ben oltre le possibilità della mia vista mi lasciò senza fiato. Sapevo che il cielo non avesse limiti, ma non sapevo se ne aveva il mare, così per la prima volta entrai in quel mondo ovattato, scoprendo che la mia natura di drago d’oro mi consentiva di restare immersa nelle acque più profonde con la stessa naturalezza con cui potevo solcare l’infinità del cielo.” Il muso della creatura si sollevò per osservare stelle lontane, ripercorrendo ricordi che avevano più anni dello stesso elfo, che la stava ad ascoltare con muto interesse.
“Dal deserto al mare… “ Commentò Elesian tra se e se, alzando poi la voce perché Nyule sentisse bene la domanda che stava per porle “…e cosa ti ha portato fino alla nostra foresta?”
La bestia d’oro tornò ad osservare l’elfo, muovendo il grande collo per riportare il muso a pochi palmi dal viso del vecchio. Tra le fauci chiuse si poteva sentire il respiro della creatura, che non parlò per lunghi attimi, raccogliendo i pensieri di centinaia di anni, prima di trovare la giusta maniera per riassumere la sua lunga strada in poche parole.
“Nuotai verso est e, quando emersi dal mare, scoprii nuove terre che nulla avevano a che fare con quelle che avevo conosciuto fino a quel momento. Le architetture delle costruzioni erano differenti, come differente era il paesaggio, ma più di ogni altra cosa trovai differenti gli uomini stessi. Non ho mai bramato di conoscere l’umana stirpe, se non come argomento di studio, ne mai mi sono lasciata coinvolgere negli affari di creature tanto limitate, eppure ho passato parecchio tempo ad osservare come vivessero gli uomini che abitavano quelle terre: guerra, sangue e potere parevano essere le uniche cose ad interessarli. Inganno e furia le loro sole armi.”
Il silvano rimase in silenzio, annuendo di tanto in tanto, mentre Nyule proseguì a narrare quella parte della sua vita, tanto breve per un drago eppure così lunga persino per un elfo.
“La vita nei deserti del sud affinò molto le mie conoscenze, ma quel periodo nell’est del mondo mi fece comprendere materie che ancora ignoravo e di cui nessun libro tratta: la natura delle razze. Per quanto mi tenni lontana dai conflitti e da tutto ciò che ad essi girava intorno, non potei fare a meno che osservare ogni cosa con curioso interesse. Un interesse che mise in pericolo la mia stessa vita.”
Con quelle parole la femmina di drago cominciò a svelare al vecchio il perché fosse giunta, dopo un lungo vagare, fino ai territori elfici.

Gli imperatori di oriente notarono presto il volo del drago d’oro, creatura tanto rara per quei territori, ed ognuno di essi volle avere i favori della saggia fiera alata, che cercava in ogni modo di evitare il contatto con l’uomo. Così giunsero messi da ogni angolo dell’est per invitare Nyule nei palazzi dei signori della guerra, ma ad ogni invito la signora d’oro rispose con un diniego silenzioso.
Nyule usò la sua forma elfica per muoversi inosservata nelle cittadelle e fagocitare la conoscenza racchiusa nei templi e nelle biblioteche, ma ogni volta che, per necessità o per istinto, tornava ad assumere la forma naturale di drago, la persecuzione degli uomini si faceva sentire, finchè per avere un drago non venne pagato il favore di altri draghi: Airogh, Sekra e Margha, temuti antichi dalle scaglie nere.
Cominciò così una caccia senza quartiere, durante la quale Nyule cercò di sfuggire ai tre neri evitando sempre lo scontro. Non fu la paura a farla fuggire, sebbene i tre draghi non fossero facili avversari, ma l’indole stessa della dorata: fiera e forte, ma dotata di estrema intelligenza e saggezza. Una saggezza al di fuori della comprensione umana. Una saggezza che non cedette all’orgoglio, sentimento che muove spesso i passi falsi degli uomini, ma che non appartiene ai draghi d’oro.

“A lungo mi spostai da una città all’altra, provando a rimanere nell’ombra e sempre a distanza dai tre oscuri, ma non abbandonai le terre orientali, perché dovevo vedere ed apprendere ancora molto” continuò a spiegare all’elfo che, annuendo alle sue parole, si limitava a rimanere silenzioso così com’era la foresta stessa.
“Non fu difficile far perdere le mie tracce… I draghi neri sono grandi cacciatori, ma si affidano troppo all’istinto e poco alla ragione. Mi è bastato non essere avventata per riuscire a sparire abbastanza a lungo da creare un vuoto sulla loro pista ed ho avuto la fortuna di Incrociare il mio cammino con quello del più saggio dei principi elfici d’oriente… Un elfo come te, Elesian, vecchio e saggio. Ed estremamente ospitale.”
“Un principe elfico?” Domandò Elesian, mostrando sul volto gentile un sorriso felice.
“Il suo nome è Shaenahm” rispose la dorata, spostando la lunga coda ed adagiandosi del tutto sul terreno. “Il nostro incontro fu casuale, come quello tra me e te, vecchio amico, ed il principe fu lieto di nascondermi nel suo palazzo, dove ebbi accesso ad una nuova biblioteca colma di antica sapienza, in cambio del mio consenso ad amministrare la giustizia sulle sue terre. Era una persona dall’animo buono e dalla spiccata intelligenza e conosceva bene l’empatia draconica. Un mezzo strabiliante per fare di me il giudice migliore che il suo regno potesse avere.”
“Ed accettasti quello scambio?”
La femmina di drago mosse il collo, rispondendo affermativamente con quel gesto alla domanda dell’elfo. Poi i due rimasero a guardarsi in silenzio per attimi che parevano non finire mai, ma per razze come le loro, è risaputo, il tempo è cosa relativa.
Nyule riprese il racconto quando l’alba cominciò a mostrarsi nel cielo sopra di loro.
“Misi in pratica tutto quello che avevo appreso riguardo al comportamento umano, alle leggi, ai doveri. Giudicai elfi e uomini, avvalendomi di quelle conoscenze, della mia intelligenza, della mia saggezza e dell’empatia, che mi permise di scorgere un inganno o una menzogna negli occhi di chi dovevo giudicare.”

Gli anni passarono e quello fu un periodo di tranquillità per Nyule, che gli elfi dell’est cominciarono a chiamare Maldavane, parola che in elfico significa “giustizia d’oro”.
L’alata fu vicina ad ogni decisione che il principe elfico dovette prendere, all’inizio solo in materia di giustizia, ma presto anche in qualsiasi altro ambito. Ella divenne molto più di un giudice o di un consigliere: era il simbolo della rettitudine, delle scelte giuste e del bene.
La quiete tuttavia, si sa, non po’ durare per sempre. Le voci cominciarono a correre tra le città e le foreste e, ben presto, in ogni angolo del paese si parlò del giudice dalle scaglie dorate. Voci rapide e sempre più forti, che giunsero immancabilmente fino ai tre neri cacciatori, fornendo loro una nuova pista da battere
Fortunatamente anche il volo dei draghi neri non passò inosservato tra le genti dell’est e la dorata, messa in guardia dalle avvisaglie del loro arrivo, ebbe il tempo di lasciare il palazzo di Shaenahm, ancora una volta con abbastanza vantaggio.

“Fu il principe stesso ad indicarmi la via da seguire per raggiungere la vostra foresta” continuò a raccontare il drago “era giunto ormai alla fine dei suoi anni e quel momento sembrò il migliore per salutarci per l’ultima volta. Mi parlò di questo avamposto e sembrava sicuro che, chiunque mi stesse dando la caccia, non si sarebbe mai spinto tanto lontano. Così, dopo i lunghi anni a sud e quel periodo altrettanto lungo ad est, decisi di dirigermi a nord, qui dove tu mi hai accolta… E il resto, caro amico, lo conosci.”



Le immagini del vivo ricordo svanirono dalla mente dell’elfo, che tornò a concentrarsi sul suo pubblico attento, distogliendosi dalla danza ipnotica delle fiamme.
“I draghi neri l’hanno trovata” sussurrò, ed il brusio delle voci sorprese dei giovani elfi si elevò sopra al silenzio della foresta. I più piccoli si guardarono intorno, come se si aspettassero di veder comparire qualcuno di quei draghi malvagi proprio in quel istante, mentre i più grandi mostrarono solo un amara sorpresa sui volti dalle linee perfette, illuminati dal caldo riverbero del fuoco.
Elesian li osservò uno per uno, con uno sguardo comprensivo ed un sorriso sul volto.
“Sappiamo che i tre oscuri si stanno avvicinando, ma non sono ancora tanto vicini da aver paura. Tuttavia la nostra Nyule dovrà salutarci, per mettersi in salvo lontano da qui.”
Un giovanissimo elfo sollevò timidamente una mano, guardando il vecchio con gli occhi tremanti di commozione, chiedendogli con quel gesto di poter parlare.
“Dimmi, Eleyl...” lo invitò gentilmente il vecchio.
Il piccolo abbassò la mano e per un attimo fece lo stesso anche con lo sguardo, non per una sorta di timore riverenziale, ma per evitare di scoppiare a piangere davanti a tutti.
“Dove… dove andrà Nyule?” domandò infine con un filo di voce.
Elesian si voltò a guardare lontano nel cielo verso sud ovest e puntò un dito in quella direzione.
“Ad Avalon”.


Pochi giorni dopo Nyule salutò Elesian e tutti gli abitanti del villaggio e si mise in viaggio verso l’isola di cui lo stesso elfo gli aveva parlato.
Volò a lungo e percorse anche buona parte del tragitto immersa nelle acque del mare, nascondendo così la propria presenza alla vista degli inseguitori, che credeva di aver ormai seminato ma, proprio quando la meta si fece estremamente vicina, tre piccoli puntini neri comparvero nel cielo alle sue spalle.
Nyule non aveva mai avuto un contatto così ravvicinato con i tre draghi oscuri e cercò di accelerare il suo volo per distanziarli nuovamente. Purtroppo però la stanchezza dovuta dal lungo viaggio non giocò a suo favore e le bestie nere guadagnarono terreno in men che non si dica.
Così se li trovò addosso e riuscì a sentirne quasi il respiro, ma questo non fu sufficiente per abbattere il morale della dorata che, con un abile strategia di volo, mantenne parte del vantaggio.
Cosa poteva fare ora?
L’isola di Avalon era in vista, ma Nyule sapeva che anche tagliare quel traguardo non l’avrebbe salvata dall’inevitabile scontro con i suoi cacciatori. Sembrava ci fossero decisamente poche alternative e ancora meno possibilità di uscire indenne da quella situazione, tuttavia il drago d’oro non smise per un solo attimo di sbattere le grandi ali, attendendo un ispirazione o forse un miracolo, quand’ecco che quel miracolo avvenne davvero.
I latrati dei neri si fecero strani e Nyule cominciò a notare che c’era qualcosa di strano nel loro volo: le ali battevano scoordinate, le traiettorie mostravano continui sobbalzi ed il colore dei loro corpi cominciava a sbiadire. Ella non fece però in tempo a domandarsi cosa stesse succedendo, che il suo corpo cominciò a ribellarsi alla sua volontà. Anche le sue ali cominciarono a non rispondere ai suoi comandi ed il suo volo si fece scomposto.
La maledizione del Pendragon, che impedisce ai draghi di mantenere la loro forma sui territori di Avalon e Barrington, cominciò ad avere effetto: i quattro, ignari di quali fossero i motivi, stavano perdendo la loro forma di drago, precipitando inesorabilmente verso il suolo, .
Nyule non si perse d’animo, facendo un grande sforzo di volontà per mantenersi calma e sfruttare al meglio i pochi colpi di ali che le erano rimasti per planare il più possibile vicina all’isola, mentre sentì il suo corpo cambiare rapidamente per assumere la forma elfica, senza che lei lo avesse voluto.
Alle sue spalle Airogh fu il primo a precipitare senza più ali, sfracellandosi al suolo ancora prima di aver raggiunto la completa forma umana, ma la cosa non fece nemmeno sorridere Nyule, concentrata com’era sul suo volo che la portava verso il basso.
Fu allora che vide il lago ed una piccola speranza si accese nei grandi occhi gialli.
La prima delle due ali sparì dalla sua schiena ed il corpo si ridusse quasi della metà, ma la femmina d’oro usò tutta la sua sapienza per calibrare con l’ala rimanente la parabola della sua discesa, mentre un guaito al suo fianco accompagnò la disastrosa caduta di Sekra, che si schiantò al suolo facendo la fine del fratello.
Quando il suo corpo assunse totalmente la forma elfica, Nyule si raggomitolò su sé stessa chiudendo gli occhi, non badando ormai più all’ultimo dei suoi inseguitori, di cui sentiva ancora i forti ruggiti. In pochi attimi la caduta precipitosa avrebbe avuto termine e, in qualsiasi modo fosse finita, la sua fuga avrebbe avuto fine.
Acqua.
Un boato sordo riempì le orecchie dell’elfa.
Quando riemerse in superficie, Nyule si guardò attorno cercando eventuali tracce di Margha, ma non trovò nessun segno del terzo inseguitore. Con grandi bracciate, si avvicinò all’isola di Avalon, approdando alle sue rive completamente fradicia ed esausta, ma del tutto incolume. Provò a riprendere la forma di drago, ma non ci fu niente da fare, dunque rimase sdraiata sul bagnasciuga a riflettere sui prossimi passi da compiere.
Un miracolo l’aveva salvata. Ora doveva scoprire cosa fosse successo.

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SKILLS F.D.

DIMENSIONI: altezza 15 metri, lunghezza 30 metri
FORZA: Non Paragonabile
AGILITA': +5 (in volo E in acqua) -3 (al suolo)
RESISTENZA: +5 (in volo E in acqua) 0 (al suolo)
METRI PERCORRIBILI IN UN RUOND [volo 40 m][a terra 9 m]
SENSI SVILUPPATI [udito/vista/olfatto – malus al TATTO]
INFRAVISIONE +2
BONUS TAGLIA -2
RESISTENZA MAGICA +2

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SKILLS F.U.

FORZA: +3
AGILITA': +1
RESISTENZA: +2
METRI PERCORRIBILI IN UN RUOND [a terra 5 m]
SENSI SVILUPPATI [udito/vista/olfatto]
BONUS TAGLIA 0
RESISTENZA MAGICA +1


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CAPACITA' SINGOLARI

MUTAFORMA [3round] liv2
EMPATIA E TELEPATIA liv2
RESISTENZA AGLI INCANTESIMI [non subisce danni da fuoco][danni doppi da acqua] [Non subisce danni da opponenti di pari livello karma,Danni normali da opponenti di karma superiore ] liv2
PRESENZA TERRIFICANTE [1 round di preparazione, 4 round di durata] liv2
ATTACCO MULTIPLO [fino a 3 avversari +coda] E SOFFIO [lungo 15 metri largo 3] liv2
INFLUENZA MENTALE [2 round di concentrazione, durata di 4 round su qualsiasi essere vivente] liv2
LEGAME CON IL PENDRAGON/AIUTO DIVINO [2 round di concentrazione, durata di 4 round] liv2
LUCE SOLARE [3 rounds]

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SKILLS GENERICHE:
-DIPLOMAZIA
il possessore di questa skill è dotato di un ottimo carisma e riesce tramite il linguaggio a calmare gli animi o ad ottenere delle concessioni che in mancanza di tale skill risulterebbe più complicato avere (ad esempio incontrare un’autorità).
LIVELLO3 a questo livello il possessore della skill è al culmine nell’apprendimento dell’abilità del linguaggio, riesce ad avere una presa totale sull’attenzione degli astanti ed è in grado di far desistere una persona dal compiere un atto o a convincere un interlocutore della validità delle proprie motivazioni, riuscendo persino a far desistere dei duellanti dallo scontro tramite discorsi arzigogolati e linguaggio del corpo.

-CONOSCENZE STORICHE
il possessore di tale skill è uno studioso degli avvenimenti storici susseguitisi nelle ere passate, riconosce l’araldica dei regni che furono e di quelli che sono, comprende e scrive lingue antiche cadute in disuso.
LIVELLO3 A questo livello il possessore della skill è ad ottimo punto nell’apprendimento degli avvenimenti storici, riesce ad avere una conoscenza completa della suddivisione attuale dei domini e dei regni e di quella antica ed è a conoscenza degli avvenimenti storici salienti accaduti sino a sei generazioni prima. Inoltre riconosce la casata d’appartenenza di uno stemma araldico e la storia generale della famiglia corrispondente
--Con lo studio è in grado di tradurre e comprendere il significato di testi antichi in lingue antiche (antico persiano
antico egiziano ( geroglifici),copto ,ebraico ,aramaico )
provenienti da tutto il mondo conosciuto.

-CONOSCENZE NATURALI
il possessore di tale skill è un esperto dei fenomeni naturali, della flora e della fauna della zona. Riconosce generalmente frutti della natura commestibili da quelli non commestibili, i processi naturali della crescita di animali e piante, proprietà particolari di alcuni tipi di erbe.
LIVELLO1 a questo livello il possessore della skill è all’inizio nell’apprendimento dei misteri naturali, riesce ad avere una conoscenza generale della flora e della fauna e a riconoscere cibi naturali commestibili e non commestibili.

Presenza: 01/07/2012 21.35.52
[Modificato da Araman.. 03/10/2012 16:11]
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